Trattori "stretti", un tema politico
Se dovessero essere confermati i tempi di attuazione dei provvedimenti, le industrie costruttrici non sarebbero in grado di adeguare la produzione dei trattori ai tempi richiesti. Del tema si è parlato in occasione di EIMA International, con gli europarlamentari Marco Zullo e David Borrelli
La rassegna di EIMA International si è svolta nel momento in cui a Bruxelles si avviava la partita decisiva per il comparto dei cosiddetti trattori “stretti” (macchine specializzate per frutteto e vigneto). Sono in via di discussione, infatti, le normative che prescrivono l’applicazione di sistemi per la riduzione delle emissioni dei motori, dispositivi voluminosi che obbligano le industrie costruttrici a ridisegnare interamente le macchine. Se dovessero essere confermati nei provvedimenti comunitari i tempi d’attuazione indicati nelle prime formulazioni (2017 per la “fase IV”; 2019-2020 per la “fase V”), le industrie non sarebbero in condizioni di adeguare la produzione nei tempi richiesti, con gravi ripercussioni sulla tenuta del comparto stesso. Il tema è stato sollevato in occasione della visita alla rassegna di EIMA International degli europarlamentari italiani Marco Zullo, della Commissione Agricoltura, e David Borrelli, della Commissione Industria, dopo che a fine settembre una delegazione della Federazione aveva presentato la tematica nel corso di un’audizione presso il Parlamento Europeo con una nutrita rappresentanza di parlamentari italiani. Nel corso dell’incontro all’EIMA e della visita ai padiglioni dei due deputati, il presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni, ha sottolineato quanto le industrie hanno già fatto per la riduzione delle emissioni e di come insostenibile sarebbe per le stesse un’ulteriore stretta normativa in tempi così rapidi. Con l’occasione il presidente Goldoni ha consegnato ai parlamentari un documento che richiama gli aspetti tecnici ed economici della questione e che potrà costituire una sorta di promemoria per le discussioni delle prossime settimane. L’adeguamento alla fase normativa vigente – questo il contenuto del documento – ha comportato uno stravolgimento dei requisiti dei trattori “stretti” al punto che è concreta la possibilità che essi non rispondano alle esigenze dell’utilizzatore finale, con l’effetto paradossale che le nuove macchine conformi rimangano invendute e che le macchine di tecnologia obsoleta siano sfruttate ben oltre i loro limiti, vanificando di fatto gli obiettivi della direttiva 97/68/CE.
«La preoccupazione dell’industria va al di là del mancato beneficio ambientale – si legge nel testo – e l’entrata in vigore di nuovi limiti più restrittivi anche di quelli fissati dalla normativa USA-EPA causerà, in questa fase di mercato debole e senza soluzioni tecnologiche adeguate, la perdita di posti di lavoro e l’inefficacia dell’accordo Transatlantic Trade and Investment Partnership in via di definizione tra Stati Uniti ed Unione Europea».