
Le tecnologie digitali al centro della rassegna
Droni, satelliti, robot agricoli autonomi. Le macchine di ultima generazione sono state ancora una volta protagoniste alla grande rassegna bolognese. In evidenza anche il tema della formazione per profili altamente specializzati
Nei cinque giorni di EIMA International fari accesi sull’agricoltura 4.0. La kermesse bolognese è stata infatti teatro di numerosi incontri dedicati alla digitalizzazione del settore primario e all’impiego dei macchinari agricoli next gen.
I droni. Efficiente e versatili, usati per raggiungere zone difficilmente accessibili, i droni sono in grado di svolgere in modo sostenibile operazioni sempre più complesse. In passato il loro impiego è stato limitato da costi, deficit formativi, restrizioni normative e di sicurezza, ma – è stato sottolineato a Bologna – oggi i tempi sono maturi per uno sviluppo più sostanziale. L’occasione per approfondire l’argomento è stata fornita dalla presentazione del progetto europeo denominato Icaerus, finalizzato proprio ad esplorare le potenzialità offerte dai droni, come veicoli multiuso nell'agricoltura, nella selvicoltura e nelle aree rurali dell'Unione Europea. Uno degli obiettivi dell’iniziativa, che prevede una dotazione di 6 milioni di euro, è promuovere l’uso di queste macchine per esigenze colturali e per la prevenzione delle calamità naturali o per la conservazione e la tutela della biodiversità. Cinque sono gli ambiti di attività presi in considerazione per il comparto agricolo: monitoraggio delle colture, irrorazione, gestione del bestiame, monitoraggio delle risorse forestali, logistica rurale. Per ognuna di queste aree Icaerus metterà a disposizione, senza restrizioni, i risultati sulla piattaforma del progetto (https://www.platform.icaerus.eu/), dove è disponibile un percorso di formazione onnicomprensivo, rivolto alle imprese e agli utilizzatori che vedano nei droni dei potenziali protagonisti del futuro agricolo.
Il monitoraggio satellitare. Un altro tema toccato ad EIMA International è stato quello legato all’impiego delle tecnologie satellitari per il monitoraggio del territorio agricolo. L’impiego delle immagini satellitari – è stato spiegato nel corso di un convegno organizzato dalla Cia – è di grande ausilio per lo svolgimento delle lavorazioni agricole, anche ai fini degli adempimenti PAC. «L’obiettivo è quello di avere sul fascicolo aziendale dell’agricoltore, disponibili mensilmente, le immagini ricostruite della propria realtà», ha spiegato Domenico D’Amato, responsabile dei Centri di assistenza agricola (Caa) della Cia-Confederazione italiana agricoltori. «Non siamo ancora arrivati a questo punto, ma i progressi sono evidenti. Siamo passati dalle sole rilevazioni foto-aeree al monitoraggio con due satelliti Sentinel che ogni cinque giorni riprendono dall’alto ogni porzione della superficie nazionale. L’integrazione dei due sistemi grazie all’intelligenza artificiale – ha evidenziato D’Amato – permette di avere un’accuratezza e una tempestività molto superiore a quella a cui eravamo abituati». Le immagini dei satelliti Sentinel sono fornite allo stato grezzo, ovvero in bande Rgb e con una risoluzione a 10 metri, ma il sistema di controllo Ams fa sì che l'immagine sia riprocessata e portata a una risoluzione molto superiore, di 2,5 metri. Il risultato di queste operazioni è La carta dei suoli, uno strumento fondamentale per la gestione e la pianificazione del territorio.
I sistemi ad alta automazione. La nuova frontiera dell’innovazione tecnologica è senza dubbio quella della robotica agricola, che si sta sviluppando velocemente in tutto il mondo. Solo nell’ultimo anno sono sorte un centinaio di aziende specializzate. La robotizzazione, infatti, aiuta gli imprenditori del settore a diminuire i costi di produzione e a ottimizzare i processi operativi, sopperendo anche all’attuale scarsità di manodopera. La robotica sta già rivoluzionando, anche in Italia, il lavoro nei campi. Consente infatti di ottenere maggiore redditività ma anche di sviluppare sempre di più l’agricoltura di precisione, riducendo al minimo l’uso delle risorse, e diminuendo contemporaneamente l’impatto della produzione sull’ambiente. Di questo si è parlato a EIMA in occasione di due incontri dal titolo “Robotica agricola, il futuro è adesso” (promosso da Fira, Aef, Tevel, Field Robotics, Arvatec e FederUnacoma) e “L’era dei porta-attrezzi autonomi in agricoltura”, organizzato da Edagricole. «Nel mondo delle nuove tecnologie si assiste sempre alla stessa dinamica. Vediamo una curva che inizia con un picco di utilizzo per poi attestarsi», ha spiegato Matteo Matteucci, del Politecnico di Milano. Questa dinamica riguarda anche i robot: nel settore agricolo cominciano già ad essere una realtà capace di supportare tutte le colture. Se dotati di software basati sull’intelligenza artificiale possono anche imparare dagli errori e migliorare quindi le loro prestazioni. Tanto che questa realtà sta spingendo la nascita di numerose aziende specializzate nella produzione di robot destinati a supportare l’imprenditore agricolo. Solo nell’ultimo anno nel mondo ne sono nate circa un centinaio, a conferma di come la robotizzazione stia cambiando i processi produttivi dell’agricoltura. I vantaggi assicurati dai robot sono molteplici e non solo legati a redditività e sostenibilità. Permettono, ad esempio, di affrontare i parassiti in modo più efficace e preciso e di svolgere le lavorazioni agricole in modo ancora più efficiente, sicuro e sostenibile, con interventi on demand. È per questo che per il mercato dei robot nei campi si sono aperti scenari di sviluppo dalle grandi potenzialità a livello globale.
Il futuro è oggi: le nuove applicazioni dell’IA. Non si può parlare di robotica senza entrare nel merito dell’Intelligenza artificiale, che ad EIMA International è stata al centro di numerosi incontri. Tra questi, grande interesse ha suscitato il convegno dal titolo “IA: le prospettive dell’industria”, al quale hanno partecipato rappresentanti del Cema, dell’Università di Modena e Reggio Emilia e di importanti case costruttrici come John Deere e Cnh. «Con l’intelligenza artificiale non si può aspettare e vedere cosa succede. Occorre essere attivi, perché siamo di fronte a una rivoluzione, simile a quella verificatasi con l’avvento di internet», ha sottolineato nel corso dei lavori Giampaolo Barbieri, amministratore delegato della Barbieri srl e membro del Consiglio di presidenza di FederUnacoma.
In questo settore, la ricerca sta facendo passi da gigante e le applicazioni in ambito agricolo sono ormai molteplici. In campo, grazie al riconoscimento visivo si possono individuare problemi fitopatologici o carenze irrigue sulle quali agire in maniera tempestiva. Attraverso robot dotati di intelligenza artificiale – è stato spiegato dai relatori – si possono rendere automatiche le operazioni di raccolta e, ancora più a valle nel processo produttivo, l’IA può essere utilizzata per la selezione in ambito ortofrutticolo e per ottimizzare i processi di confezionamento.
Secondo Barbieri, l’intelligenza artificiale non è un’esclusiva dei colossi industriali, ma costituiscre una straordinaria opportunità anche per le piccole e medie imprese. “Un recente studio proprio su queste tipologie aziendali – ha rimarcato il consigliere FederUnacoma – ha messo in evidenzia che chi sta utilizzando l’IA nella propria azienda ha possibilità più che doppie di creare reddito e di crescere rispetto alle realtà che hanno deciso di non entrare in questo mercato”. Questo grazie all’aumento dell’efficienza, ai sistemi di supporto decisionale e al miglioramento della produttività. «L’intelligenza artificiale – ha concluso Barbieri – rappresenta un vero ‘booster’ per il business e per noi costruttori».
La crescita dell’IA in Italia viene confermata dai numeri, in continuo aumento. Nel 2018, secondo i dati del Politecnico di Milano, il mercato valeva 210 milioni di euro, poi saliti a 300 nel 2020 e a 500 nel 2022. Nel 2023, ultimo dato disponibile per l’Italia, si sono toccati i 760 milioni di euro con una crescita del 52% rispetto ai precedenti 12 mesi. Eppure, come rimarca Marko Bertogna Professore Ordinario di Scienze Fisiche, Informatiche e Matematiche di Unimore, l’Europa è in ritardo: “Non è mai troppo tardi per investire e le possibilità di espansione rimangono. Ma vale la pena ricordare che le prime dieci aziende in termini di investimenti in questo settore ad alta tecnologia sono tutte statunitensi o cinesi”. Bertogna sottolinea che sono diversi i prodotti maturi nel settore della meccanizzazione agricola, ad esempio sul fronte della guida autonoma. EIMA International 2024 è lo specchio di un’evoluzione evidente.
Un know how ad alta specializzazione. Strettamente collegato al tema delle nuove tecnologie in agricoltura è quello della formazione degli operatori. L’utilizzo quotidiano di sistemi all’avanguardia richiede infatti un bagaglio di conoscenze, e di competenze, altamente specializzato che permetta di sfruttare appieno tutte le funzionalità delle macchine next gen. Ad EIMA International il confronto sulla formazione è andato di pari passo con la presentazione, di natura più squisitamente tecnica, delle più recenti soluzioni costruttive. Sul versante della formazione, grande evidenza ha avuto il lancio di Agri Digital Growth, iniziativa europea sostenuta da FederUnacoma e finanziata dal programma Interreg Central Europe, coordinata dal Crea Viticoltura Enologia di Conegliano e alla quale partecipano undici partner: le Università di Maribor, di Zagabria e di Budapest, due centri di ricerca austriaci, lo Josephinum e il Linz Center of Mechatronics, la ceca Plan4Al, l’Arssa, agenzia di sviluppo della regione polacca del BielskoBiała, Eita Digital, parte dell’Istituto europeo di tecnologia e la Fondazione Fenice di Padova. Agri Digital Growth proporrà lo sviluppo di corsi di formazione su tematiche specifiche, destinati – è stato sottolineato dal referente del progetto, Luca Masiero – sia a giovani specializzandi che a persone già inserite nel mondo del lavoro. Le aree prescelte sono la sicurezza digitale (cybersecurity), la meccatronica, lo IOT (Internet delle cose), la gestione dati, cloud ed edge computing e lo sfruttamento dei servizi satellitari per l’agricoltura. I sistemi di gestione dell’impresa agricola sono sempre più digitali e anche in agricoltura abbiamo a che fare con una marea di dati: agronomici, sui volumi e sulla qualità del prodotto, meteorologici, sull’energia e sul funzionamento dei macchinari. «Di fronte a questa evoluzione – ha detto Alessio Bolognesi, responsabile dell’area digitale della Federazione – è necessario adeguare l’accesso degli operatori presenti e futuri a una formazione rispondente alle esigenze tanto delle aziende produttrici di macchinari e sistemi, quanto di quelle agricole». Nell’ambito del progetto Agri Digital Growth è stata lanciata anche la prima Call for Talent, competizione per gli specialisti dell’agricoltura di precisione, che dovranno rispondere a sfide concrete, formulate dai partner di progetto, per generare soluzioni innovative, applicabili nella realtà delle operazioni con cui si confrontano regolarmente le aziende agricole. Il progetto giungerà a conclusione nel 2026 in concomitanza con la prossima edizione di EIMA International.