
Incentivi pubblici, una materia complessa
Il settore della meccanizzazione agricola richiede forti investimenti per l’ammodernamento di un parco macchine datato e l’introduzione delle nuove tecnologie. Necessario potenziare e ottimizzare il sistema di incentivi pubblici
Orientarsi nel settore delle agevolazioni pubbliche per la meccanica agricola può non essere impresa agevole, come possono non esserlo le procedure per l’accesso agli incentivi. La materia presenta infatti un così alto livello di tecnicismo da rendere complesso anche fare il punto della situazione nazionale. Andiamo con ordine, dunque, partendo dalle certezze.
Una di queste è la Nuova Sabatini che la legge di Bilancio di fine 2024 ha rifinanziato con 1,7 miliardi di euro per un periodo sufficientemente lungo: dal 2025 al 2029. Promossa dal Mimit – il Ministero delle imprese e del made in Italy – per sostenere gli investimenti delle micro, piccole e medie imprese nell'acquisto di beni strumentali, macchinari, attrezzature e software. Gli incentivi a valere sulla Legge Sabatini prevedono un rifinanziamento di 400 milioni di euro nel 2025, di 100 milioni nel 2026 e di altri 400 milioni di euro per ogni anno dal 2027-2029.
Come segnala lo stesso Mimit, la misura consiste nella concessione di contributi (in conto impianti) da parte del Ministero a fronte di finanziamenti (bancari o leasing), erogati da banche/intermediari finanziari aderenti alla misura, destinati a tre grandi filoni. Gli investimenti in beni strumentali (macchine, impianti, beni strumentali di impresa e hardware, nonché software e tecnologie digitali destinati a strutture produttive già esistenti o da impiantare), gli investimenti in tecnologie 4.0 (tecnologie, big data, cloud computing, banda ultralarga, cybersecurity, robotica avanzata e meccatronica, sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti), gli investimenti green (attrezzature a basso impatto ambientale destinate a migliorare l’ecosostenibilità dei prodotti e dei processi produttivi).
Il Mimit evidenzia inoltre che dal primo ottobre 2024 è attiva anche la nuova linea di intervento “Sostegno alla capitalizzazione”, che riconosce alle Pmi, costituite in forma di società di capitali, un contributo maggiorato rispetto a quello ordinario a fronte di investimenti in beni strumentali, in beni 4.0 e green collegati a un aumento del capitale sociale.
Il Bando Inail per la sicurezza. Nel novero delle certezze si può ascrivere anche il Bando Inail predisposto per consentire anche alle imprese agricole di ottenere contributi a fondo perduto per l'acquisto di macchine e attrezzature innovative, con un obiettivo specifico, quello di migliorare salute e sicurezza sul lavoro, nonché di promuovere la sostenibilità ambientale. L’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro ha appena comunicato le due date fondamentali per la raccolta delle domande: l’apertura del bando fissata al 14 aprile 2025 e la scadenza prevista il 30 maggio 2025. Con il Bando verranno finanziati progetti che prevedono l'acquisto di nuovi trattori e macchine agricole o forestali, caratterizzati da soluzioni innovative volte a ridurre le emissioni inquinanti; diminuire il livello di rumorosità; migliorare il rendimento e la sostenibilità globali dell'azienda; ridurre il rischio di infortuni e le operazioni manuali gravose. Il finanziamento copre una percentuale delle spese ammissibili, variabile in base al beneficiario: fino al 65% a fondo perduto per le imprese agricole in generale, fino all'80% a fondo perduto per i giovani agricoltori (fino a 40 anni di età) con un importo massimo erogabile per ogni singolo progetto di 130.000 euro (e minimo di 5.000 euro).
Piano transizione 5.0, rassicurazioni Mimit. Ad Eima International molto si era discusso del Piano transizione 5.0 e dei suoi limiti di applicabilità operativa. Non una quisquilia visto che a questo programma, evoluzione in chiave ambientale del 4.0, sono stati destinati 6,3 miliardi di euro. Proprio in questi giorni arriva la conferma del Ministero delle imprese e del made in Italy: le imprese agricole potranno beneficiare del credito minimo d’imposta al 35% dismettendo una macchina in Stage I o precedenti per acquistare uno di categoria Stage V. Non una cosa banale ma, considerando la vetustà del parco macchine nazionale, un’operazione fattibile soprattutto dopo il superamento delle complessità legate al calcolo del risparmio energetico realizzabile con la dismissione della macchina vecchia e l’acquisto della nuova.
Il Mimit conferma che le imprese agricole saranno esentate dal calcolo del risparmio energetico conseguito, con applicazione dei parametri previsti per il primo scaglione pari al 35% di credito d’imposta, le progettualità con sostituzione ed eventuale dismissione dei macchinari che hanno terminato da oltre 24 mesi il periodo di ammortamento, a patto che il nuovo bene sia caratterizzato da un miglioramento dell’efficienza energetica verificabile sulla base di quanto previsto da norme di settore ovvero di prassi e che possegga caratteristiche tecnologiche analoghe al bene che si sostituisce. Effettuando la dimostrazione puntuale del maggior risparmio energetico con la presentazione dell’articolata documentazione prevista dal Piano, l’impresa potrà accedere al credito d’imposta maggiorato fino al 45%.
Il Fondo Innovazione Ismea. Uno dei bandi più attesi dalle imprese rimane il Fondo Innovazione di Ismea con il quale l’Istituto mira a favorire lo sviluppo di progetti d’innovazione finalizzati all'incremento della produttività, attraverso la gestione digitale dell'impresa, l'utilizzo di macchine evolute, di soluzioni robotiche, di sensoristica e di piattaforme e infrastrutture 4.0. Si è da poco conclusa (a metà dicembre 2024) la procedura per l’annualità 2024 alla quale Ismea aveva destinato 100 milioni di euro a fondo perduto e il bando ha avuto un successo non indifferente visto che sono state convalidate circa 6.500 domande di finanziamento.
Pnrr, investimenti in itinere. Poi si entra nella materia assai complessa del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che ha previsto una dotazione specifica per il comparto primario demandando poi alle amministrazioni locali la gestione dei bandi. La misura ad hoc del Pnrr è la 2.3 "Innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo e alimentare" che ha avuto una dotazione finanziaria complessiva di 500 milioni di euro. Fondi suddivisi in due sottomisure: 100 milioni per migliorare lo status dei frantoi oleari e 400 milioni per l’ammodernamento dei macchinari agricoli da ripartire tra Regioni e Province Autonome. Le quali, con bandi appositi e avendo a disposizione cifre comprese fra i 10 e gli oltre 40 milioni di euro della Puglia, stanno finanziando investimenti destinati a macchine innovative e ambientalmente sostenibili. Seguendo la procedura indicata dal decreto del Masaf, il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, dell’8 agosto 2023, dopo la pubblicazione dei bandi regionali i richiedenti avevano tempo fino al 31 maggio 2024 per presentare le domande di sostegno. Entro il 15 giugno 2024 le Regioni hanno comunicato al Masaf il valore complessivo, in euro, dei contributi richiesti e il numero delle domande ricevute per arrivare, entro il 15 settembre 2024, alla formazione delle graduatorie definitive. Passaggio significativo poiché i beneficiari a livello nazionale, nelle indicazioni ministeriali, dovevano essere almeno 10 mila. Cifra che si è superata poiché ogni regione ha individuato e finanzierà diverse centinaia di beneficiari. Solo per fare alcuni esempi significativi in grado di abbracciare l’intera Penisola, in Lombardia sono state ammesse a contributo oltre 1.100 imprese agricole e agro-meccaniche, in Toscana circa 300, altrettanti nella più piccola Umbria, per arrivare ai quasi 600 della Puglia e agli oltre 900 della Sicilia. Entro il 31 dicembre di quest’anno dovrà essere effettuato il completamento degli investimenti e presentata la domanda di pagamento del saldo da parte dei beneficiari per poi chiudere l’intero iter, entro il 30 giugno 2026, con l’erogazione del contributo per tutti i beneficiari.
Psr da seguire. Ancora più complesso è identificare le misure specificatamente dedicate alla meccanizzazione nel proteiforme mondo dei Piani di sviluppo rurale. Il Piano Strategico della Pac italiano ha incluso 173 interventi con una dotazione finanziaria complessiva di quasi 37 miliardi di euro per il periodo 2023-2027. Piano che, attraverso i Psr regionali, si pone obiettivi ‘alti’ come il miglioramento della competitività del sistema agroalimentare e forestale, la promozione della sostenibilità ambientale e l’incremento dell’adozione di tecnologie innovative e “risparmiose”.
In quest’ambito si inseriscono i finanziamenti per l'ammodernamento delle aziende agricole, contesto nel quale diverse amministrazioni regionali hanno inserito agevolazioni all’acquisto di macchine e attrezzature. In altri casi l’inserimento nei bandi di misure che finanziano l’adozione di tecniche conservative (lo ha fatto ad esempio la Lombardia) è servito e serve da volano per l’acquisizione di attrezzature specifiche.
Pur in un quadro nazionale abbastanza definito, in grado di delineare il perimetro degli interventi finanziabili, alcune scelte relative alla meccanizzazione e alle attrezzature rimangono di egida regionale. E considerando che davanti ci sono ancora tre anni di programmazione vale la pena continuare a seguire con una certa attenzione l’uscita dei prossimi bandi attuativi. In un contesto generale che, peraltro, è in continuo movimento anche a livello comunitario. Proprio negli ultimi giorni di febbraio 2025, la Commissione europea ha presentato il Green Industrial Deal con tre obiettivi chiave: ridurre i prezzi dell’energia, promuovere la domanda di prodotti puliti e finanziare la transizione ambientale. Un piano per il quale l’esecutivo comunitario prevede di mobilitare una cifra di assoluto rilievo – fino a 100 miliardi di euro –- e che non potrà non avere conseguenze anche sul settore della meccanizzazione, sia a livello industriale che di utilizzatore finale.