
L'innovazione tecnologica al servizio della sicurezza
Sicurezza in primo piano ad EIMA International. Nel corso della rassegna numerosi gli incontri sul tema degli infortuni in agricoltura. Gli incidenti dovuti non solo all’imperizia o alla distrazione dell’operatore ma anche all’obsolescenza del parco macchine. L’attività dell’INAIL per la sicurezza
Strettamente collegata alla tematica dell’innovazione tecnologica è quella della sicurezza in agricoltura. In Italia il settore primario, come segnala l’INAIL, è uno dei comparti produttivi maggiormente esposti al rischio di infortuni causati dall’uso di macchinari agricoli. Ogni anno – sottolinea l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro – si registrano in media più di 100 eventi mortali, dovuti nella maggior parte dei casi al ribaltamento laterale del mezzo meccanico. Incidenti che, segnala sempre l’Istituto non sono causati soltanto dall’imperizia e dalla distrazione dell’operatore, oppure da condizioni di lavoro che possono diventare talvolta particolarmente complesse, ma anche dall’obsolescenza del nostro parco macchine. Il tema, di stretta attualità e di grande interesse, anche per le sue implicazioni di natura etica e sociale, è stato affrontato e discusso anche in occasione dell’ultima edizione di EIMA International. Nei cinque giorni della kermesse bolognese, tecnici, associazioni di categoria e costruttori hanno fatto il punto della situazione, suggerendo possibili linee di intervento finalizzate tanto alla prevenzione degli infortuni quanto alla riduzione del danno. Nelle nostre campagne – è stato spiegato dall’INAIL – lavorano 2,1 milioni di trattrici con un’età media di ben 26 anni, immatricolate sul finire degli anni ’90, quando molti dei sistemi oggi in uso non erano ancora disponibili. D’altro canto, in questi ultimi 25 anni pochi settori come quello agromeccanico hanno conosciuto una evoluzione tecnologica così impetuosa, che ha permesso di ridurre il numero di infortuni sul lavoro nel settore primario. Infatti, uno dei motori di tale evoluzione, insieme all’esigenza di incrementare produttività e sostenibilità, è stato (ed è ancora oggi) proprio l’imperativo di salvare vite umane, indirizzando gli investimenti delle case costruttrici verso lo sviluppo di sistemi di prevenzione attiva e passiva. Oltre ad essere tecnologicamente antiquate, prive cioè dei moderni dispositivi posti a protezione dell’operatore, le trattrici ultraventicinquennali sono anche poco affidabili poiché, nonostante una norma risalente al 2012, in Italia non c’è ancora l’obbligo di revisione periodica dei mezzi agricoli. Con tutte le ovvie conseguenze che ciò comporta per la sicurezza d’uso dei macchinari.
All’attività dei costruttori, impegnati nello sviluppo di soluzioni sempre più avanzate, si accompagna quella dell’INAIL. L’Istituto non solo sostiene la ricerca delle aziende agromeccaniche, specie per quanto riguarda l’applicazione di dispositivi basati sull’IA e l’impiego di strumenti informatici che assistono l’agricoltore nella valutazione del rischio, ma – è stato ricordato all’EIMA – incentiva con bandi ad hoc la sostituzione dei trattori obsoleti con modelli di ultima generazione. Mezzi nuovi e più innovativi; e dunque anche più sicuri.