Meccanizzazione: prospettive di sviluppo del Vecchio Continente
Il compito storico della meccanizzazione agricola è stato quello di aumentare la produttività e rendere meno faticoso il lavoro. Questi obiettivi basilari sono stati raggiunti e l’Europa offre oggi un modello di agricoltura particolarmente evoluto. Tuttavia nuove sfide, quelle della qualità e salubrità delle produzioni, della sostenibilità ambientale, della riduzione dei gas serra, chiamano in causa la meccanizzazione agricola e prospettano una nuova fase anche in termini di ricerca e sviluppo tecnologico
La meccanizzazione agricola costituisce un pilastro portante dell’impalcatura economica e sociale dei paesi industrializzati. La disponibilità di attrezzi e macchine sempre più perfezionati e performanti ha comportato uno straordinario sviluppo della produttività del lavoro, che ha consentito che l’agricoltura – sino a due secoli fa principale fonte di ricchezza e di potere, che assorbiva circa l’80% della forza lavoro – riducesse progressivamente il proprio fabbisogno di manodopera, liberando le risorse umane necessarie all’espandersi del modello produttivo industriale e allo sviluppo dell’industria manifatturiera e dei servizi.
Ciò ha fatto sì che oggi in Europa il 5% della popolazione attiva (con punte del 2-3% nei paesi maggiormente industrializzati) sia sufficiente a far fronte al fabbisogno complessivo di manodopera per la produzione agricola e si può, pertanto, affermare che l’obiettivo originale della meccanizzazione agricola, ossia l’aumento della produttività del lavoro, sia stato pienamente e completamente raggiunto.
Altre e ben più ardue sono, però, le nuove sfide che all’alba di questo nuovo millennio l’agricoltura, e con essa la meccanizzazione agricola, sono chiamate ad affrontare.
La prima, ben espressa dal motto di Expo 2015 “Feeding the Planet – Energy fo Life”, fa riferimento all’impegno morale di garantire una produzione alimentare sufficiente a fare fronte ai fabbisogni di una popolazione mondiale in continua crescita numerica e, in molte aree, con richieste qualitative crescenti. Tale inderogabile esigenza deriva non solo da evidenti criteri etici, ma trova anche un importante fondamento socio-economico nel recente fenomeno della globalizzazione che, con il grande sviluppo dei mezzi di comunicazione e degli scambi ad essa connessi, ha innescato importanti flussi migratori dalle aree di minore sviluppo e in cui permangono importanti problemi di fame e di sottonutrizione, verso le aree privilegiate che non potranno essere contenuti e controllati senza un adeguato impegno per la creazione in loco di condizioni di vita migliori.
Intimamente connessa e collegata alla precedente, è la necessità che ciò avvenga nel rispetto e nella salvaguardia delle risorse del pianeta Terra che sono un bene comune da conservare e trasmettere alle generazioni future. Si tratta, quindi, di fare fronte al necessario incremento della produzione alimentare in modo ecosostenibile, ossia nel rispetto del terreno e dell’ambiente.
E' in questa direzione in cui si sta muovendo il settore R&D in Europa. La progressiva introduzione dell’elettronica e dell’informatica, ossia in sintesi delle ICT (Information and Communication Technologies), sta trasformando le macchine da semplice mezzo per l’aumento della produttività del lavoro dell’uomo in dispositivi “intelligenti” in grado di interagire con l’ambiente ed elaborare e trasmettere informazioni.
Le nuove tecnologie dell’agricoltura di precisione, basate sui nuovi sistemi satellitari che offrono accuratezza e precisione di localizzazione dell’ordine di un centimetro e su sensori e sistemi di automazione e regolazione altamente sofisticati, consentono operazioni sito-specifiche in cui le macchine possono leggere l’ambiente in cui stanno operando e adeguarsi alle esigenze del terreno e delle colture. La distribuzione degli input chimici può così avvenire esclusivamente quando e dove effettivamente richiesto e nella quantità rigorosamente necessaria ed effettivamente utilizzata dalle piante (Variable Rate Technology – VRT), evitando così il danno ambientale derivante da inutili dispersioni nell’ambiente di prodotto.
L’alto livello di precisione e accuratezza raggiunto delle tecniche di localizzazione, ha portato allo sviluppo di avanzati sistemi di ausilio alla guida che, soprattutto con macchine di distribuzione di grandi dimensioni, forniscono all’operatore indicazioni per il mantenimento dell’esatta linea di lavoro con importanti benefici, sia in termini di produttività, sia evitando sovrapposizioni e/o aree non trattate.
La distribuzione VRT di fertilizzanti e pesticidi consente di ridurre in percentuale variabile dal 10 al 50% la quantità di prodotto utilizzato, mentre i sistemi di guida automatica e di controllo della larghezza di distribuzione portano a un’ulteriore riduzione del prodotto immesso nell’ambiente dell’ordine del 5-10%.
La sempre maggiore precisione dei sistemi GPS, lo sviluppo di nuovi sensori e la crescita esponenziale della potenza di calcolo dei sistemi informatici, ha dato una grande spinta alla ricerca per lo sviluppo di macchine capaci di operare in modo autonomo. Anche se le difficoltà tecniche e scientifiche legate a una loro applicazione pratica non sono ancora completamente superate, sono già disponibili soluzioni robotizzate in grado di gestire integralmente lo svolgimento di operazioni specifiche, quali la mungitura, l’alimentazione animale, il diserbo ecc., mentre sempre più numerosi sono i prototipi sperimentali di macchine motrici a guida completamente autonoma, in grado di operare senza conduttore a bordo.
Un altro tema, di particolare rilevanza ai fini della sostenibilità ambientale della meccanizzazione, riguarda la riduzione e l’ottimizzazione dell’uso dell’energia, sia in termini economici e di risparmio energetico, sia ai fini ambientali, per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra.
Importante è stato l’impegno della ricerca e della politica europea per lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile derivanti da prodotti e, soprattutto, da sottoprodotti agricoli.
L’ultimo decennio ha visto il crescente sviluppo di trattori alimentati con combustibili da biomassa, in particolare biocombustibili di seconda generazione, derivanti da materiali lignocellulosici, e biogas che consentono un forte abbattimento delle emissioni di gas serra. In particolare nel caso di alimentazione con biometano, le emissioni di anidride carbonica vengono praticamente annullate e le emissioni complessive ridotte dell’80% rispetto a un’alimentazione tradizionale.
Un ulteriore elemento di sviluppo che ricoprirà un importante ruolo nell’evoluzione della meccanizzazione in Europa, ai fini di una più razionale ed efficiente utilizzazione dell’energia, è costituito dalla recente e progressiva diffusione dell’uso dell’energia elettrica sulle macchine mobili. Introdotta in tempi recenti in sostituzione delle trasmissioni meccaniche e idrostatiche – rispetto alle quali offre caratteristiche di leggerezza, flessibilità e facilità di regolazione e controllo di gran lunga migliori – per l’azionamento di componenti e organi operativi di macchine motrici e operatrici, questa forma di energia è ora oggetto di grande attenzione da parte dei costruttori anche per l’alimentazione elettrica/ibrida del motore principale delle macchine motrici.
In parallelo alla grande meccanizzazione destinata a garantire una produzione economica e sostenibile delle principali “commodities” alimentari, altre due sono le più importanti linee di sviluppo che caratterizzeranno la produzione europea di macchine e impianti nei prossimi anni.
L’evoluzione dei consumi alimentari nei paesi altamente industrializzati vede attribuire una sempre maggiore importanza agli aspetti edonistici e qualitativi degli alimenti da parte dei consumatori.
La meccanizzazione specializzata, destinata a colture di alto reddito e produzioni fortemente caratterizzate dal punto di vista qualitativo, costituisce un settore destinato ad avere un sempre maggiore sviluppo. Macchine specifiche per la meccanizzazione di colture di pregio in zone tipiche, prodotti di quarta gamma, noci da frutto, ecc., sebbene contenute in termini quantitativi, caratterizzeranno in modo importante il futuro sviluppo della meccanizzazione europea. Infine un settore oggi trascurato, ma che dovrà trovare adeguata attenzione, è quello dello sviluppo di tecnologie appropriate per aiutare la progressiva crescita della produzione agricola nelle aree meno sviluppate, dove permangono gravissimi e irrisolti problemi di fame e sottonutrizione.
L’analisi prospettica della dinamica demografica mostra con chiara evidenza che la dirompente crescita della popolazione globale dei prossimi decenni sarà concentrata nelle regioni a basso livello di sviluppo e, in particolare, nel continente africano, che nel 2050 raggiungerà un numero di abitanti prossimo a 2,5 miliardi.
Un reale ed efficace processo di sviluppo dell’agricoltura, che consenta una produzione alimentare sufficiente per fare fronte ai fabbisogni delle popolazioni locali, è oggi un ineludibile impegno morale cui i paesi industrializzati sono chiamati. Da qui, pertanto, la necessità che l’industria europea delle macchine agricole metta in gioco il proprio enorme capitale di versatilità, esperienza e alta professionalità per lo sviluppo di una meccanizzazione appropriata, ossia sostenibile in termini ambientali e coerente con le condizioni economiche, sociali e culturali locali.