Fao e Cema uniti per una meccanizzazione sostenibile
Il 2 ottobre scorso le due organizzazioni hanno sottoscritto, presso la sede FAO a Roma, un protocollo d'intesa per incentivare la meccanizzazione nei Paesi in via di sviluppo, in una prospettiva di sostenibilità e di salvaguardia ambientale
La FAO e il Cema, l’associazione europea dei costruttori di macchine agricole, di cui FederUnacoma è uno dei membri storici, hanno sottoscritto, il 2 ottobre a Roma presso la sede FAO, un protocollo d’intesa finalizzato ad incentivare, nei Paesi in via di Sviluppo, l’utilizzo di tecnologie meccaniche sostenibili applicate all’agricoltura. Secondo quanto previsto dall’accordo – sottoscritto dal Vicedirettore Generale del Dipartimento FAO per l’Agricoltura e la protezione dei consumatori Ren Wang, e dal presidente del Cema Richard Markell, presente anche il responsabile FederUnacoma per gli affari comunitari Marco Pezzini – le due organizzazioni, oltre a promuovere la diffusione di buone pratiche e la realizzazione di iniziative specifiche in materia di meccanizzazione agricola sostenibile, collaboreranno allo sviluppo di programmi tecnici tesi ad incentivare i processi di innovazione nel comparto agromeccanico. Se si adotta un approccio sostenibile – ha spiegato Ren Wang – la meccanizzazione può davvero cambiare il modo di fare agricoltura. L’impiego delle tecnologie meccaniche consente infatti non solo di migliorare l’appeal del settore primario, rendendo più agevole il modo di lavorare nei campi, ma di razionalizzare i processi produttivi, superando eventuali criticità legate tanto al fattore tempo quanto al fattore lavoro, e di ridurre l’impatto ambientale del settore agricolo. Se intesa in modo personalizzato, inclusivo e integrato – ha aggiunto Richard Markell – la meccanizzazione agricola può realmente fare le differenza aumentando il benessere delle campagne, creando dinamiche positive e possibilità di crescita economica per le aree rurali. Il Cema è desideroso di collaborare con la FAO per affrontare queste tematiche. Il focus iniziale della partnership FAO-Cema è centrato su attività finalizzate alla “costruzione di capacità” nel continente africano, dove nella piccola proprietà agraria il lavoro manuale continua ad essere prevalente. Nell’Africa Sub-Sahariana, ad esempio, il 65% degli interventi di lavorazione del terreno viene ancora eseguito con la “forza delle braccia”, a fronte del 40% nell’Asia Orientale, del 30% nell’Asia Meridionale e del 25% in America Latina e Caraibi.
Tecnologie meccaniche e sostenibilità
Grazie alla meccanizzazione agricola è possibile portare a termine, nel momento giusto e con una maggiore efficienza, una molteplicità di operazioni, risparmiando lavoro ed energia. Tuttavia, affinché sia possibile aumentare in modo sostenibile la resa produttiva delle coltivazioni, è necessario che i mezzi meccanici siano adatti al contesto sociale, economico e ambientale nel quale devono essere impiegati. Uno degli esempi che si possono fare al riguardo è quello delle piccole trattrici a basso regime di potenza; macchine che possono essere abbinate a seminatrici in grado di deporre il seme direttamente nel terreno senza alcun tipo di lavorazione del suolo. Rispetto alle procedure tradizionali, che prevedono la lavorazione del terreno, la semina diretta è di gran lunga più vantaggiosa sia dal punto di vista dei consumi di energia sia da quello del risparmio di tempo. Inoltre, grazie alla semina diretta è possibile di ridurre le perdite e, se applicata a tecniche conservative, incrementare le rese nel lungo periodo. Questa pratica ha anche un impatto ambientale positivo poiché, oltre a rispettare la biodiversità, non determina fenomeni né di erosione dei suoli né di compattamento del terreno. Tra l’altro, le macchine per la semina diretta possono essere utilizzate anche con la trazione animale e, all’occorrenza, possono trasformarsi in piccoli carretti adatti al trasporto di merci e persone. I trattori a basso regime di potenza e i motori stazionari possono poi essere usati dai piccoli coltivatori per gestire altri macchinari agricoli, quali pompe, trebbiatrici e frantoi. In questo modo è possibile non soltanto migliorare il modo di lavorare nei campi e aumentare la produttività, ma risolvere problemi relativi, ad esempio, alla carenza di manodopera e alla durata dei cicli operativi. Un altro esempio di macchine manuali che hanno un grande impatto sull’ottimizzazione del lavoro è quello degli utensili per sgusciare il mais e delle pompe dei pozzi.
La meccanizzazione nella filiera della post-produzione
Il ricorso alle tecnologie meccaniche contribuisce a rendere più efficienti operazioni di post-produzione quali la raccolta, il trattamento, il packaging, lo stoccaggio, il trasporto e la commercializzazione. Ma la meccanizzazione è importante anche per mantenere intatta la qualità e l’igiene del cibo nella filiera della produzione. Tecnologie quali i sistemi di refrigerazione e di packaging consentono di aggiungere valore ai prodotti agricoli, agevolando l’accesso ai mercati. Inoltre, queste tecnologie sono essenziali per ridurre le perdite e gli scarti di cibo.
Per molti anni la FAO ha aiutato a sviluppare strategie di sviluppo sostenibile della meccanizzazione agricola. La partnership tra le due organizzazioni prende dunque le mosse proprio da questo bagaglio di esperienze maturate dalla FAO e dal suo raggio d’azione globale, cui si aggiungono le competenze tecnologiche e pratiche che il Cema può vantare in tema di meccanizzazione, oltre ai forti legami che l’associazione dei costruttori europei ha sviluppato con il settore pubblico e privato.