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Reportage

Bioenergie: incontro a Bologna, sulla strada per Parigi

Il tema delle energie rinnovabili, e delle bioenergie in particolare, tornerà di grande attualità nel corso del 2015 in occasione del vertice di Parigi sulla riduzione delle emissioni. Itabia e FederUnacoma hanno colto l'occasione di EIMA International per sviluppare un dibattito e per avviare un confronto sugli strumenti di programmazione in tema di energie rinnovabili e sulla possibilità di applicare anche in Paesi esteri modelli di sviluppo del settore progettati e messi a punto in Italia

di Matteo Monni
Dicembre 2014 | Back

Si è recentemente conclusa a Lima in Perù la conferenza ONU sui cambiamenti climatici. Da questa importante convention è scaturito un documento, sottoscritto dalle delegazioni dei 145 Paesi partecipanti, per giungere ad  un accordo globale e vincolante con cui limitare il riscaldamento della Terra. Questo rappresenterà la base con cui affrontare il vertice di Parigi in programma nel 2015, per stabilire – dopo il Protocollo di Kyoto – impegni “quantificabili” ed “equi” di riduzione delle emissioni, oltre ad una dettagliata informazione sulle azioni da seguire. Per tutti i Paesi coinvolti in questo processo sarà necessario dare prova di diplomazia e capacità di dialogo per stabilire le sinergie necessarie a superare i contrasti tra i paesi industrializzati e le nazioni in via di sviluppo diversamente coinvolti e responsabili del riscaldamento globale. In questo quadro anche l’EIMA International di quest’anno – forte del Salone EIMA Energy che rappresenta un presidio specialistico sul tema delle bioenergie – ha contribuito a promuovere il dibattito e a favorire lo scambio di esperienze a livello nazionale e internazionale.

Nell’ampio programma di convegni della kermesse organizzata da FederUnacoma il primo è stato quello realizzato in collaborazione con Itabia sul tema “Biomasse e territorio: esperienze made in Italy per i nuovi mercati internazionali”. L’impegno che l’Italia ha rivolto alla valorizzazione energetica delle biomasse – questo è emerso nel corso del convegno – ha prodotto negli ultimi anni dei modelli virtuosi di filiera, replicabili nel Paese ed esportabili all’estero. Questo settore infatti, oltre a produrre ricadute positive sull’ambiente e sul territorio, ha generato decine di migliaia di posti di lavoro diretti e indiretti integrando il reddito di molte aziende operanti nel settore primario. Oggi in Italia, così come su scala globale, è indispensabile ripensare il paradigma economico e sociale fissando l’attenzione sui problemi riguardanti la tutela dell’ambiente e la salute delle persone. Del resto proprio partendo da questi presupposti e considerando anche gli obiettivi vincolanti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MiPAAF) si è attivato per la costituzione di uno specifico organismo di concertazione sul tema delle bioenergie, per rilanciare il potenziale agricolo e forestale del nostro Paese per la lotta al cambiamento climatico, la salvaguardia ambientale e la progressiva “decarbonizzazione” dei consumi energetici. In questo quadro il Ministero ha costituito, nell’aprile 2012, il Tavolo di Filiera per le Bioenergie, chiamando a farne parte i principali operatori del comparto, ricercatori, rappresentanti di categoria, associazioni ambientaliste ed amministrazioni pubbliche attive a livello centrale, regionale e locale. Come primo approccio metodologico – questo un ulteriore elemento emerso nel corso del convegno FederUnacoma/Itabia – si è stabilito di creare tre distinti gruppi di lavoro per altrettante aree tematiche ritenute di importanza prioritaria per lo sviluppo del settore. Queste sono: 1) La tecnologia: biomasse, biocarburanti e bioliquidi, biogas e biometano, chimica verde (coordinato da  Vito Pignatelli, presidente di Itabia e coordinatore delle attività di ricerca su biomasse e bioenergie dell’Enea); 2) La scienza: ricerca, sviluppo e indagini statistiche (coordinato da Luigi Pari, ricercatore del CRA); 3) La governance: legislativo e semplificazione normativa (coordinato da Sofia Mannelli presidente di Chimica Verde Bionet). Dalla cooperazione nata internamente ai gruppi di lavoro è stato possibile effettuare la raccolta di tutte le informazioni utili a restituire un quadro completo dello stato dell’arte e dei possibili scenari di sviluppo. Tali informazioni, riordinate e armonizzate in specifici report, hanno costituito il riferimento base da cui attingere per giungere al­l’elaborazione del Piano di Settore per le Bioenergie a cui Itabia ha fornito un valido contributo. Dopo due anni di attività si è finalmente giunti all’approvazione definitiva del Piano avvenuta il 5 agosto del 2014 nel cor­so della seduta della Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano. A valle dell’accordo sancito, il Sottosegretario Giuseppe Castiglione con delega per le agroenergie, ha dichiarato: “Il Piano sarà uno strumento per le Regioni che devono avvalersi delle indicazioni per lo sviluppo delle agroenergie nei territori di loro competenza”. Infatti il Piano, ampiamente condiviso con le Amministrazioni regionali, è importante anche in relazione alla necessità di inserire le azioni e gli obiettivi previsti nell’ambito dei Programmi di Sviluppo Rurale 2014-2020.

Il Piano stabilisce quindi la centralità del settore primario, e del Ministero che lo rappresenta, per guidare in modo coerente e armonico lo sviluppo della bioenergia facendo riferimento esplicitamente alle linee definite dalla Strategia Energetica Nazionale (SEN) e integrandole con azioni specifiche nel campo delle agroenergie. Questo documento offre inoltre un modello d’indirizzo adottabile per piani di sviluppo organico anche in altri Paesi nell’ottica della cooperazione tecnica, scientifica ed economica.

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