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Bioeconomia

Agricoltura sostenibile, i successi del progetto Branches

La Final Conference del Progetto BRANCHES, ospitata presso la sede centrale della FAO a Roma, ha illustrato i risultati ottenuti dal progetto europeo finanziato con il programma Horizon 2020 per agevolare lo sviluppo della bioeconomia. BRANCHES come moltiplicatore di buone pratiche

di Matteo Monni
dicembre 2023 | Back

Con la Final Conference, svoltasi a Roma presso la FAO (13-14 novembre 2023), si avvia verso la conclusione il progetto BRANCHES – Boosting RurAl Bioeconomy Networks following multi-actor approACHES – finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito delle Coordination and Support Action (CSA) del Programma Horizon 2020. L’evento conclusivo è stato organizzato in stretta collaborazione con il “Mountain Partnership Secretariat”, un’alleanza volontaria di partner (inclusa ITABIA) che opera per le Nazioni Unite. «La Mountain Partnership diffonde conoscenze, informazioni e competenze, provenienti da e tra i suoi membri, al fine di stimolare iniziative concrete con cui migliorare la qualità della vita e tutelare l’ambiente nelle aree montane di tutto il mondo. Per questi motivi - ha spiegato in apertura dei lavori la Coordinatrice Rosalaura Romeo - collaborare con il progetto BRANCHES e con i tanti stakeholder ad esso aderenti è una valida opportunità da considerare seriamente».

BRANCHES è un progetto triennale (2021-2023) al quale hanno collaborato egregiamente 12 partner in rappresentanza di 5 Paesi europei: Finlandia, Germania, Italia, Polonia e Spagna. Inoltre, sono stati coinvolti anche altri 5 Paesi – Repubblica Ceca, Lettonia, Lituania, Portogallo e Slovacchia – per il trasferimento delle conoscenze e la condivisione dei risultati conseguiti. Il contesto di riferimento è molto ampio, abbracciando i tanti temi della green economy, dalla gestione dello spazio rurale fino alla biobased industry, inclusa la bioenergia. In tale ottica, BRANCHES – attraverso la diffusione dell’innovazione tecnologica – ha cercato di accelerare lo sviluppo delle filiere produttive basate sulla biomassa, una risorsa rinnovabile e ampiamente disponibile in ambito agricolo e forestale. Il successo del progetto, coordinato da LUKE (importante Ente di Ricerca Finlandese), è stato decretato dal livello qualitativo e quantitativo dei risultati conseguiti. Tra questi, un posto d’onore va alla descrizione di più di 60 buone pratiche di bioeconomia, tutti esempi virtuosi e concreti riguardanti imprese, amministrazioni, tecnologie e sperimentazione. Questi modelli replicabili sono stati sintetizzati in schede chiare, esaustive e di piacevole lettura. Inoltre, ciascuno dei Paesi partner ha creato una rete di stakeholder (National Thematic Network) coinvolgendo aziende, enti di ricerca, associazioni di categoria, pubbliche amministrazioni. Un tema molto trattato e ben descritto è stato quello delle filiere energetiche legate all’impiego delle biomasse. In tale ambito l’elemento innovativo di maggior peso è stato senz’altro quello dell’organizzazione dei cantieri forestali e agricoli dove la moderna meccanizzazione gioca un ruolo centrale sul piano della sostenibilità nelle fasi movimentazione e trasformazione della materia prima.

Nel complesso sono stati direttamente coinvolti circa 660 esperti, che a loro volta hanno fatto da “cassa di risonanza” per arrivare a raggiungere diverse migliaia di altri professionisti. Nel corso del progetto, il tema del trasferimento delle conoscenze sulla bioeconomia circolare e del suo potenziale di sviluppo in ambito agroforestale è stato affrontato attraverso: 40 workshop tematici seguiti da più di 1.600 persone; 10 visite tecniche con circa 2.500 partecipanti; 25 audiovisivi appositamente realizzati; una serie di interviste rivolte ad una ventina di imprenditori italiani ed esteri da cui ha preso forma il factsheet intitolato “Bioenergy in a time of crisis”. Questo documento – nato  da un’idea di Raffaele Spinelli (CNR - IBE) – evidenzia le conseguenze della pandemia di COVID 19 e della guerra in Ucraina sulle imprese operanti nel comparto della bioeconomia e bioenergia. Come era in parte prevedibile, ma non scontato, è emerso che gli impatti legati all’aumento del prezzo dell'energia e delle materie prime, sono stati ben ammortizzati da chi aveva accesso diretto a fonti e a materie prime rinnovabili, in particolare biomasse di provenienza locale.

La Conferenza Finale di BRANCHES oltre fare il punto sui risultati ottenuti – che per altri tre anni saranno scaricabili dal sito del progetto (www.branchesproject.eu) – ha voluto anche assicurare una continuità a tutto il lavoro svolto. In tale ottica un aspetto molto apprezzato dalle due Policy Officer della Direzione Generale Agri della Commissione Europea (Natalia Brzezina e Alessandra Sasso) è stata la forte sinergia attivata con altri progetti Horizon analoghi (es. RuralBioUP e BIOrural) che proseguendo fino al 2025 potranno capitalizzare, con un simbolico passaggio del testimone, le tante preziose informazioni raccolte da BRANCHES.

Per estendere ulteriormente l’operato del Progetto oltre la sfera dei partner e dei rispettivi gruppi di stakeholder, ITABIA Italian Biomass Association – responsabile della comunicazione di BRANCHES – ha coinvolto nella discussione conclusiva del convegno personaggi di rilievo sul piano tecnico e strategico. Tra questi è intervenuto il professor Fabio Fava (Università di Bologna), uno dei massimi esperti italiani di bioeconomia (oltre 210 pubblicazioni internazionali) che siede, per nomina ministeriale, sui più prestigiosi tavoli del settore, sia a livello italiano (CNBBSV - Comitato Nazionale per la Biosicurezza, la Biotecnologie e le Scienze della Vita) che europeo (Horizon Europe - Cluster 6 “Food, bioeconomy, natural resources, agriculture and environment”; CBEJU - Circular Bio-based Europe Joint Undertaking). Inoltre, anche il settore primario italiano è stato ben rappresentato dal dottor Enrico Pompei, direttore del Dipartimento delle politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del MASAF (Ministero dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Forestale). Entrambi hanno fornito elementi di grande interesse in merito alle strategie di sviluppo della bioeconomia in ambito rurale – europeo e nazionale – cogliendo il valore di progetti come BRANCHES nel trasferimento delle conoscenze e nel creare reti di professionisti interessati a collaborare per centrare gli obiettivi sfidanti del Green Deal. 

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