Una seminatrice sperimentale contro le infestanti
Un pool di ricercatori del Crea Foggia ha portato a termine un programma di prove con una nuova seminatrice che promette vantaggi considerevoli nella coltivazione del grano
I seminativi dei cereali a paglia, oggi più che mai necessari per l’alimentazione mondiale, nelle prime delicate fasi di sviluppo in campo devono essere mantenuti esenti da infestanti. In linea teorica, questa è la base di partenza per ottenere le massime rese produttive e una soddisfacente redditività per gli agricoltori. La chimica mette a disposizione sostanze più o meno efficaci per raggiungere lo scopo, ma non è in grado, nella stragrande maggioranza delle situazioni, di risolvere da sola tutte le problematiche, dovendosi quindi affidare anche a tutte le altre tecniche agronomiche in grado di eliminare o perlomeno rallentare i danni provocati da precoci e rilevanti emergenze delle malerbe sia graminacee che dicotiledoni. D’altra parte, nei sistemi cerealicoli sia di tipo biologico sia di tipo convenzionale, le infestanti sono un problema serio per il danno produttivo e qualitativo che esse determinano.
Per limitare al minimo i danni delle malerbe è possibile agire con sistemi preventivi (falsa semina, lavorazione del terreno, colture di copertura, ecc.), interventi diretti (strigliatura) e metodi indiretti (scelta di varietà competitive, densità di semina, epoca di semina). In particolare, i metodi indiretti di controllo hanno come obiettivo prioritario quello di migliorare l’abilità competitiva della coltura nei confronti delle erbe infestanti. La densità di semina può essere un sistema efficace con il quale incrementare le capacità competitive della coltura, perché una densità elevata si ripercuote positivamente sul controllo delle infestanti anche se non sempre è compatibile con le caratteristiche produttive della coltura.
Il CREA – Centro di ricerca per la cerealicoltura (CER) di Foggia – ha sviluppato e messo a punto un nuovo prototipo di seminatrice, dotata di organi lavoranti mobili in grado di: ottimizzare la disposizione spaziale dei semi, garantire una migliore e più rapida copertura del suolo da parte della coltura e assicurare alla coltura una maggiore abilità competitiva nei confronti delle erbe infestanti. Questa macchina è capace di distribuire il seme in file distanti pochi centimetri (≤ 5 cm), simulando una semina a spaglio e assicurando, però, una corretta profondità di semina. In queste condizioni, utilizzando una dose di semina compresa tra 200-250 kg/ha, è garantita una migliore omogeneità di distribuzione delle piante nello spazio, ossia la distanza delle piante sulla fila è prossima alla distanza delle piante tra le fila. In questo modo la presenza delle infestanti si è ridotta al diminuire della larghezza tra le fila, per tutte le dosi di semina e per le varietà di cereale utilizzate, segnatamente la Senatore Cappelli (varietà antica a taglia alta) e PR22D89 (varietà moderna a taglia bassa). Il metodo di semina, sperimentato dai ricercatori del Crea modificando la disposizione geometrica delle piante in campo, ottimizza lo spazio per ciascuna pianta in termini di disponibilità di luce, acqua e sostanze nutritive ed esercita una maggiore azione competitiva nei confronti delle erbe infestati. Il lavoro svolto contribuisce a limitare il consumo di prodotti fitosanitari, anche in armonia con la direttiva 2009/128/CE del 21 ottobre 2009 e dal decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150 (art. 3 comma 8). La seminatrice,visto il buon funzionamento, presto sarà messa sul mercato dall’azienda 4F di Franco e Fernando Fratta.