Un patto con gli istituti agrari per lo sviluppo delle competenze
Al salone della meccanica agricola siglato un accordo per la formazione dei giovani imprenditori e lavoratori del settore. Firmatari la rete degli istituti agrari,Agia, Agricoltura è Vita, Cia e FederUnacoma
Favorire il rinnovo generazionale, rendere maggiormente attrattivo il sistema agricolo, creare occupazione nelle aree rurali. Sono gli obiettivi per il settore agricolo fissati a Bruxelles con il Pact for Skills, piano quinquennale per lo sviluppo delle competenze professionali dei lavoratori. Sulla scia di questo programma, che promuove la cultura dell’apprendimento permanente, il monitoraggio dell’offerta e della domanda di competenze e la parità di genere nell’accesso al lavoro, si inserisce il nuovo accordo siglato a novembre nel contesto dell’EIMA per sostenere lo sviluppo delle competenze. Un accordo che coinvolge l’industria del settore, rappresentata da FederUnacoma, gli agricoltori riuniti nelle due associazioni Cia e Agia, la rete degli istituti tecnici agrari “Senza Frontiere”, a cui fanno capo 39 scuole, e l’ente di ricerca e formazione di Cia, Agricoltura è Vita. Le sfide che devono affrontare gli operatori della filiera sono tante, dal cambiamento climatico alla sostenibilità della produzione fino a rendere più attrattivo per i giovani il mondo agricolo. «Il livello di innovazione tecnologica che abbiamo raggiunto è molto elevato – ha detto nell’occasione Enrico Calentini, presidente di Agia – ma l’innovazione di cui vediamo i risultati nei campi, tra droni e robot, va governata. Non possiamo semplicemente aprire il libretto delle istruzioni, serve un processo di formazione e aggiornamento continuo. Anche perché con la nuova Pac non sappiamo come sarà il mercato nei prossimi anni». L’attività di formazione programmata per l’Italia si inserisce nel vasto quadro europeo in cui il sistema agricolo conta 11 milioni di aziende e 22 mila cooperative, per un totale di 22 milioni di lavoratori, dei quali il 51% con un livello di istruzione medio. Numeri che rappresentano la base da cui partire per immaginare nuovi modelli formativi pensati per i coltivatori del futuro, valorizzando anche il ruolo degli enti di formazione. «Enti che – spiega Matteo Ansanelli, presidente di Agricoltura è Vita – hanno avuto un ruolo decisivo nell’affiancare i coltivatori nel percorso verso l’imprenditorialità».