Serie F e C, le trapiantatrici veloci firmate Sfoggia
Nella gamma di trapiantatrici Sfoggia – “core business” della casa trevigiana insieme alle macchine per la semina – si segnalano in particolare i modelli delle serie F e C. Si tratta di applicazioni semiautomatiche polivalenti, pensate per la lavorazione di piantine a zolla provenienti da contenitori alveolari (pomodoro, peperone, insalata, lattuga, radicchio, cavolo, tabacco, ecc.) e dotate di un sistema di distribuzione grazie al quale un operatore può trapiantare contemporaneamente due file. Entrambe le serie sono equipaggiate con un bilanciere, che permette al gruppo di trapianto di seguire il profilo del terreno e di adattarsi ad esso, e con distributori a becchi di nylon, che impediscono alla torba delle piante di rimanere attaccata alla pareti, agevolando in tal modo le operazioni di pulizia e riducendo i tempi di lavoro della trapiantatrice. Comune ad entrambi i modelli è anche la produttività media – pari a circa 7 mila piante l’ora per operatore – e, nell’allestimento base, la disponibilità del sistema a ghigliottina per sostenere il prodotto. Ciò che invece li differenzia è il tipo di prodotto per il quale sono state progettate. La trapiantatrice F è infatti provvista di un tubo di discesa piante di acciaio inox (quello del modello C è di acciaio verniciato) e di un vomere più ampio per l’apertura del solco, adatti cioè alle piantine con apparato fogliare voluminoso (quali cavolo o tabacco); su entrambe le macchine il vomere è di materiale ad alta resistenza (acciaio al boro temprato) ed è pertanto in grado di sopportare i carichi di lavoro pesanti anche sui terreni più impegnativi. Tre le versioni previste da Sfoggia per le serie F e C: a 10, 12 e 18 tazze, con una larghezza interfilare compresa tra 30 e 60 cm per la prima, 40 e 70 cm per la seconda, tra 60 e 120 cm per l’applicazione a 18 tazze.