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Reportage

Salone Energy, nel segno della bioeconomia

L'edizione 2016 dell'EIMA ha previsto, oltre all'esposizione delle tecnologie, un ricco calendario di iniziative di carattere informativo e divulgativo, che hanno in parte coinvolto anche giovani studenti. Il quadro nel quale si collocano le attività legate alle fonti energetiche d'origine agricola è ormai quello più generale della bioeconomia, nella quale l'agricoltura può essere grande protagonista

di Matteo Monni
dicembre 2016 | Back

A valle della recente EIMA International il bilancio della sezione Energy, coordinata da ITABIA, risulta più che positivo, non soltanto per i contenuti tecnici della rassegna e delle prove dimostrative ma anche per la partecipazione di pubblico alle molteplici iniziative programmate. Il tema della biomassa – risorsa preziosa dai plurimi impieghi – è stato dettagliatamente trattato fornendo una visione del considerevole contributo che da essa può derivare nel percorso di decarbonizzazione dell’economia verso paradigmi produttivi sempre più sostenibili. Proprio durante lo svolgimento dell’EIMA, si teneva a Marrakesh (7-18 novembre 2016) la 22° edizione della Conferenza sul cambiamento climatico prevista dalla Convenzione delle Nazioni Unite per affrontare i punti chiave dell’Accordo di Parigi del 2015. Se in Francia l’obiettivo della COP21 è stato definire “cosa fare” per ridurre l’aumento della temperatura globale, in Marocco si è andati per stabilire “come fare”.

Purtroppo l’attuazione di una strategia adeguata e largamente condivisa (196 Paesi coinvolti) richiederà tempi e impegni che poco si adattano all’urgenza della situazione. Tuttavia, nelle dichiarazioni conclusive della COP22, non mancano passaggi che fanno ben sperare; come la seguente affermazione: «quest’anno, abbiamo assistito ad uno straordinario slancio per contrastare il cambiamento climatico in tutto il mondo e in molti forum multilaterali. Questo slancio irreversibile – è guidato non solo dai governi, ma anche dalla scienza, dal business e dall’azione globale di tutti i tipi a tutti i livelli». In questo quadro EIMA Energy ha voluto enfatizzare l’importanza di un reale coinvolgimento dei diversi soggetti che possono concorrere al conseguimento di un obiettivo così ambizioso e importante. Lo sforzo maggiore è stato proprio quello di progettare delle iniziative di taglio sia divulgativo che tecnico, con cui facilitare il dialogo tra il mondo della ricerca, l’industria, le associazioni di categoria, gli operatori agricoli e gli studenti. Proprio agli studenti, che rappresentano il futuro del nostro Paese, è stato indirizzato un seminario specifico sulla Bioeconomia, dove sono state illustrate alcune  filiere promettenti per l’impiego delle biomasse. A tale seminario ha partecipato con entusiasmo l’istituto tecnico industriale Montani di Fermo rappresentato da alunni e docenti di tre classi dell’indirizzo in Agraria, agroalimentare e Agroindustria (Produzioni e Trasformazioni). I ragazzi hanno avuto modo di apprendere che – oltre all’impiego energetico – le biomasse costituiscono un’eccellente risorsa per molti settori industriali oggi interessati a produrre secondo criteri sostenibili in un’ottica di economia circolare. Si è parlato in particolare di prodotti naturali e a basso impatto ambientale nel campo della nutraceutica, cosmesi e detergenza, imballaggi, molecole attive, fibre, bioedilizia, ecc. Il taglio divulgativo delle relazioni ha reso accessibili le tante informazioni di carattere tecnico-scientifico e commerciale mantenendo alto il livello di attenzione e degli studenti e stimolandone la curiosità. Questa iniziativa, apprezzata dagli insegnati dell’Istituto Montani, ha soddisfatto anche i relatori coinvolti (ITABIA, Chimica Verde Bionet, CREA CIN, Federcanapa, Officina Naturae) che hanno fornito spunti di riflessioni sulla multifunzionalità delle aziende agricole in chiave sostenibile, illustrando campi d’applicazione innovativi e buone pratiche. Nella programmazione dei workshop di EIMA Energy non potevano però mancare delle occasioni di maggior approfondimento sulle filiere della bioenergia. Tra queste quella del biogas è stata trattata in riferimento alle nuove frontiere tecnologiche aperte dalla ricerca scientifica per un più ampio impiego di residui. Oggi la tecnologia per la produzione di biogas è ben conosciuta e sviluppata, e ha portato alla realizzazione di un gran numero di impianti diffusi sul territorio nazionale, in particolare nel settore agro-zootecnico. La sostenibilità economica di tali impianti è però fortemente legata agli incentivi esistenti sia per la produzione di elettricità rinnovabile sia, in prospettiva, per quella di biometano, per cui il futuro sviluppo del settore dipenderà dalla possibilità di: 1) ampliare la gamma di materie prime utilizzabili, con particolare riferimento a biomasse residuali ad alto contenuto di cellulosa, ampiamente disponibili e a basso costo; 2) migliorare l’efficienza complessiva del processo, sia per quel che riguarda la produzione di biogas sia – soprattutto in vista della produzione di biometano – incrementando significativamente il contenuto in metano dello stesso. Questo seminario ha permesso di rendere noti ad un pubblico di operatori del settore i risultati di alcune ricerche svolte presso i laboratori dell’ENEA su queste tematiche e di discuterne le prospettive di trasferimento e applicazione industriale. Per tutte le iniziative è stata prevista una copertura mediatica con interviste, dirette televisive, comunicati stampa e pubblicazione online delle presentazioni discusse nei seminari. Tale attenzione alla comunicazione e alla divulgazione delle buone pratiche attivate in Italia nel settore della bioeconomia in senso lato e della bioenergia in particolare, evidenziano la serietà e l’impegno con cui EIMA International da anni sostiene con tutti gli strumenti di cui dispone un settore di grande importanza strategica. La valorizzazione della biomassa, del resto, può fornire un contributo estremamente importante per contrastare il cambiamento climatico. Questo non solo perché si sostituisce a prodotti e vettori energetici di origine fossile, ma anche perché consente di stoccare carbonio nei suoli agricoli e forestali ben gestiti. Come ha dichiarato Gianni Silvestrini – direttore scientifico del Kyoto Club – «È possibile che nei prossimi anni, come già fatto in passato per le foreste, si possa a livello del processo negoziale sul clima dare un valore economico al carbonio stoccato nei suoli. In questo modo gli agricoltori potranno avere a disposizione tre tipi di risorse: i prodotti della terra, la produzione di energia, e infine il valore economico del carbonio stoccato nel suolo».

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