Piattaforme di raccolta pieghevoli, una tecnologia avanzata
L'innovazione nel settore delle testate pieghevoli è volta a soddisfare le principali necessità degli utilizzatori che consistono nella riduzione dei tempi morti, nell'incremento delle capacità operative, specie in caso di condizioni di raccolta sfavorevoli e nella possibilità di adattamento a colture differenti. Prima di accoppiare una testata non proposta dal costruttore della macchina è opportuno effettuare le verifiche del caso, e controllare, ad esempio, che una volta effettuato l'accoppiamento permangano i requisiti che consentono la circolazione su strada
Le varie tipologie di testate raccoglitrici (o piattaforme di taglio) per mietitrebbiatrici, differiscono tra loro in maniera piuttosto accentuata, ma si accomunano per il fatto di realizzare il distacco dei fusti o delle loro parti utili, per poi indirizzare il prodotto raccolto verso la parte interna della macchina che opererà la separazione e la pulizia (trebbiabitura). Le varie tipologie di piattaforme sono sempre incernierate al loro telaio portante, onde permetterne la regolazione in altezza che una volta veniva effettuata manualmente, ma quasi sempre oggi avviene in maniera automatica grazie ad appositi sensori e attuatori che in molti casi permettono anche delle regolazioni sul piano trasversale. Le testate utilizzate sul territorio italiano hanno larghezze di lavoro mediamente inferiori rispetto a quelle impiegate oltralpe o comunque in tutte quelle condizioni dove le dimensioni dei campi sono maggiori di quelle nostrane. Benché esistano in commercio testate con larghezze di lavoro che vanno mediamente da circa 3 metri fino ad oltre 12 metri, spesso in Italia si preferisce impiegare anche sulle macchine più grandi e potenti testate da circa 7-8 m, utilizzando se del caso velocità di avanzamento in campo maggiori rispetto a quelle comunemente utilizzate all’estero per compensare la minor dimensione della testata, e garantire comunque il corretto afflusso di prodotto agli organi interni della mietitrebbiatrice. La ricerca attuale è tesa a soddisfare le principali necessità degli utilizzatori, rappresentati nella maggior parte dei casi da contoterzisti, che stanno nella riduzione dei tempi morti, nell’incremento delle capacità operative specie in caso di condizioni di raccolta sfavorevoli (es. prodotti allettati), nella possibilità di adattamento a colture differenti. Per quanto concerne la riduzione dei tempi morti l’evoluzione è sempre più tesa al contenimento dei tempi di collegamento-scollegamento tra testata e mietitrebbiatrice, per facilitare i trasferimenti su strada, che nel caso di testate tradizionali prevedono lo scollegamento della testata dal resto del corpo macchina e il suo posizionamento in senso longitudinale rispetto all’avanzamento su di un apposito carrello di traino. Nonostante la notevole diminuzione dei tempi per il collegamento e lo scollegamento delle tesate fisse, resa possibile in tempi più recenti anche dall’introduzione dei gruppi idraulici con “quick-coupling”, occorre rilevare che comunque con tali moderne soluzioni i tempi di sgancio dal canale elevatore, posizionamento sul carrello di trasporto, collegamento al gancio posteriore e successivo riaggancio al canale elevatore, risultano quantificabili in almeno 15-20 minuti. Si tratta di un gran passo avanti rispetto a uno-due decenni fa, quando i medesimi tempi andavano almeno raddoppiati, ma si tratta comunque di tempistiche ben superiori rispetto al semplice ripiegamento su se stesse per il trasporto su strada, che può essere effettuato con le testate pieghevoli anche in meno di un minuto. Come è ovvio immaginare non è una differenza di poco conto per chi è costretto ad effettuare questa operazione molte volte in un solo giorno, non a caso nel nostro paese, sempre per via di una esigua dimensione media dei campi, le testate pieghevoli riscuotono molto più interesse rispetto a quanto avviene ad esempio in Francia, Germania o negli Stati Uniti. Si tratta di testate offerte in qualche caso anche come allestimento opzionale direttamente dai costruttori di mietitrebbiatrici, ma molto più spesso si tratta di proposte specifiche di allestimenti after-market realizzati da produttori specializzati che, in alcuni casi offrono il medesimo prodotto anche in versione “brandizzata” con i colori e i loghi delle case costruttrici che li com mercializzeranno poi direttamente, mentre in altri casi riescono ad offrire prodotti che, anche dal punto di vista delle dotazioni, riescono a superare le proposte fatte direttamente dal costruttore stesso delle mietitrebbiatrici. Allo stato attuale le testate pieghevoli sono disponibili sia per i cereali a paglia, sia con allestimenti particolari capaci di meglio adattarle anche alla raccolta di prodotti come colza e soia; nonché sono da tempo disponibili anche le testate pieghevoli per la raccolta del mais e/o del girasole. Per quanto riguarda le soluzioni costruttive che permettono il ripiegamento della testata, quelle per i cereali a paglia utilizzano quattro differenti meccanismi; il primo prevede lo spostamento in avanti della testata per poi ruotare a 90° le due sezioni sul piano orizzontale; il secondo meccanismo opera una sovrapposizione parallela delle due semibarre facendo ruotare a 180° una sezione sull’altra; il terzo prevede una sorta di ribaltamento a 180° di una sezione sull’altra oppure delle due sezioni laterali rispetto a quella centrale. L’ultimo e il più recente prevede il ripiegamento a 180° delle semibarre di taglio laterali e l’utilizzo di un aspo centrale telescopico. Si tratta in questo caso dell’unica soluzione che permette di approntare testate di taglio pieghevoli con larghezze superiori ai 10 metri, ma capaci di rientrare nella sagoma dei 3,2 metri per il trasporto su strada. Le testate ripiegabili per mais e girasole presentano di norma una sezione centrale fissa con due sezioni laterali che si ripiegano a 180°. In ogni caso alle movimentazioni provvedono dei martinetti idraulici a doppio effetto. Dal punto di vista pratico e operativo le varie soluzioni che permettono alle testate di ripiegarsi su se stesse non comportano significative differenze, ma ad ogni modo è ovvio considerare che ogni scelta tecnica comporta come sempre vantaggi e svantaggi, e che una barra pieghevole, rispetto ad una monolitica di pari dimensioni, avrà comunque una maggiore quantità di snodi e parti “delicate” sulle quali occorre effettuare una periodica manutenzione e le opportune verifiche di funzionalità e tenuta, onde scongiurare il rischio che la testata si guasti proprio nel bel mezzo del lavoro di raccolta. Ad ogni modo, prima di accoppiare una testata non proposta dal costruttore della macchina è opportuno effettuare le verifiche del caso, occorre infatti controllare che una volta effettuato l’accoppiamento permangano i requisiti che consentono la circolazione su strada della macchina. Occorre infatti verificare che sia dal punto dimensionale (sagome), che da quello della corretta ripartizione dei pesi, l’accoppiamento non comporti delle variazioni rispetto a quanto stabilito sul libretto di circolazione della macchina e rispetto a quanto ammesso dal Codice della Strada. Una problematica sempre presente data dal circolare su strada con le barre pieghevoli è una indubbia diminuzione della visibilità anteriore della zona prossimale alla macchina, che ovviamente è ostacolata dalla presenza della barra, che una volta ripiegata inevitabilmente aumenta il suo ingombro verticale. Ulteriore problema, spesso sottovalutato, è dato dalla necessità di verificare che nelle condizioni di marcia almeno il 20% della massa totale gravi sull’asse dotato degli organi di direzionamento (in questo caso è di norma quello posteriore). Proprio su questo punto si verificano spesso delle incongruenze, che nella maggior parte dei casi possono però essere risolte zavorrando opportunamente la macchina. Per evitare che si possano creare situazioni di pericolo, nella scelta di una testata di tipo pieghevole è anche importante considerare che il suo spostamento nella fase di ripiegamento avvenga senza provocare eccessivi sbilanciamenti della mietitrebbiatrice, specie nel caso in cui questi ripiegamenti possono essere effettuati su terreni non pianeggianti.