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Tecnica

Meccanizzazione per la difesa fitosanitaria delle insalate "baby leaf"

I trattamenti fitosanitari rappresentano un’azione chiave per un corretto sviluppo delle insalate baby leaf. Occorrono prodotti adatti e macchine irroratrici evolute, per la miglior qualità del prodotto, anche per ciò che concerne la sicurezza alimentare

di Valeria Tadini
luglio - agosto - settembre 2024 | Back

La produzione delle insalate “baby leaf”, concentrata soprattutto in Lombardia e in Campania, ricopre un ruolo importante nel settore orto-frutticolo italiano. Praticata con cicli ripetuti, questa coltivazione richiede una difesa fitosanitaria attenta che, se non gestita adeguatamente, può provocare danni ambientali significativi. La scelta appropriata dei principi attivi, delle macchine per la loro distribuzione e lo studio delle tecniche più efficaci rappresentano quindi passaggi fondamentali per una coltivazione responsabile.

Pratiche agronomiche corrette. Le baby leaf comprendono un’ampia varietà di specie: rucola, spinacino, valerianella, lattughino, cicorino, crescione, bieta e brassicacee, che vengono in gran parte coltivate in serra, ottenendo foglie fresche da consumare come insalata. Il loro ambiente di coltivazione ideale prevede terreni sciolti, con buona ritenzione idrica ma senza ristagni, e acqua di irrigazione a bassissima concentrazione salina priva di contaminazioni. Gli adacquamenti devono essere frequenti, fino alla completa emergenza delle plantule. Nei terreni soggetti alla formazione di crosta superficiale, è consigliabile ridurre i volumi d'acqua, aumentando però al contempo la frequenza degli interventi. Con densità di semina elevate, l’irrigazione per aspersione richiede attenzione per evitare il rischio di attacchi fungini sulle foglie ravvicinate. Per evitare l’impoverimento del suolo e mantenere la fertilità, è cruciale adottare un’opportuna rotazione colturale e metodi non chimici per la sanificazione, come la solarizzazione, la pratica di colture biocide, applicazione di vapore o l’inoculo di microorganismi biologici. Un attento piano di concimazione, basato su analisi chimico-fisiche del terreno, aiuta ad accertare l’effettivo fabbisogno di macroelementi necessari. Spesso occorre intervenire con trattamenti fitosanitari, finalizzati alla prevenzione di patologie fungine e attacchi di insetti; le modalità di distribuzione sono cruciali per il successo del trattamento e per la tutela della salute dell’operatore e dell’ambiente. Inoltre, le condizioni meteorologiche devono essere adeguate: il vento non deve superare i 3-4 m/s, mentre la temperatura non deve eccedere i 25° C. Le prime ore del mattino sono quindi le più indicate per l’esecuzione dell’intervento. Per ridurre la deriva bisogna mantenere la corretta distanza tra ugelli e bersaglio, adottando preferibilmente ugelli anti-deriva e quelli asimmetrici di fine barra.

In situazioni di emergenza, si ricorre ancora all'uso di cannoni per la distribuzione di prodotti fitosanitari nelle serre e nei tunnel. Tale pratica comporta però diversi problemi, come un’elevata dispersione di principio attivo nell’ambiente e la contaminazione delle superfici circostanti. Per ridurre (almeno in parte) tali negativi effetti, si può chiudere la testata del tunnel opposta a quella di entrata, compromettendo però l’uniformità della distribuzione. L'uso del cannone è consentito solo in assenza dell’operatore all’interno del tunnel, con impiego di irroratrici esterne o mobili su binari con comando a distanza. I trattori eventualmente impiegati devono ovviamente essere provvisti di filtri a carboni attivi e cabina pressurizzata. Inoltre, la struttura deve rimanere chiusa fino alla completa evaporazione dell’acqua della miscela irrorata. Per i tunnel dove si eseguono i trattamenti è prevista una distanza minima di almeno 50 m dalle abitazioni, mentre il flusso di prodotto lanciato con il cannone deve essere orientato nella direzione opposta.

Le barre irroratrici. Rappresentano una soluzione decisamente più efficace, perché la distribuzione della miscela è mirata sulla coltura, riducendo in tal modo la dispersione e migliorando l’efficacia del trattamento. Per la miglior uniformità di distribuzione tramite gli ugelli, è importante mantenere costante l’altezza della barra dal bersaglio, evitando il più possibile oscillazioni e sobbalzi. Gli ugelli più adatti allo scopo sono quelli a ventaglio, perché garantiscono una copertura efficace del fogliame. Sul mercato sono disponibili numerose tipologie di modelli, che si distinguono per dimensione delle gocce, angolo di spruzzo e portata. Gli ugelli anti-deriva sono finalizzati a ridurre la dispersione del prodotto nell’atmosfera, poiché generano gocce che contengono minuscole bolle d’aria, aumentando in tal modo il diametro e riducendo quindi la deriva. Gli ugelli di “fine barra” hanno un getto asimmetrico, che evita la dispersione del prodotto nelle zone non soggette al trattamento. Peraltro, sono disponibili anche specifici coadiuvanti che, aggiunti alla miscela, diminuiscono ulteriormente la dispersione del prodotto.

L’evoluzione tecnologica. Il controllo delle sezioni della barra permette di interrompere selettivamente la distribuzione, evitando così di irrorare aree già trattate e riducendo sovrapposizioni e sprechi di prodotto. L’applicazione di mappe di prescrizione, con il supporto della georeferenziazione ad alta precisione GPS RTK, permette un’applicazione sito specifica della quantità di prodotto, mentre sensori specifici (di solito ad ultrasuoni) regolano l’altezza della barra dal bersaglio, anche in funzione del profilo del terreno. Gli ugelli a impulso elettronico PWM (Pulse Width Modulation) rappresentano una tecnologia avanzata, adottata principalmente sulle barre irroratrici per ottimizzare l’irrorazione in campo aperto. La durata di ogni impulso di emissione della miscela e l’intervallo tra un impulso e l'altro sono variabili, in modo da poter regolare con precisione la quantità di liquido distribuito, adattandosi alle specifiche esigenze delle colture. La versione a controllo attivo, come ad esempio l’ExactApply di John Deere, si avvale di sensori e attuatori per a­dat­tare in tempo reale la portata in base alla velocità di avanzamento dell’irroratrice e alle caratteristiche della traiettoria percorsa. Una recente innovazione è rappresentata dalla Sprayveg di Caffini, progettata specificamente per trattare coltivazioni baulate, come insalate baby leaf e ortaggi in genere. Grazie alla barra con chiusura idraulica asimmetrica da 7,20 m, è possibile trattare fino a quattro prose per ogni passata. Gli ugelli hanno interasse di soli 25 cm, per una distribuzione il più possibile uniforme, resa possibile anche dalla manica d’aria AirWings e, quando opportuno, dalla funzione elettrostatica.

Una soluzione piuttosto comune per le coltivazioni di insalate baby leaf è l'uso di sistemi di irrigazione integrati per trattamenti fitosanitari in serra, soprattutto per la distribuzione di alcuni prodotti sistemici e di erbicidi. La miscela fitoiatrica può essere aggiunta all’acqua per l’irrigazione a goccia o microirrigatori, i cui elementi vengono collocati in prossimità dell’apparato radicale. Un'alternativa è rappresentata dalla micro-aspersione a copertura totale, a spruzzo o a pioggia. In particolare, la tecnica a spruzzo produce gocce di piccola dimensione, ideale per i principi attivi che agiscono per copertura della vegetazione. Il nebulizzatore Fogger della Naandajain è progettato per trattamenti fitosanitari in serra e la gestione del microclima, regolando umidità e temperatura. Grazie alle gocce molto piccole (di circa 55 m di diametro medio), può distribuire con efficienza sia agrofarmaci che fertilizzanti fogliari, ma anche biostimolanti e regolatori di crescita.

Il futuro: i droni … Un promettente approccio per il futuro dei trattamenti fitosanitari sulle insalate baby leaf prevede l’impiego dei droni, soprattutto per interventi sito specifici. La possibilità poi di poter installare sensori e videocamere per il monitoraggio della coltura ne amplia le potenzialità. Ci sono tuttavia alcune criticità: rispetto alle auspicabili esigenze, la capacità di carico è limitata e l’autonomia di volo è ridotta. Oltre a queste sfide tecniche, permane tuttora una certa complessità normativa sull’uso dei droni in agricoltura, con restrizioni e obblighi di autorizzazioni specifiche. Il drone si presta però bene all’applicazione di tecniche di difesa non convenzionali: la startup Pats dell'Università Tecnica di Delft ha sviluppato PATS-X, per controllare il proliferare delle falene in serra, riducendo quindi la necessità di intervenire con insetticidi. Ispirati ai pipistrelli, i droni identificano ed eliminano le falene, interrompendo il ciclo riproduttivo dei parassiti.

…e i robot. Riducono (o addirittura annullano) gli interventi manuali, con miglioramenti dell’efficienza e della precisione nell'applicazione dei prodotti fitosanitari, oltre a scongiurare qualsiasi possibile pericolo di contaminazione per l’operatore. Equipaggiati con sistemi di navigazione avanzati, tra cui GPS, Lidar, sensori multispettrali, termici, a ultrasuoni, ecc. e abilitati all’applicazione dell’intelligenza artificiale, possono muoversi autonomamente all'interno della serra, mappare l'ambiente circostante, rilevare ostacoli e pianificare percorsi ottimali per il trattamento della coltura. Inoltre, possono rilevare in tempo reale l’insorgenza di patologie e stati di stress nelle piante in modo sito specifico.


Controllo funzionale e taratura delle irroratrici

Dal 26 novembre 2016, in Italia le macchine irroratrici (elencate nell’allegato al D.M. 4847 del 3.3.15), devono essere sottoposte a controlli funzionali obbligatori periodici, da effettuarsi presso i Centri Prova autorizzati, con scadenze differenziate, come segue: i modelli di prima immissione sul mercato devono essere controllati entro 5 anni dalla data di acquisto; successivamente, l’intervallo dei controlli non deve superare i 3 anni; le macchine impiegate per attività in conto terzi devono essere controllate periodicamente ad intervalli non superiori a 2 anni; le irroratrici abbinate a macchine operatrici, come ad esempio seminatrici e sarchiatrici, devono essere controllate ogni 6 anni. Se utilizzate da contoterzisti, i controlli devono essere effettuati ogni 4 anni; le irroratrici spalleggiate azionate manualmente o prive di ventilatore, se impiegate in colture protette sono escluse dal controllo funzionale periodico obbligatorio.

Inoltre, in alcune Regioni è prevista anche la taratura strumentale, da effettuarsi presso un Centro Prova, di solito contestualmente al controllo funzionale, con una validità temporale coincidente.

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