Utilizzo e manutenzione del verde sintetico
Avviata negli anni Sessanta in alcuni impianti sportivi americani, l'installazione di manti erbosi sintetici si è sviluppata non soltanto nelle strutture sportive ma in molte altre applicazioni. Diverse sono le tipologie di copertura e per ciascuna di esse sono previste particolari manutenzioni. In molti casi il tappeto sintetico offre vantaggi in termini economici e funzionali, mentre di particolare interesse si rivela, anche per i campi da gioco degli sport professionistici, la copertura ibrida, che associa materiale sintetico ed erba naturale
Da alcuni anni il verde sintetico non viene solo impiegato nei campi destinati ai “grandi giochi” come il calcio, il rugby, il tennis, il golf ecc. ma anche in altri settori quali le aree di gioco per i bambini, i campi multisport, nell’arredo urbano e privato, nei bordi piscina, nei solarium e nei camminamenti in genere. Rispetto ad altri rivestimenti diversi dal verde, il tappeto sintetico presenta infatti alcuni elementi che ne giustificano l’interesse, quali il bell’aspetto estetico, minori rischi di infortuni, maggior comfort nel gioco e nel camminamento anche a piedi nudi. I costi di installazione possono essere più alti ma vengono compensati dai maggiori benefici. Come ordine di grandezza si può dire che, a seconda della qualità, il costo è compreso tra i 20-25 euro e i 40-50 euro a metro quadrato.
Oltre alla qualità propria del tappeto sintetico, gli elementi da prendere in considerazione per una buona riuscita della copertura sono: l’accurata preparazione del terreno e dell’installazione, l’igiene della fruizione e la corretta manutenzione ordinaria e straordinaria. Rispettando queste condizioni la durata del tappeto sintetico è intorno ai 10 anni, al termine dei quali il tappeto può essere riciclato a un costo dell’ordine dei 140-180 euro a tonnellata.
Qualità, struttura e installazione
La qualità del tappeto sintetico è in primo luogo legata alle fibre dell’erba sintetica in quanto da esse dipende non solo l’aspetto estetico, che deve essere simile a quello dell’erba naturale, ma anche la sicurezza e il comfort nella fruizione. In particolare, molto basso deve essere il rischio di abrasioni o di contusioni nelle cadute, mentre elevata deve essere la resistenza allo scivolamento. Questo, a fronte di buone prestazioni nell’attività sportiva o ricreativa che viene praticata. A ciò va aggiunta l’elevata stabilità rispetto a condizioni climatiche non favorevoli, purtroppo molto frequenti a causa del cambiamento climatico. Le fibre dei tappeti sintetici sono in genere realizzate in polietilene e hanno una struttura che ne garantisce la flessibilità e la resistenza al calpestamento e agli strappi. Molto importante è il supporto che viene dato all’erba artificiale, costituito da un tessuto in propilene nel quale vengono inserite le fibre.
Le buone prestazioni sono anche legate alla qualità dell’intaso distribuito tra le fibre, che deve assicurare, non solo il mantenimento in posizione eretta delle fibre, ma anche una superficie sicura in grado di assorbire gli shock, confortevole e idonea alla fruizione a cui il tappeto è destinato (ad esempio, nel gioco del calcio, rotolamento e rimbalzo del pallone). I prodotti messi in commercio sono diversi, da quelli derivati dalla triturazione di pneumatici fuori uso alla resina poliuretanica trasparente, dai pigmenti organici e inorganici alla sabbia silicea di ridotta granulometria (0,45-1,00 mm). Occorre dunque sapere scegliere le soluzioni che permettono di ottenere le migliori prestazioni e il minore impatto per i fruitori e per l’ambiente.
Per la realizzazione di un rivestimento con erba artificiale sono poi importanti la preparazione del fondo, che deve assicurare, insieme alla buona stesura del tappeto, anche il drenaggio dell’acqua. Naturalmente, grande attenzione deve essere posta nella posa in opera. A questo fine vengono impiegati specifici collanti che permettono forte tenuta, presa rapida in qualsiasi condizione atmosferica e perfetta giunzione tra i teli. Vediamo ora alcune utilizzazioni.
Campi da calcio, rugby…
La prima generazione di erba sintetica per campi da gioco nasce negli USA alla fine degli anni ’60 del secolo scorso. Oggi siamo alla quarta generazione di sistemi di tappeti erbosi sintetici che, rispetto agli esordi, presentano soluzioni innovative, sia per quanto riguarda la struttura e le fibre, più lunghe e più flessibili, sia per quanto attiene l’intaso, maggiormente in grado di rispondere alle esigenze del gioco, con prestazioni non diverse da quelle fornite dai campi in erba naturale, garantendo così più sicurezza per i calciatori e per l’ambiente.
Il numero dei campi da calcio con erba artificiale è in continuo aumento e riguarda non solo gli impianti delle serie minori ma anche quelli di eccellenza. Le ragioni sono diverse. Anzitutto la maggiore durata della fruizione. In un anno in un campo in erba naturale le ore di gioco non superano le 250-300, mentre con l’erba sintetica si va oltre le 1000 ore all’anno, senza limiti legati alle condizioni climatiche più estreme. Vi è poi un sensibile risparmio dell’acqua di irrigazione e, soprattutto, ridotte spese di manutenzione.
Manutenzione ridotta e meno costosa rispetto ai campi in erba naturale ma indispensabile per assicurare non solo la durata ma anche le prestazioni. Più precisamente, una buona manutenzione consente di: allungare la durata del manto, in quanto si asportano i componenti e le sostanze nocive per le fibre; mantenere le prestazioni di gioco, in quanto si eliminano avvallamenti e si ripristinano le condizioni delle fibre e dell’intaso; mantenere buone condizioni igieniche, in quanto vengono eliminati eventuali batteri e polveri nocive per il manto e per i calciatori. La manutenzione va eseguita a diversi intervalli, in relazione al periodo dell’anno e al livello di fruizione. In linea di massima si distingue una manutenzione ordinaria con frequenza giornaliera-settimanale e una manutenzione straordinaria annuale e poliennale.
Manutenzione ordinaria. Il campo va innaffiato per fare fronte ai periodi di prolungata siccità e alle alte temperature. Questo perché il calore elevato può fare seccare l’intaso con conseguente perdita di elasticità, per cui la superficie di gioco si indurisce eccessivamente rendendo poi necessario il suo decompattamento. Il ripristino delle condizioni può essere ottenuto eseguendo una semplice spazzolatura, manuale o con macchina spazzolatrice o, nei casi più gravi, con una rastrellatura eseguita con rastrelli a denti speciali. Il rischio di essiccamento si ha quando la temperatura dell’intaso supera i 35°C. Considerato che la temperatura dell’intaso è di un 20% superiore a quella dell’aria ambiente, questo significa che quando si raggiungono i 25°C è opportuno intervenire con l’irrigazione.
Il terreno va poi tenuto pulito con interventi di spazzolatura al fine di asportare carta, foglie e quant’altro caduto in superficie. Per il materiale che è penetrato nella parte superficiale dell’intaso si deve invece effettuare l’aspirazione della sporcizia, impiegando speciali macchine aspiratrici che operano alla profondità di 3-5 mm. La macchina asporta, insieme alla sporcizia, parte dell’intaso; lo sporco viene inviato nel cesto di raccolta mentre l’intaso, previa vagliatura, ricade sul terreno. Sono anche necessari spazzolature del campo senza raccolta, che hanno la funzione di sollevare le fibre che l’azione di calpestamento fa ripiegare e di mantenere omogenea la distribuzione dell’intaso. Dopo eventi atmosferici particolarmente intensi si deve effettuare il controllo sulle zone di massimo sgrondo ed eventualmente eseguire il ripristino dell’intaso.
Manutenzione straordinaria.Va effettuato il controllo periodico delle linee di giunzione dei teli per verificare se vi sono scollature, così come va ispezionato il sistema di irrigazione e di drenaggio. Periodicamente va effettuata la ricarica dell’intaso impiegando le stesse macchine spanditrici utilizzate per la sabbiatura dei tappeti in erba naturale, inoltre, ogni 5-6 anni, è opportuno eseguirne la sostituzione parziale o totale. Necessaria è anche la disinfezione periodica per eliminare microrganismi di varia natura che i calciatori, attraverso le scarpe e i loro comportamenti, inevitabilmente portano sul campo da gioco e che irrigazione e alte temperature concorrono a favorirne la proliferazione.
Terreni multisport e aree da gioco
Quella di praticare attività sportive diverse fra loro, all’aria aperta e nella stessa area, è un’attitudine che si sta diffondendo soprattutto tra i giovani. Vi è dunque una domanda reale che però non sempre viene soddisfatta per la mancanza di strutture adeguate.
Il rivestimento con tappeti in erba sintetica per praticare diversi sport o per area da gioco per bambini e non solo, viene normalmente fatto su superfici dure, come possono essere quelle asfaltate o, comunque, su zone compattate. Quella asfaltata è generalmente la soluzione preferita, in quanto la posa è facilitata e anche la sostituzione è più rapida e agevole.
I rulli di tappeto sintetico hanno una larghezza di 2 o 4 metri e la lunghezza delle fibre sporgente dall’intaso è di circa 20 mm; altezza compatibile per diversi tipi di gioco. La messa in opera sostanzialmente non differisce da quella dei tappeti per campi da calcio. La capacità di ammortizzare i colpi e le cadute in questi campi è piuttosto ridotta. Per questo, quando si tratta di un’area da gioco per bambini, viene adottato uno specifico sottostrato ammortizzante, spesso direttamente integrato nel tappeto. Terminata la stesura anche per questi tappeti si deve procedere alla distribuzione dell’intaso al fine di tenere erette le fibre e di consentire il rimbalzo del pallone. Per i campi multisport viene preferita la sabbiatura. La quantità da distribuire dipende dalla fittezza e dall’altezza delle fibre. Per un’altezza di 20 mm la quantità varia tra i 15 e i 25 kg per metro quadrato, di sabbia con granulometria fine, lavata ed essiccata.
La qualità del tappeto sintetico si valuta sulla base di tre criteri: la sicurezza nei confronti dei fruitori e in specifico per i bambini, la tenuta nel tempo e lo stato igienico-sanitario. Il rispetto di questi criteri è garantito, non solo dalla qualità del tappeto e dalla sua corretta posa in opera, ma anche da una buona manutenzione. Questa, come per altre tipologie di tappeto sintetico, si basa su l’esecuzione di soffiature, spazzolature, disinfezioni e controllo del carico dell’intaso. La frequenza dipende dal tipo di fruizione e dalla intensità dell’utilizzo. In linea di massima gli interventi di soffiatura e spazzolatura hanno frequenza mensile, mentre la verifica del carico può essere fatta trimestralmente.
Tappeti con erba naturale rinforzata
I tappeti in erba naturale coniugata con erba artificiale, detti anche tappeti ibridi, rappresentano una soluzione praticata per diverse attività sportive, compresa quella del calcio professionistico anche in stadi di eccellenza. Si tratta di tappeti che coniugano la qualità del gioco dell’erba naturale con la resistenza dell’erba artificiale.
In questo modo l’erba viene meno danneggiata ed è possibile un utilizzo intensivo per un numero annuo di ore ben superiore a quelle di un campo con solo erba naturale (per i campi da calcio fino a 1200 ore all’anno). Questo perché le radici dell’erba naturale si intrecciano con le fibre dell’erba artificiale conferendo al sistema le caratteristiche positive dei due tipi di erba. La manutenzione è semplice e non differisce da quella dei campi in erba naturale.