Selvatici, soluzioni 4.0 per la lavorazione del terreno
La Selvatici di San Lazzaro di Savena (Bologna) ha implementato le vangatrici della serie 150.150, 150.200, 180.250, 220.250, 180.350 e 220.350 e tutti i modelli di bivanga della serie 150.150, 180.250 e 180.350 con il sistema Agrismart 4.0. Si tratta di una piattaforma ideata dall’azienda Smartronic (è composta da un dispositivo hardware, un sistema software completo di cloud e da un monitor) che consente di digitalizzare le lavorazioni delle attrezzature Selvatici e, quindi, di ottimizzarne l’operatività. In particolare con il kit AgriSmart 4.0 è possibile conteggiare le ore di funzionamento della vangatrice o della bivanga attraverso un sensore dedicato che legge il movimento effettivo del manovellismo e trasmette il dato a un sistema Cloud protetto.
Grazie a questa tecnologia l’utilizzatore potrà ottimizzare gli interventi di manutenzione periodica sulle attrezzature; infatti, sarà il sistema stesso ad avvisare l’operatore tramite mail circa la necessità di cambiare l’olio nella scatola, di ingrassare gli snodi sui cuscinetti, di controllare il serraggio dei bulloni. Sempre in tema di tecnologie elettroniche, l’azienda bolognese presenta ad EIMA 2021 le sue prime vangatrici ISOBUS, equipaggiate con kit easy fit della Cobo per interfacciarsi con la trattrice. Due sensori, uno sull’attrezzo e l’altro nella cabina del trattore collegato alla presa ISOBUS, si scambiano informazioni (senza cavo di collegamento) in modo continuo ed automatico informando l’utilizzatore circa la velocità di avanzamento, la coppia, il numero di giri del motore e dell’attrezzo, i dati dei consumi e della produttività della vangatrice per ettaro mentre un indicatore dedicato avviserà circa il raggiungimento dell’optimum operativo, ovvero dell’ottimizzazione di tutti i parametri di lavoro.
Con la nuova tecnologia sviluppata da Selvatici in partnership con Landini e Cobo è anche possibile visualizzare i messaggi relativi ai corretti intervalli di manutenzione dell’attrezzo in modo da prolungarne ulteriormente il ciclo di vita. Da segnalare poi tra le novità della Selvatici il Rotoripper, un ripuntatore rotante equipaggiato con un numero di ancore che può variare a seconda delle versione e del modello. A differenza dei ripuntatori tradizionali, le ancore del Rotoripper non sono fisse ma – spiega il costruttore con una nota – vengono azionate da un sistema biella-manovella che trasmette un movimento ellissoidale, grazie al quale il terreno viene lavorato in maniera ancora più fine. Nella parte terminale delle ancore sono imbullonati dei coltelli che, grazie alla loro particolare angolatura penetrano più agevolmente nel terreno. Il movimento (dal basso verso l’alto) porta in superficie gli strati di terreno più fertile e li mescola con quelli superficiali, migliorando così la struttura del suolo. La macchina lavora a una profondità regolabile fra i 15 e i 40 cm. Tutti gli snodi sono su cuscinetti autolubrificanti di ultima generazione per cui la manutenzione risulta essere estremamente semplice e si riduce al solo controllo del livello dell’olio nella scatola. Secondo quanto rende noto il costruttore bolognese, il nuovo ripuntatore è particolarmente vantaggioso dal punto di vista del rendimento operativo.
Uno studio dell’Ateneo bolognese – si legge sempre nella nota della Selvatici – dimostra che con Rotoripper è possibile diminuire i consumi di carburante e le emissioni di CO2 del 30% (rispetto all’utilizzo combinato di un ripper tradizionale e di una zappatrice), aumentare la velocità di lavoro del 30% (rispetto a quella di una vangatrice tradizionale delle stesse dimensioni), e infine ridurre l’assorbimento di potenza alla trattrice.
