Selvatici: una trivella compatta per la protezione dei vigneti
Una trivella compatta e intuitiva da usare, progettata per coltivazioni viticole caratterizzate da una elevata mortalità delle piante sotto fila. L’ultima nata in casa Selvatici (la sede è a San Lazzaro di Savena, nel Bolognese) è stata sviluppata con l’obiettivo di meccanizzare quelle operazioni di rimozione delle piante infestate da agenti patogeni (come, ad esempio, la Peronospora), che vengono ancora svolte a mano. Il telaio della trivella – spiega con una nota il costruttore – è stato sviluppato per essere applicato all’attacco a tre punti sia nella parte posteriore che in quella anteriore della trattrice, garantendo così all’operatore una più ampia visuale sull’area di lavoro. Il braccio, estensibile idraulicamente, può coprire una distanza massima di 120 cm per cui è in grado di lavorare su vigneti con una larghezza tra fila e fila compresa tra un minimo di 150 e un massimo di 240 centimetri. Azionato da un motore idraulico, l’attrezzo della Selvatici può essere equipaggiato con coclee a coltelli fino a 30 cm di diametro e con coclee tradizionali a vite fino a un diametro 20 cm (entrambe con un’altezza massima di 80 cm). Questa caratteristica permette di impiegarlo anche nelle operazioni di palificazione e di espianto. Il dispositivo di rotazione a 180° del braccio della trivella – si legge ancora nella nota della Selvatici – può essere gestito a mano dall’utilizzatore (con intervalli di regolazione di 20°) oppure, ma è una soluzione opzionale, per via idraulica con riduttore a vite senza fine azionato da un altro motore idraulico.