Le molte varianti della gamma "utility"
Nella fascia di potenza intorno ai 75 kW si colloca la maggior parte dei trattori definiti come "jolly" o "utility". Si tratta di mezzi concepiti per offrire la massima versatilità di utilizzo e capaci di adattarsi alle più diverse situazioni di lavoro. In essi si riscontra la più ampia variabilità in termini di configurazioni possibili, sia per il posto di guida, che per le motorizzazioni, per le trasmissioni e gli impianti idraulici, nonché per gli assali e gli impianti di frenatura
Da una recente analisi svolta dal professor Luigi Sartori dell’Università di Padova è emerso che in Italia sono operanti ben 1.600.000 trattori (le stime sul parco esistente indicano in linea teorica un numero complessivo superiore ai 2 milioni di unità n.d.r.). Per tale motivo il Paese risulta essere il terzo al mondo per numero di trattori agricoli presenti sul territorio, ma data la sua esigua superficie arabile si trova anche ad essere uno di quelli con le superfici dominate da ogni trattore tra le più basse al mondo, pari a soli 4 ettari. Tutto ciò non avviene a caso, la disponibilità di mezzi è elevata anche perché l’Italia è il terzo costruttore mondiale di trattori e macchine agricole, trovandosi in questo comparto come un settore industriale ben solido ed apprezzato in tutto il mondo, con oltre l’80% (e per alcune aziende oltre il 90%) della produzione che viene esportata (ed apprezzata) in tutto il globo. Nella sua accurata analisi il prof. Sartori ha anche stimato come l’età media del nostro parco trattoristico sia molto avanzata, pari a circa 20 anni, e ha spiegato questo valore con il fatto che i trattori dovendo operare per poche ore all’anno finiscano per avere una usura limitata e quindi una durata particolarmente elevata. Ad ogni modo è importante anche valutare che passando dagli anni ’80 ad oggi la potenza media delle trattrici vendute sul mercato italiano sia passata dai 45 kW (61 Cv) ai 75 kW (102 Cv) con un incremento dunque superiore al 60%. Intorno a questo valore di potenza si collocano la maggior parte dei trattori che spesso vengono definiti “jolly” o “utility”. Si tratta di trattori concepiti per offrire la massima versatilità di utilizzo e capaci di adattarsi alle più varie situazioni di lavoro, che molti addetti del settore definiscono come trattori di classe 4 o di classe 5, facendo riferimento alla nomenclatura desunta dai numeri che i costruttori comunemente utilizzano oggi sulle cofanature di queste macchine. Oltre a rappresentare la potenza media dei trattori venduti è importante constatare come intorno a questo valore di potenza si collochi la gran parte dei trattori immatricolati, la fascia di potenza che va dagli 80 ai 120 Cv (da 58,8 a 88,23 kW) è infatti la più interessante in termini numerici per quanto riguarda le vendite (verificare dati statistici FederUnacoma), ma anche quella in cui si riscontra la più ampia variabilità in termini di configurazioni possibili, sia per il posto di guida, che per le motorizzazioni, per le trasmissioni e gli impianti idraulici, nonché per gli assali e gli impianti di frenatura.
Postazioni di guida
Iniziando dalle differenziazioni in termini di postazioni di guida, questa categoria di macchine offre la massima variabilità possibile. Sono infatti commercializzati sia trattori cabinati che trattori dotati del solo dispositivo di protezione in caso di capovolgimento del trattore, a due montanti posteriore, dispositivo che talvolta è offerto nella tipologia che prevede la possibilità di parziale abbattimento e talvolta è corredato da un comodo tettuccio parasole. In rari casi, inoltre, cominciano ad apparire sul mercato anche macchine dotate del solo telaio a due montanti anteriore totalmente abbattibile. Per le macchine provviste invece di cabina, si va dalle classiche cabine a sei montanti alle più moderne cabine a quattro montanti, che offrono una migliore visibilità laterale; mentre per il fissaggio della cabina si riscontrano soluzioni che prevedono che le cabine siano ancorate al carro trattore mediante l’interposizione di silent-block di diversa tipologia (ed efficacia), e soluzioni che prevedono delle più efficaci sospensioni della cabina di tipo passivo (classicamente dotate del sistema a “molla e ammortizzatore”). In certi casi sono addirittura previste soluzioni opzionali derivate dai trattori di alta potenza che prevedono la presenza di sospensioni idropneumatiche, spesso anche dotate di un controllo semi-attivo dello smorzamento delle vibrazioni, per offrire il massimo del comfort al conducente.
Motori
In termini di motorizzazioni sono numerose e variegate le opzioni in questa fascia di potenza. Innanzitutto è da riscontrare che le classiche motorizzazioni a sei cilindri, che 20-30 anni or sono erano previste per i trattori da 100-120 Cv sia in versione aspirata che turbocompressa, siano state ormai di fatto soppiantate dalle architetture a quattro cilindri con turbocompressore e intercooler, nonché con tutte quelle soluzioni tecniche che si sono nel frattempo rese necessarie per ottemperare ai dettami delle normative anti-inquinamento nel frattempo intercorse. Tra queste ricordiamo l’iniezione diretta a controllo elettronico (spesso con schema common-rail), i dispositivi di post trattamento dei gas di scarico come il catalizzatore ossidante DOC e la riduzione selettiva catalitica con SCR alimentato ad urea. In alcuni casi si riscontra anche la presenza di filtri antiparticolato di diversa tipologia, nonché di sistemi di ricircolo dei gas di scarico, interni o esterni, che in questo ultimo caso prevedono che per una maggiore efficienza i gas da ricircolare vengano raffreddati e il loro quantitativo sia modulato tramite attuatore a controllo elettronico in funzione delle diverse esigenze di funzionamento. è interessante anche notare come, in questa fascia di potenza, si stiano affacciando anche le motorizzazioni a tre cilindri, preferite soprattutto da chi vuole massimizzare la manovrabilità della macchina (per esempio per l’uso in stalla), dato che con un motore meno frazionato è possibile ottenere una riduzione del passo di 10-15 cm.
Trasmissioni
Anche in tema di trasmissioni la variabilità di configurazione prevista dai vari costruttori è quanto mai ampia. Infatti si collocano sul mercato sia trattori provvisti di semplici (ed efficientissime) trasmissioni essenzialmente meccaniche, con frizione a secco dotate di quattro o cinque marce per due gamme ed inversore anch’esso meccanico, sia soluzioni che prevedono l’implementazione sulla stessa base di due o tre rapporti in powershift e dell’inversore idraulico, con eventuale aggiunta di una o due gamme per ottenere anche i rapporti super-ridotti. Ma per chi avesse esigenze ancora più specifiche, molti costruttori prevedono la possibilità di utilizzare anche in questa fascia di potenza le più recenti trasmissioni a variazione continua (CVT), basate sul concetto della ramificazione meccanico-idraulica della potenza (split-power), che, pur soffrendo il fatto di ottenere in certi frangenti rendimenti di trasmissione piuttosto bassi, hanno il vantaggio di offrire un comfort di marcia molto migliore rispetto alle trasmissioni meccaniche. Anche le trasmissioni proprie della presa di potenza offrono la massima possibilità di scelta, tra i trattori utility oggi è ormai raro trovare macchine che offrono solo la classica modalità di funzionamento a 540 giri/min, di norma (e per fortuna) tale modalità è affiancata almeno dalla 1000 giri/min o dalla 540 Eco (detta anche 750 giri/min), ma si riscontrano anche casi di macchine che offrono addirittura tutte e quattro le modalità di funzionamento esistenti (ovvero sia 540 che 1000 giri/min disponibili anche in modalità Eco). Sulla stragrande maggioranza delle macchine di questa categoria è anche prassi la disponibilità opzionale della presa di potenza sincronizzata con le ruote e di quella anteriore a 1000 giri/min. In linea generale, per le frizioni di innesto della p.d.p. in questa classe di potenza si registra un drastico decremento delle macchine vendute con le classiche frizioni a secco ed innesto manuale, a favore delle soluzioni che prevedono le frizioni a bagno d’olio con innesto elettroidraulico, spesso modulato e con possibilità di automazione dell’innesto e successivo disinnesto del moto verso il maschio scanalato in funzione della posizione del sollevatore idraulico. Anche in questa classe di potenza cominciano a diffondersi sempre più frequentemente soluzioni derivate dai trattori di gamma più alta, che prevedono l’innesto della doppia trazione e il bloccaggio dei differenziali a comando elettroidraulico, spesso già nell’allestimento di serie.
Impianti idraulici
Anche in questo ambito è prevista per i trattori “utility” la massima versatilità in termini di soluzioni. L’opzione di base è spesso rappresentata dal classico impianto a centro aperto, con pompe a portata fissa con capacità massima di 55-70 l/min e due o tre distributori posteriori a controllo meccanico. Gli allestimenti opzionali sono invece estremamente variegati e prevedono pompe maggiorate (sempre a portata fissa ma con capacità che a volte oltrepassa i 100 l/min) e anche soluzioni che arrivano ad ampliare l’allestimento in tema di distributori posteriori per arrivare di norma fino a dieci vie, a cui si possono aggiungere fino a due vie anteriori. Sempre in opzione e per la maggior parte dei modelli, è poi possibile passare al controllo elettronico dei distributori, che di norma è offerto insieme all’opzione che prevede l’utilizzo di impianti a centro chiuso con più efficienti pompe di tipo Load-Sensing, che prevedono anche che le portate massime dell’impianto possano crescere oltre i 120 l/min. I sollevatori posteriori hanno capacità massime di sollevamento rilevate in prossimità dei punti di aggancio che mediamente oscillano dai 2600 ai 5500 kg. Nella maggior parte dei casi prevedono il controllo dello sforzo di tipo meccanico, ma sempre più spesso vengono vendute anche macchine provviste del controllo elettronico con bracci inferiori dell’attacco a tre punti opportunamente sensorizzati. I sollevatori anteriori opzionali hanno invece di norma delle capacità massime comprese tra i 1200 e i 2000 kg.
Assali e freni
L’opzione più gettonata prevede l’utilizzo del classico assale anteriore basculante, ma anche in questa fascia di potenza è sempre più spesso possibile optare per l’installazione dei più confortevoli assali anteriori di tipo sospeso. Per quanto riguarda gli impianti di frenatura sulle versioni a doppia trazione, che rappresentano almeno il 90% delle macchine vendute, l’opzione più consueta prevede la presenza dei freni a dischi multipli a bagno d’olio nell’assale posteriore e l’inserimento della doppia trazione in fase di frenatura. Alcune case offrono però i freni a disco presenti anche sull’assale anteriore, in certi casi in opzione, in altri già nell’allestimento di serie. Infine i prezzi: data l’enorme variabilità in termini di allestimenti ci si ritrova di fronte ad una enorme variabilità, oscillando indicativamente nei listini da valori di poco superiori ai 30.000 Euro per un trattore da pieno campo da 80 Cv con allestimenti ridotti all’essenziale, fino ad oltre 130.000 Euro per un 120 Cv full-optional.