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I trattori stretti restano "in pista"

Approvati dal Parlamento Europeo due emendamenti che riconoscono la specificità delle macchine agricole per vigneti e frutteti, e aprono la via per la definizione di una tempistica, nell'attuazione del Regolamento sulle emissioni dei motori, maggiormente compatibile con i tempi di riprogettazione delle macchine da parte delle industrie costruttrici. Importante il ruolo svolto dalla rapporteur Elisabetta Gardini e dal presidente della Commissione Ambiente Giovanni La Via

a cura della Redazione
ottobre 2015 | Back

L’iter legislativo sui trattori stretti ha avuto, il 15 settembre scorso al Parlamento europeo, un passaggio importante. Gli emendamenti, auspicati dalle industrie costruttrici di macchine agricole – in particolare da Assotrattori (FederUnacoma) – e sostenuti in Aula dalla relatrice incaricata Elisabetta Gardini, sono stati in parte approvati lasciando margine per una positiva evoluzione della vicenda. Dei tre emendamenti – che miravano ad ottenere per i trattori specificamente adibiti alle lavorazioni nei vigneti e nei frutteti una diversa tempistica nell’applicazione del nuovo regolamento sul trattamento dei gas di scarico – due sono stati approvati, ed uno non ha invece raggiunto  il quorum necessario. Il primo emendamento approvato impegna la Commissione Europea ad effettuare ulteriori analisi prima di estendere il Regolamento dei motori per macchine mobili non-stradali ai trattori “stretti”, riconoscendo in pratica la difficoltà oggettiva a collocare nei cofani di questi trattori i voluminosi dispositivi per il trattamento dei gas di scarico. Il secondo emendamento approvato dispone che i trattori “stretti” attualmente sul mercato siano riprogettati ex-novo solamente all’entrata in vigore del nuovo Regolamento, evitando in questo modo di apportare alcune modifiche parziali imposte da una brevissima fase intermedia. Il terzo emendamento, che puntava ad una ulteriore proroga nell’attuazione dei provvedimenti, non è passato. Un risultato, quello ottenuto a Bruxelles, che dunque tiene in pista la questione, lasciando margini per una soluzione normativa realmente sostenibile per le industrie costruttrici. Per le industrie costruttrici si apre dunque la prospettiva di poter progettare nuove generazioni di trattrici da frutteto aventi soluzioni tecniche e dimensioni adeguate e quindi di restare competitive, mentre se fossero stati respinti gli emendamenti al testo del Regolamento le stesse sarebbero state spinte fuori dal mercato essendo costrette a produrre macchine meno efficienti di quelle attuali, con costi di produzione e prezzi di vendita molto più elevati. Nella partita di Bruxelles, nella quale si è rischiata una crisi senza via d’uscita – le industrie del comparto hanno potuto contare, come detto, sulla competenza del Rapporteur incaricato dal Parlamento Europeo, l’onorevole Elisabetta Gardini che si è occupata a lungo del problema della compatibilità della normativa con le esigenze operative dei trattori, e sull’impegno dell’onorevole Giovanni La Via, presidente della Commissione ENVI, oltre che sull’appoggio di una buona parte dei parlamentari italiani, al di là degli schieramenti politici di appartenenza. Ma hanno potuto contare anche sul convincimento maturato dai parlamentari di altri Paesi in merito alla necessità di una normativa specifica per i trattori stretti, e quindi in merito all’opportunità di concedere delle deroghe sule questioni riguardanti le emissioni dei motori.

«Senza una procedura di adeguamento pensata specificamente per i trattori stretti – aveva fatto presente il presidente di Assotrattori Manlio Martilli alla vigilia della votazione – le macchine perderanno le loro caratteristiche fondamentali e saranno del tutto inservibili per gli agricoltori, i quali continueranno ad utilizzare mezzi vecchi che sono certamente più inquinanti». «Applicate in modo rigido e schematico – aveva aggiunto Martilli – le normative ambientali produrranno un effetto opposto rispetto a quello per il quale sono state pensate».

Dopo il voto in Commissione lo scenario appare più promettente per il comparto, anche se l’iter non è ancora concluso. La procedura legislativa prevede, infatti, la fase di negoziazione finale tra i rappresentanti di Parlamento Europeo, Consiglio dell’Unione Europea e Commissione Europea (Trilogo). «Ad ottobre – ha commentato l’onorevole Gardini – si apriranno ufficialmente le negoziazioni con il Consiglio. è necessario vigilare e assicurare che un comporto cosi importante soprattutto per l’Italia possa ricevere quella giusta tutela che il Parlamento ha avuto la capacità di riconoscere con questo voto”. Siamo sicuramente favorevoli – ha aggiunto Gardini – ad un futuro più green e con questo voto abbiamo dimostrato ancora una volta che la tutela dell’ambiente si può perfettamente coniugare con le competitività delle nostre attività agricole e industriali». La discussione si concluderà presumibilmente a dicembre 2015 con l’approvazione finale del Regolamento dei motori per macchine mobili non-stradali. Due mesi ancora, dunque, per convincere il legislatore europeo in merito alle esigenze di carattere sia tecnico che industriale delle aziende costruttrici di trattori “stretti”, e quindi per evitare il rischio di un danno irreversibile per questo comparto della meccanica.

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