Cantieri meccanizzati per la raccolta di biomassa da potatura nel Sud Italia
Una trinciatrice prodotta dalla Peruzzo di Curtarolo (PD) è stata impiegata per la raccolta di residui di potatura di diverse colture arboree. La misurazione dei vari parametri di raccolta e il confronto tra le diverse produzioni ha consentito di stabilire quali sono le filiere meccanizzate più efficienti. Il cantiere di raccolta relativo agli agrumi ha evidenziato la migliore capacità produttiva, seguito dai cantieri relativi al pero e al melo
In Italia i frutteti si estendono su quasi 1,4 milioni di ettari, e producono ogni anno enormi quantità di biomassa derivante dalla potatura, un’operazione che rappresenta un costo non trascurabile anche a causa delle spese reletive alla gestione dei residui stessi.
Si tratta di materiali spesso bruciati in pieno campo, soluzione peraltro non più consentita dalla normativa in vigore, a causa degli ovvi problemi che comporta. Allo scopo di promuoverne una corretta alternativa di impiego, finalizzata alla produzione di energia sostenibile, generando al contempo una fonte di reddito addizionale per gli agricoltori, il MIPAAF ha recentemente finanziato il progetto di Ricerca “FAESI - Filiere AgroEnergetiche nel Sud Italia”, per ottenere energia sostenibile dai residui di potatura di diverse colture arboree. In particolare, la Calabria mostra per agrumi, ulivo e vite un potenziale di 290.000 t/anno di biomassa lignocellulosica.
Con particolare riferimento alla valorizzazione di questa materia prima, è stata recentemente condotta un’attività di ricerca inerente lo “Studio dei cantieri meccanizzati per la raccolta di biomasse lignocellulosiche”, con l’obbiettivo di analizzare l’organizzazione e la produttività dei cantieri di potatura di agrumeti, uliveti, e altri frutteti con l’impiego della trinciatrice Peruzzo Cobra Collina 1600. Particolare attenzione è stata dedicata allo studio dell’operatività della trinciatrice in diverse condizioni operative, variabili non solo in relazione alla natura della biomassa, ma anche alle caratteristiche del trattore accoppiato, alla sistemazione delle andane, ecc. è stata poi effettuata anche una valutazione dei costi dei cantieri presi in considerazione.
I cantieri di raccolta
Le prove sperimentali sono state svolte presso i centri dimostrativi (CSD) dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC). I residui generati dalle potature sono stati disposti in andana dal personale dei centri dimostrativi dell’ARSAC, previamente rispetto alle fasi della raccolta vera e propria.
La trinciatrice Peruzzo COBRA Collina 1600 si basa su un rotore brevettato a denti fissi, azionato dalla presa di potenza del trattore, per una produzione di cippato di misura uniforme, poi convogliato in un cassone di accumulo da 1,5 m³ di capacità.
Produttività del lavoro
Applicando la metodologia CIOSTA, la produttività è stata riferita al tempo operativo (TO), considerando: il tempo effettivo necessario per la raccolta dei residui (TE); il tempo accessorio per la manutenzione della macchina durante il lavoro (TAC); il tempo accessorio per le voltate ed il passaggio da un interfilare all’altro (TAV); il tempo accessorio per il carico e scarico (TAS); il tempo di preparazione sul luogo di lavoro (TPL); il tempo morto evitabile (TM).
Oltre all’analisi tecnica, è stata effettuata anche la stima dei costi, suddividendoli nelle componenti fisse e variabili, considerando in particolare i costi orari delle macchine e della manodopera, con riferimento all’unità di massa del materiale raccolto e alla superficie lavorata.
Con riferimento alle colture esaminate, la produttività è stata di 2,21 ore/ha per gli agrumi, 2,51 ore/ha per il pero, 4,03 ore/ha per il melo e 7,26 ore/ha per l’ulivo. In riferimento al tempo operativo, il maggior tempo effettivo TE di raccolta è stato rilevato nel cantiere del melo, con un’incidenza del 77,5% sul totale, mentre il valore più basso è stato registrato per l’ulivo (44,3%). In quest’ultimo, il tempo accessorio per lo scarico della biomassa raccolta (TAS) è stato ben il 46,3% del TO, a causa della indisponibilità di un rimorchio per lo scarico immediato della biomassa, come invece è avvenuto negli altri cantieri.
Di conseguenza, la trinciatrice ha dovuto percorrere una distanza considerevole per effettuare lo scarico, in un punto distante dal cantiere di raccolta. Nel cantiere B (pero) e C (agrumi), oltre ai tempi per le svolte (TAV) e per lo scarico (TAS), i tempi accessori hanno incluso anche quello per la manutenzione (TAC), necessario per rimediare a lievi inconvenienti, verificatisi per una preparazione del cantiere non del tutto adeguata. Nonostante ciò, il cantiere C (agrumi) ha evidenziato la migliore capacità produttiva (1,98 t/ora), seguito dai cantieri B (pero) e A (melo) con rispettivamente 1,16 e 1,15 t/ora. La capacità operativa più bassa è stata riscontrata nel cantiere D (ulivo) con un valore di 0,80 t/ora.
Analisi economica
Il costo orario è variato tra 53,14 euro/ora per l’ulivo e 88,87 €/ora per il melo. Da notare che i costi variabili hanno superato il 75% in tutti i siti, mentre il costo per unità di biomassa ha oscillato tra i 30 e gli 80 euro/t. Infine, il costo medio per unità di superficie è compreso tra 147 euro/ha circa per gli agrumi e poco meno di 386 euro/ha per l’ulivo.
I sottoprodotti agricoli derivati dalla potatura delle coltivazioni arboree costituiscono una fonte considerevole di biomassa, con un elevato potenziale energetico. La trinciatrice Peruzzo Cobra Collina 1600 ha evidenziato le migliori performance (sia dal punto di vista tecnico che per ciò che riguarda l’aspetto economico) negli agrumi, nonostante alcuni piccoli problemi insorti. Viceversa, nel cantiere inerente l’ulivo sono stati ottenuti i valori più bassi.