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Trattori, mercato europeo in crescita nel 2019

Bilancio in attivo per il mercato delle trattrici che archivia il 2019 con un incremento del 5% sul 2018. Crescono soprattutto le gamme di potenza medio-bassa che rappresentano il 52% di tutti gli oltre 191 mila mezzi venduti lo scorso anno. I prossimi mesi nel segno di una grande incertezza: pesa l’incognita legata all’evoluzione della pandemia Covid-19

di Giovanni M. Losavio
marzo 2020 | Back

Il mercato europeo delle trattrici agricole chiude il 2019 con più di 154 mila unità vendute (191 mila considerando anche mezzi quali quad e sollevatori telescopici) con una crescita del 5% sull’anno precedente. Lo rende noto il  Cema, l’associazione dei costruttori europei di macchine agricole che a inizio marzo ha diffuso il consuntivo di fine anno. In realtà – avverte il Cema – il dato del 2019 sul 2018, una volta depurato dagli elementi distorsivi legati all’entrata della Mother Regulation, evidenzia una sostanziale stabilità del mercato.

Prevalgono le basse potenze

La crescita del 2019 (il dato considera trattori, sollevatori telescopici e quad) ha interessato in misura particolare le fasce di potenza medio-bassa, quelle fino a 75 kW, che rappresentano più della metà del mercato (il 52%) e che hanno guadagnato un altro punto percentuale sul 2018. Perdono terreno, invece, le gamme superiori ai 221 kW (-4%) mentre le medie potenze costituiscono quasi un quarto del totale dei mezzi venduti. A livello geografico, il mercato continentale continua ad essere trainato da Francia e Germania. Le due “locomotive” europee pesano – rispettivamente – per il 16% e per il 15%, anche se il 2019 è stato caratterizzato da dinamiche divergenti. Parigi ha infatti sperimentato un sensibile incremento delle vendite, salite del 26% (in ragione di 31.102 mezzi) con focus sulle medie potenze, mentre Berlino ha registrato un aumento più contenuto, pari al 5%. Un dato, quello tedesco, che riflette appieno i trend del continente, sia dal punto di vista delle percentuali di crescita sia da quello della dinamiche conseguenti all’entrata in vigore della Mother Regulation. Subito dietro Francia e Germania, l’Italia (+1% nel 2019) si conferma al terzo posto in Europa con una quota del 10%, seguita da Spagna e Regno Unito che hanno chiuso il 2019 sulla falsariga degli altri Paesi europei. Tra i mercati “minori”, da segnalare l’exploit dell’area balcanica – Bosnia, Croazia, Serbia e Montenegro hanno messo a segno percentuali a doppia cifra – e lo scatto di Svezia (+15%) e Austria (+11%).

Turchia in profondo rosso

Continua, invece, la crisi della Turchia. Dopo il picco raggiunto nel 2017, quando le vendite di trattrici agricole hanno toccato le 72.900 unità, nei due anni successivi il mercato si è più che dimezzato, attestandosi nel 2019 sulle 26 mila macchine. Sulla flessione del comparto – spiega il Cema – hanno pesato non solo il peggioramento dello scenario economico nazionale, la svalutazione della lira turca e l’incremento dei tassi di interesse, ma anche l’aumento dei prezzi degli input agricoli che hanno raggiunto livelli insostenibili per gli operatori dell’agricoltura turca. Qualche spiraglio si è aperto negli ultimi mesi con una leggera ripresa della domanda.

Trattori, lo spettro di una recessione generalizzata

Per il prosieguo dell’anno, la nota del Cema prefigurava un leggero arretramento del comparto europeo. Non una vera fase recessiva, ma una “pausa di riflessione”, alla quale – così prevedeva il Cema – sarebbe seguita una certa ripresa del fatturato. La previsione è stata diffusa a inizio marzo, vale a dire prima che l’epidemia del Covid-19 evolvesse in pandemia globale, portando molti governi – non solo quello italiano – ad optare per il blocco delle attività non essenziali e per la chiusura delle frontiere. La crisi ha impattato anche sul comparto agro-meccanico sia dal lato della domanda sia da quello degli approvvigionamenti mentre diverse industrie costruttrici, a macchia di leopardo, hanno deciso di fermare gli impianti. Oggi l’incognita più grande è legata al ritorno alla normalità: prima terminerà lo “stato di eccezione” prima le industrie della macchina agricola potranno ripartire a pieno regime.

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