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Trattori: "boom" di vendite a livello mondiale

I dati sulle immatricolazioni di trattori indicano incrementi record in tutti i maggiori Paesi. La ripresa economica generale incoraggia gli investimenti – sostiene il presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti – ma determinante è il buon andamento delle produzioni agricole, e soprattutto le prospettive di crescita del settore primario, che entro i prossimi nove anni è destinato a crescere del 18% per le produzioni vegetali e del 13% per i prodotti zootecnici

a cura della Redazione
novembre 2021 | Back

Le vendite di macchine, attrezzature e componentistica per l’agricoltura registrano una crescita senza precedenti in tutti i principali mercati. I dati sulle immatricolazioni di trattrici – diffusi a Bologna nella conferenza stampa di presentazione di EIMA International, la rassegna mondiale della meccanica agricola, organizzata da FederUnacoma ­– indicano una crescita consistente negli Stati Uniti, che dopo aver chiuso il 2020 già in attivo, nei primi nove mesi di quest’anno registrano quasi 246 mila unità immatricolate, per un incremento del 12% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

L’India – maggior mercato al mondo in termini di unità vendute – segna nei nove mesi di quest’anno 680 mila unità immatricolate, con una crescita del 25%. Dinamiche positive caratterizzano i mercati europei. In Germania, a settembre, le vendite cumulate da inizio anno si sono attestate su circa 25.700 unità, il 6,8% in più rispetto allo scorso anno, e cresce il mercato in modo consistente anche in Gran Bretagna e in Spagna, Paesi dove nei primi nove mesi dell’anno le vendite hanno toccato rispettivamente quota 11.247 e 8.245 unità, con incrementi del 20% e del 13%. Tra i Paesi comunitari spicca l’Italia, che nei nove mesi realizza una crescita del 44% (18.510 unità immatricolate), vistosamente superiore rispetto alla media continentale.

Tra i mercati più dinamici si segnala la Turchia, che segna a settembre incrementi del 49% a fronte di oltre 39 mila macchine, un dato che resta tuttavia lontano dai livelli (73 mila macchine) raggiunti nel 2017, prima che la crisi economica del 2018-2019 e la successiva emergenza sanitaria provocassero un tracollo delle vendite interne. Per altri importanti mercati i dati di Agrievolution indicavano, nel primo semestre dell’anno, incrementi significativi, vedi il caso della Federazione Russa, che a metà anno segnava un attivo del 24,4% (oltre 17.400 macchine) o quello del Giappone che nel semestre cresce del 35,7% in ragione di oltre 10.700 unità. «Questo “boom” del mercato è dovuto ad un complesso di ragioni – ha spiegato nel corso della conferenza il presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti – in parte legate alla ripresa economica globale, con l’incremento del Pil mondiale, previsto in misura del 5,9% nel 2021 e del 4,9% nel 2022, in parte legata al buon andamento dell’agricoltura e alle sue prospettive di crescita negli anni prossimi, che rendono necessari investimenti nelle tecnologie di nuova generazione».

Il buon andamento delle rese in alcune aree dell'Europa orientale e in Australia, favorite dalle positive condizioni meteorologiche – è stato illustrato nel corso delle conferenza – hanno più che compensato il taglio alla produzione di grano previsto per la Federazione Russa, dove la raccolta invernale è completata e i risultati mostrano rese inferiori rispetto a quanto precedentemente previsto, a causa degli effetti negativi del clima secco. A questo si aggiunge la crescita della produzione di riso (ai massimi storici con 520 milioni di tonnellate per una crescita dell’1,3%) che contribuisce ad un output complessivo dei cereali previsto in circa 2.800 milioni di tonnellate, pari ad una crescita dell’1,1% rispetto allo scorso anno. «A favore dell’agricoltura giocano non soltanto il buon andamento congiunturale – ha sottolineato Malavolti – ma le prospettive di crescita per i prossimi anni.

Secondo le proiezioni FAO già nel 2030 la produzione agricola mondiale risulterà incrementata del 18%, e quella zootecnica del 13%, a causa della crescita demografica, e insieme alla quantità anche la qualità delle produzioni dovrà crescere, per soddisfare l’esigenza di alimenti pregiati e i consumi crescenti soprattutto di prodotti ortofrutticoli».

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