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Sollevatori telescopici, protagonisti in multifunzionalità

Oltre alla classica movimentazione di materiale confezionato e sfuso, il moderno sollevatore telescopico ad uso agricolo è in grado di eseguire molte altre operazioni, diventando così un possibile concorrente del trattore

di Stefano Albanesi
Febbraio 2014 | Back

La multifunzionalità dell’azienda agricola ha incrementato (e non di poco) le necessità di poter disporre di macchinari in grado di svolgere funzioni differenti. Tra queste, la gestione di materiali e cose, specie nel centro aziendale, assume particolare importanza, ancora più accentuata in quelle realtà dove è installato un impianto per la produzione di biogas alimentato con biomassa di origine vegetale.

D’altro canto, la perdurante crisi del settore edile ha spinto, ormai da qualche anno, molte aziende a proporre alcuni loro macchinari anche al mondo agricolo, laddove alcune funzioni operative potevano essere di utilità comune. Si parla pertanto di pale, terne, caricatori… Ma senza dubbio la macchina che ha  avuto in agricoltura il successo maggiore è stato il sollevatore telescopico (anche definito caricatore telescopico o “telehandler”), probabilmente proprio per la spiccata versatilità di impiego che tale mezzo consente, soprattutto se, come spesso è avvenuto, i costruttori lo hanno arricchito con le principali funzioni tipiche del trattore, pur mantenendo integralmente quelle originali.

Si è pertanto recentemente creata una serrata competizione tra il trattore (dotato di caricatore frontale) della classe “utility”, cioè di media potenza e dimensioni, in grado quindi di svolgere molteplici lavorazioni, e il sollevatore telescopico che, oltre a movimentare carichi con il classico braccio può anche proficuamente trainare al gancio e gestire, con il sollevatore idraulico per mezzo di un attacco a 3 punti e la presa di potenza, un’ampia serie di attrezzature. In ogni caso, praticamente tutti i costruttori di trattori leader del mercato si sono già dotati di una propria linea di telehandler, in modo da risolvere alla radice il “contenzioso”, a tutto vantaggio dell’utenza agricola che può scegliere la macchina più adatta alle proprie esigenze.

 

La funzione principale

Non c’è dubbio però che i sollevatori telescopici sono nati per movimentare carichi: in questo sono nettamente superiori ai trattori con caricatore frontale, anche se ultimamente il gap si è significativamente ridotto. La funzione di sollevamento è talmente importante che praticamente tutti i modelli  di telehandler sono contraddistinti da una denominazione che contiene in cifre le due caratteristiche prestazionali fondamentali, e cioè il massimo carico gestibile (quantificato spesso con l’abolito, ma ancora pienamente in auge, quintale) e la massima altezza raggiungibile (in metri). Tra quelle disponibili sul mercato, in agricoltura vanno per la maggiore le macchine delle gamme media e bassa, indicativamente con un carico max tra 3000 e 5000 kg (30-50 quintali, appunto) e un’altezza variabile tra 6 e 10 m.

Anzi, in questo campo la svolta è avvenuta con il controllo attivo del carico (e anche con il  riconoscimento automatico delle attrezzature), che ha permesso un deciso incremento della sicurezza operativa. In tal senso, Merlo ha messo a punto il CDC (Controllo Dinamico del Carico): sia  a macchina ferma che in movimento, la centralina gestisce in automatico il peso del carico, lo sbalzo e l’angolo di inclinazione dell’utensile terminale accoppiato (se di tipo originale), visualizzando i relativi valori sull’ampio display dedicato, tramite un indicatore che con la logica del semaforo mostra in continuo il livello di sicurezza operativa sul diagramma di carico. Al superamento del punto critico, si attiva il blocco automatico dei movimenti aggravanti, ed è possibile il solo rientro del braccio. In tal modo, specie le lavorazioni con la pala sono rapide e fluide, a tutto vantaggio della produttività.

 

Una manovrabilità eccezionale

Uno degli aspetti più importanti dove i telehandler sono superiori ai trattori è senza dubbio la manovrabilità: a parità di ingombri, grazie a molteplici possibilità di sterzatura i primi possono muoversi più agevolmente negli spezzi stretti rispetto i secondi. Infatti, i sollevatori telescopici possono operare a 2 o 4 ruote sterzanti e anche nella cosiddetta modalità “a passo di cane” (o “gambero”). Il beneficio è evidente specie quando si devono collocare ad altezze notevoli carichi ingombranti.

 

Le dotazioni agricole

Senza dubbio, le novità più interessanti dei telehandler riguardano le dotazioni agricole. Il primo tentativo in tal senso, che ha già qualche anno, è di dotarli di una presa di potenza standardizzata, ma di tipo idraulico, quindi caratterizzata da un’efficienza tipica piuttosto bassa. Problema risolto: i sollevatori telescopici più recenti hanno una pdp meccanica tradizionale, con un rendimento intorno al 90-92%, in linea con quello di molti trattori agricoli.

Montare invece un gancio di traino di tipo agricolo è stato probabilmente una delle operazioni più semplici e immediate; anzi, in considerazione della tipica configurazione della macchina, spesso dotata di ruote isodiametriche e con una distribuzione delle massa pressocché paritetica, trasporti anche gravosi possono essere effettuati in modo efficiente e del tutto paragonabile a quello dei classici trattori. Nessun compromesso nemmeno per la velocità di percorrenza: tutti i modelli recenti possono viaggiare a 40 km/h, essendo ovviamente già predisposti per i futuri   50 km/h.

Piuttosto è sulle modalità di trazione che esiste tuttora un certo gap: molti telehandler sono mossi per mezzo di motori idraulici, che rispetto al cambio meccanico denotano ancora un rendimento inferiore. Anche in questo caso, però, le soluzioni più avanzate hanno migliorato di molto la situazione, e non mancano eccezioni positive. La nuova gamma di sollevatori telescopici LM di New Holland nella versione Elite è dotata di Powershift semiautomatico 6x3; le marce basse, a selezione manuale, sono utili per i lavori nel centro aziendale, mentre la macchina gestisce in automatico le due marce più alte, inserendo il rapporto di trasmissione più vantaggioso in termini di consumi e di comfort dell’operatore.

 

Nessun problema invece per dotare i telehandler di sollevatore e prese idrauliche; l’impianto di cui da sempre sono dotati è sovrabbondante ed evoluto in tal senso: ad es. sulla serie MF 9000 Xtra (4 modelli da 100 a 122 CV) Massey Ferguson offre un impianto idraulico da ben 190 litri/min, con sensore di carico a centro chiuso gestito da un joystick  a logica proporzionale, in modo tale da permettere un funzionamento contemporaneo e senza compromessi di tutte le utenze.

Il posto di guida e la visibilità

In questo caso, il trattore ha un vantaggio: sui telehandler la presenza del braccio di sollevamento costringe al montaggio di una cabina meno ampia, anche se ormai si supera il metro di larghezza. Decisi passi avanti sono invece stati compiuti in tema di comfort del posto di guida del sollevatore telescopico: sono state installate delle sospensioni, è spesso presente un joystick e un ampio display, l’abitacolo è condizionato e pressurizzato. Ma è sulla visibilità, anteriore, posteriore, laterale e verso l’alto che i telehandler si prendono la rivincita, dato che la configurazione del veicolo permette un controllo visivo del carico decisamente migliore rispetto a quello permesso dal classico caricatore frontale del trattore.

Inoltre, sui modelli più recenti sono stati razionalizzati gli ingombri, in modo da ottimizzare anche la visuale a terra, a tutto vantaggio delle delicate fasi di aggancio, presa e raccolta di materiali sfusi e confezionati.

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