Sicurezza alimentare:riequilibrare il sistema agricolo
Si è svolto lo scorso 25 agosto a Rimini il convegno sul tema "Cibo, un bene per tutti", che ha visto la partecipazione, tra i relatori, del presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni. Soddisfare i fabbisogni alimentari del Pianeta sarà possibile grazie ad un incremento della capacità produttiva, ma anche grazie ad una stabilizzazione dei mercati e a politiche che possano conciliare interesse economico e sostenibilità
L’incremento della produttività agricola è necessario per garantire la sicurezza alimentare per la popolazione del Pianeta, ma non è l’unica sfida che il settore primario dovrà affrontare nei prossimi anni. Le fluttuazioni in alto dei prezzi delle derrate agricole possono rendere inaccessibili i beni alimentari primari per i Paesi e le fasce sociali più poveri; e per contro il calo dei prezzi può danneggiare i redditi degli agricoltori. Un obiettivo chiave è dunque stabilizzare i mercati. Questo ha sostenuto il presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni, nel suo intervento al convegno “Cibo, un bene per tutti”, svoltosi il 25 agosto scorso nell’ambito del Meeting di Rimini. Oltre che stabilizzare i mercati – ha detto ancora Goldoni – occorre riequilibrare il rapporto fra produzioni agricole destinate al consumo diretto e produzioni destinate all’alimentazione del bestiame, poiché già oggi circa un terzo della produzione agricola viene utilizzato per gli allevamenti di animali, e questa quota è destinata ad incrementarsi per la crescita imponente della domanda di carne e latticini da parte dei Paesi emergenti e dei colossi asiatici. Le enormi superfici destinate alla produzione di biocombustibili rappresentano anch’esse un paradosso dal punto di vista della sicurezza alimentare, anche se la diversificazione delle fonti resta una priorità a livello globale e i combustibili d’origine agricola garantiscono un impatto ambientale molto minore rispetto alle altre fonti energetiche.
Per gestire la complessità delle problematiche legate all’agricoltura – questo è emerso dai lavori del convegno, cui hanno partecipato come relatori anche Fabio Degli Esposti, Direttore Generale Nespresso Italiana; Maria Chiara Gadda, Deputato PD al Parlamento Italiano; Mario Guidi, Presidente Confagricoltura; Livia Pomodoro, presidente Milan Center For Food Law and Policy e che è stato introdotto da Marco Lucchini, direttore generale Fondazione Banco Alimentare Onlus – occorre una strategia politica accorta e lungimirante. Esperienze significative come quelle illustrate dai relatori offrono spunti su come razionalizzare il sistema di accesso alle risorse alimentari, e come realizzare modelli economici più efficienti. Dopo l’Expo di Milano – ha detto Livia Pomodoro – il tema del diritto al cibo non deve perdere d’attualità, e la riflessione deve continuare in sedi appositamente deputate come quella del Millennium Goals in cui si costruisce l’agenda delle priorità. Strumenti legislativi come quello contro gli sprechi alimentari – ha evidenziato Maria Chiara Gadda - debbono valorizzare e mettere a sistema le buone pratiche che già esistono nelle filiere agroalimentari e nella distribuzione dei beni. La strategia per evitare gli sprechi, del resto, è coerente con la filosofia basilare dell’agricoltura – ha sostenuto Mario Guidi – che punta a valorizzare quanto più possibile la produzione, conciliando redditività e sostenibilità. Un caso emblematico in questo senso è quello rappresentato dall’azienda Nespresso – ha spiegato Fabio Degli Esposti – che punta ad elevare il valore economico dell’intera filiera del caffè, pagando ai produttori prezzi più alti e realizzando un prodotto d’eccellenza maggiormente remunerativo sul mercato. Tutte queste sono esperienze di grande utilità anche in chiave politica – ha osservato in conclusione Goldoni – perché superano l’approccio puramente solidaristico. Un sistema nel quale un gruppo di Paesi economicamente forti producesse surplus agricoli per indirizzarli come pura e semplice donazione verso i Paesi poveri sarebbe squilibrato e non sostenibile nel tempo. Ogni Paese deve investire per lo sviluppo della propria agricoltura – in questo senso è particolarmente significativa l’esperienza dei costruttori italiani di macchine rappresentati da FederUnacoma – puntando sull’introduzione di tecnologie meccaniche e promuovendo modelli aziendali innovativi, commisurati alle esigenze specifiche delle tante realtà agricole presenti nel mondo.