Sfeltratura e aerazione dei tappeti erbosi
Tecniche di manutenzione e macchinari specifici consentono di mantenere efficiente il tappeto erboso, che per fenomeni legati al calpestamento e al passaggio delle macchine dà spesso luogo alla formazione del feltro. Sfeltratura ed aerazione del suolo sono gli interventi di base per la corretta gestione del tappeto
Per far si che un tappeto erboso si mantenga bello e rigoglioso è fondamentale che lo strato di coltivazione del terreno abbia una buona struttura in cui possano circolare acqua e aria. Queste condizioni nel tempo tendono a peggiorare a causa della formazione del feltro in superficie e della compattazione del terreno, provocata dal calpestamento e dal passaggio delle macchine. Quando questo avviene il tappeto erboso si degrada e le piante perdono vigore.
Per evitare la degradazione del prato dovuta a insufficiente aerazione, le pratiche di manutenzione prevedono una serie di interventi più o meno energici, tesi a ripristinare le condizioni di partenza. Tali interventi sono essenzialmente rappresentati dalle operazioni di sfeltratura e di aerazione del suolo.
Sfeltratura
Il feltro è dovuto all’accumulo sulla superficie del terreno di materia organica, prevalentemente costituita da foglie, da steli o anche da radici. Si forma in quanto il tasso di accumulo supera quello di decomposizione. L’esame della composizione del feltro dimostra che esso è costituito in prevalenza da cellulosa, emicellulosa e lignina in diversa proporzione a seconda delle specie coltivate. I minuti residui dell’erba fresca tagliata e asportata, si decompongono molto rapidamente a causa dell’alto contenuto di umidità e dell’assenza di lignina, per cui l’alta frequenza del taglio ha poca influenza sulla formazione del feltro. Questa situazione vale anche per il taglio mulching. Diverso è il discorso quando si effettua il taglio su erba alta e non fresca.
Il feltro si comporta come un letto di paglia che fa da supporto alla vegetazione. Quando però supera lo spessore di 10 mm, riduce la normale circolazione nel terreno di acqua e aria, compromettendo così le condizioni di crescita della vegetazione.
Con l’intervento di sfeltratura si asporta una parte del feltro, allo scopo di aerare superficialmente il suolo per mantenere una buona attività microbica, accelerare la decomposizione della sostanza organica indecomposta e per migliorare la circolazione dell’acqua, favorendone la penetrazione nel terreno ed evitando i ristagni.
In alcuni casi può essere sufficiente eseguire l’operazione con una scopa metallica, con un rastrello o, più efficacemente, con un erpice a denti. Dopo il passaggio con erpice è necessario un secondo passaggio con una spazzolatrice- raccoglitrice del feltro asportato rimasto in superficie. Per un intervento più energico si fa ricorso a specifiche macchine sfeltratrici, denominate anche verticut. L’organo di lavoro di queste macchine, contenuto all’interno di un carter protettivo, è costituito da un asse orizzontale rotante a un regime di circa 1000 giri/min, su cui sono montati i coltelli sfeltratori. I coltelli sono posti a intervalli di 30-50 mm e, ruotando, effettuano tagli verticali che eliminano il feltro superficiale alla profondità da 5 a 10 mm. A seconda della qualità del tappeto erboso su cui si effettua l’intervento, è possibile scegliere il tipo di coltello sfeltratore più adatto. In particolare lo spessore del coltello va da 1-2 mm, se si interviene su un green o comunque su un tappeto di alta qualità, da 3-4 mm, se l’operazione è effettuata su un tappeto rustico.
Le macchine più piccole, semoventi e con conducente a terra, hanno larghezza di lavoro di 40-50 cm e sono azionate da motore a scoppio con potenza di 3-4 kW. Quando manca il cesto di raccolta del feltro asportato si rende necessario un secondo passaggio con una macchina spazzolatrice-raccoglitrice.
Le macchine di maggiore dimensione sono trainate o portate e hanno larghezza di lavoro da 120 cm a 250 cm, anche se non mancano modelli che arrivano ad avere larghezze di lavoro di 400-500 cm. In questi modelli l’assenza del cesto di raccolta è la regola.
La frequenza con cui viene eseguita l’operazione di sfeltratura dipende dal tipo di terreno e dall’attività vegetativa del tappeto. Generalmente sono necessari due interventi all’anno: uno in primavera e l’altro in autunno. Prima di eseguire la sfeltratura è necessario effettuare il taglio del tappeto erboso. All’intervento primaverile si può far seguire quello di trasemina, mentre dopo l’intervento autunnale è bene effettuare una fertilizzazione del tappeto.
Aerazione del terreno
L’areazione del terreno si rende necessaria quando la sua struttura diviene eccessivamente compatta. Lo scopo è proprio quello di ridurne la compattezza, migliorandone la struttura superficiale, al fine di favorire il drenaggio e la decomposizione della materia organica, stimolare la vita microbica e migliorare l’assimilazione dei fertilizzati.
A seconda delle condizioni del terreno, l’operazione di aerazione può essere eseguita effettuando interventi di scarificatura, oppure di foratura o carotatura. In particolari condizioni si può effettuare un’operazione cosiddetta di decompattaggio.
Scarificatura. Consiste nell’effettuare tagli verticali nel feltro e nel terreno a profondità comprese tra 50 e 200 mm. L’organo di lavoro è un rotore ad asse orizzontale sul quale sono flangiati dei dischi (70-100 mm di diametro), che portano un serie di lame o di coltelli di forma triangolare o lanceolata (5-10 per disco). Questi ultimi hanno una lunghezza di 15-20 cm.
I modelli più piccoli semoventi con conducente a terra, hanno larghezza di lavoro di 40-50 cm. Generalmente sono azionati da motore endotermico con potenza pari a 3-5 kW. I modelli di maggiore dimensione sono trainati o portati con larghezza di lavoro compresa tra 120 e 250 cm. La potenza del trattore a cui queste macchine sono accoppiate va da 15 kW a 30 kW. Come per le macchine sfeltratrici non mancano modelli con larghezza maggiore, sino a 500-600 cm.
Foratura e carotatura. Questa operazione consiste nel creare delle prese d’aria artificiali sino a profondità di 100-250 mm. L’organo che esegue il foro è chiamato fustella. L’efficacia di un aeratore si valuta dal numero di fori a m2. Le fustelle hanno forma cilindrica e possono essere piene (foratura) o cave (carotatura). Nel primo caso si fanno solo fori senza decompattare il terreno; nel secondo il terreno viene estratto dal foro (carota) creando l’effetto di decompattamento. In questo secondo caso le carote devono essere asportate. Anche questa operazione viene eseguita meccanicamente, con macchine specifiche, oppure montando l’organo di raccolta sulla macchina aeratrice, in modo da evitare un secondo passaggio. In relazione al modo con cui la fustella viene fatta penetrare nel terreno, l’organo di lavoro può operare con azione rotante o con azione verticale.
Le macchine con utensili ad azione rotativa praticano da 40 a 100 fori a m2 per una profondità che può raggiungere i 150–200 mm. Possono essere semoventi, portate o trainate dal trattore e la larghezza di lavoro è di 50–300 cm. Sono macchine robuste il cui impiego è rivolto a tappeti con terreno non molto compatto. Molti di questi aeratori, sostituendo le fustelle con i coltelli, diventano macchine sfeltratrici.
Le aeratrici ad azione verticale, praticano fori perpendicolari alla superficie senza deformazione del tappeto erboso. Sono più efficaci di quelle ad azione rotativa e la densità dei fori può anche essere superiore ai 1000 per m2, in modo da interessare oltre il 25% del terreno, raggiungendo profondità anche superiore ai 200 mm. Possono essere macchine autonome, semoventi oppure trainate o portate. Le prime, con larghezza massima di lavoro di 150 cm (7–12 kW di potenza), per superfici contenute; le seconde per grandi superfici, con larghezza di lavoro anche superiore ai 300 cm.
Operazioni di decompattaggio. Una forte fruizione del tappeto erboso, con conseguente elevato calpestamento, e/o il passaggio troppo frequente di macchine, possono essere responsabili di un compattamento eccessivo del suolo e richiedere interventi incisivi, senza dovere troppo interferire con la fruizione stessa. L’intervento può essere eseguito con due tipologie di macchine: decompattamento a lame, con cui si realizzano delle microfenditure dopo di che la fruizione può avvenire entro 2 o al massimo 6 settimane; decompattamento ad aria compressa, a seguito del quale la fruizione è immediata.
Sabbiatura o top dressing
La sabbiatura consiste nel distribuire un sottile e uniforme strato di sabbia o di un miscuglio di sabbia e torba sulla superficie del tappeto erboso.
L’operazione ha la funzione di: colmare fessure e forature causate dagli interventi precedenti, riducendo anche eventuali irregolarità del terreno; prevenire la formazione del feltro e migliorare la capacità di infiltrazione superficiale dell’acqua. La quantità da distribuire dipende dallo scopo e dal tappeto erboso. Si va da valori di 4-5 litri per m2 dopo carotatura intensa, a 0,5 litri per m2 nei green. La sabbia deve avere granulometria ridotta con meno del 20% di elementi con diametro superiore a 2 mm. L’operazione va eseguita prima di un intervento di scarificatura o di decompattaggio e dopo quello di carotatura.
Le macchine impiegate sono sostanzialmente dei carrelli spandisabbia, costituiti da una tramoggia a fondo mobile e un aspo a spazzola che provvede alla distribuzione, oppure sono costituiti da spandisabbia ad azione centrifuga.
Per favorire la penetrazione va eseguita una rullatura; in alternativa sono state realizzate macchine, chiamate verti-brush, i cui organi di lavoro sono spazzole rotanti su asse verticale che, oltre a spargere uniformemente il materiale ne favoriscono la penetrazione nel tappeto.