Semina di precisione, una sfida per la meccanica
Molte case costruttrici si stanno dedicando alla realizzazione di sistemi di semina in grado di ottimizzare le operazioni colturali, e di gestire con la massima precisione la collocazione a terra delle sementi. Le tecnologie ISOBUS e i sistemi elettronici di nuova generazione consentono un controllo efficace di tutti i parametri fondamentali, vedi la velocità di lavorazione, la quantità di seme impiegata, la densità di semina
Nell’ambito delle colture di pieno campo (ma non solo), la semina è senza dubbio una delle operazioni a cui bisogna dedicare grande attenzione. La diligenza nella regolazione della macchina e la precisione in fase esecutiva sono fondamentali per rendere ottimale la crescita della coltura e per facilitare alcune lavorazioni successive, come ad esempio la sarchiatura, la rincalzatura, la fertilizzazione con concimi granulari, ma anche la raccolta stessa.
Il mercato delle seminatrici è molto vasto, e offre parecchie opzioni, per soddisfare qualsiasi esigenza sia colturale che gestionale: dalle seminatrici a file per cereali autunno-vernini (i cosiddetti modelli “universali”) a quelle di precisione per mais e soia, di tipo meccanico o pneumatico, o ancora per la semina su sodo, oppure con l’eventuale stesura di film pacciamante.
Nell’ambito delle seminatrici cosiddette “di precisione” (ovvero per colture in cui sia la distanza di interfila che quella sulla fila deve essere il più possibile costante) l’offerta è comunque ampia. I costruttori si sono di recente impegnati in un aumento della qualità del lavoro dei nuovi modelli, partendo dal presupposto che, almeno negli appezzamenti pianeggianti e di significativa estensione, appare opportuno lavorare con macchine da non meno di 8-12 file, per poter ridurre i tempi di lavoro, a tutto vantaggio anche della tempestività di intervento.
La precisione
La caratteristica imprescindibile di queste macchine è appunto la precisione nella posizione di collocazione del seme nel terreno. Si tratta di una caratteristica decisiva per assicurare una crescita regolare alla pianta, cioè senza danni meccanici dovuti agli interventi post-semina. In special modo, la distanza sulla fila può risultare spesso alterata sia a causa di un malfunzionamento più o meno momentaneo, sia di problemi costruttivi che inevitabilmente comportano poi prestazioni insoddisfacenti. È particolarmente importante evitare queste disomogeneità di semina, perché i successivi passaggi in campo possono provocare danni importanti, più o meno irreversibili, se alcune plantule emergono in posizioni non corrette.
Le industrie costruttrici sono impegnate nello sviluppo di sistemi che consentano di ottimizzare le operazioni di semina. Tra le novità proposte dalla meccanica di settore si possono segnalare, ad esempio, il modello Sigma 5 di Sfoggia, e il modello Azurit 9 di Lemken, che si caratterizzano proprio per la buona capacità di controllo della collocazione del seme sulla fila, così come per la definizione della profondità di deposizione. Sfoggia prevede la regolazione della posizione delle ruote laterali sull’asse del punto di caduta del seme, che viene convogliato tramite un tubo di caduta interno ai dischi di semina. Il tutto viene completato da un falcione per il perfezionamento del solco e da una coppia di ruote posteriori per la rincalzatura. Tale combinazione si rivela particolarmente utile per lavorare con profili del suolo non uniformi, risultando quindi idonea anche per la minima lavorazione, quando in superficie sono presenti ancora abbondanti residui colturali. Infatti, le ruote di profondità sono indipendenti e montate su un bilanciere, in modo da garantire un efficace contatto con il suolo anche in presenza di stoppie, stocchi e sassi. Come per quasi tutti i modelli di seminatrici di precisione, il cambio per la variazione della distanza sulla fila si avvale di parecchie combinazioni (20-40) disponendo in vario modo gli ingranaggi disponibili. Per garantire un sufficiente flusso d’aria necessario per un’ottimale adesione dei semi ai fori del disco, il ventilatore viene mosso dalla pdp a 540 giri/min; solitamente, la velocità di esecuzione dell’operazione è di 6-8 km/h, anche se sono disponibili alcune seminatrici che eseguono lavorazioni di qualità a velocità ben superiori, a tutto vantaggio di un’elevata capacità di lavoro. Un esempio in tal senso è la gamma Maxima di Kuhn, che secondo il costruttore permette una produttività fino a ben 7 ha/h, un valore che peraltro è raggiungibile solo con modelli da 9-12 file (ovvero 6,75-9 m di larghezza di lavoro per la classica interfila del mais da 75 cm) e con tramogge di elevata capacità (quelle dei semi sono da 52 l), in modo da ridurre l’incidenza dei tempi di riempimento. Considerando anche la struttura molto stabile, la gamma Maxima si rivela efficace nella semina dopo minima lavorazione, assicurando la regolarità della messa a dimora. Ovviamente non mancano serbatoi in PVC per la distribuzione di prodotti geodisinfestanti (insetticida, lumachicida, erbicida, ecc.) e naturalmente per la distribuzione di fertilizzanti, spesso eseguita con apposito spandiconcime con tramoggia frontale.
Il monitoraggio elettronico
L’ISOBUS, l’affermata tecnologia finalizzata alla facilitazione del “dialogo” diretto tra il trattore e l’operatrice, ha ormai raggiunto una certa maturità, ed è proficuamente applicata anche alla semina. Diversi costruttori (e in particolare tutti i leader di mercato) hanno messo a punto strategie basate sull’ISOBUS per poter offrire all’operatore a bordo del trattore un controllo completo dell’andamento della semina: la conta parziale e totale della superficie lavorata, il contatore di semi deposti, la rilevazione della velocità di avanzamento, il calcolo della densità di semina sono solo alcune tra le numerose informazioni fornite. In aggiunta a tutto ciò, l’adozione del GPS con la precisa geolocalizzazione del cantiere di lavoro ha permesso di ridurre al minimo errori nell’affiancamento delle passate, a tutto vantaggio dell’omogeneità di crescita delle piante e di una raccolta più regolare. E proprio i dispositivi per l’interruzione della semina su determinate file, adottati utilmente in appezzamenti con forma irregolare e/o quando è importante evitare sovrapposizioni, si avvalgono in automatico sia del GPS che dell’ISOBUS, in modo da sgravare l’operatore da questa noiosa (ma importante) incombenza. Un’ulteriore soluzione in grado di facilitare il lavoro dell’agricoltore è la calibrazione automatica in base al tipo di seme. In questo caso i principali vantaggi risiedono ovviamente nell’essere esentati dalla calibrazione manuale quando mutano le condizioni di semina, ma anche una riduzione delle perdite di seme e, soprattutto, una minor esposizione dell’operatore alle dannose polveri della sua concia.
Principali caratteristiche di versatilità
La grande capacità di lavoro delle moderne seminatrici di precisione (fino a 18-24 file, ma anche oltre) comporta inevitabilmente degli ingombri notevoli, che diventano un problema per il trasporto in condizioni di normale circolazione su strada pubblica, dove come noto la larghezza fuori tutto dei mezzi deve necessariamente essere limitata a 2,55 m.
Per questo, le macchine con molti elementi di semina sono dotate di telai pieghevoli (con differenti soluzioni meccanico-idrauliche), oppure vengono trainate in linea dal trattore.
Le masse dei vari modelli variano ovviamente in funzione della larghezza di lavoro: si va da 400 a 3000 kg circa, raggiungendo anche i 7-8000 kg (e oltre) a pieno carico nelle versioni più grandi.
In tal caso, anche per il lavoro di campo si avvalgono di una o più ruote di appoggio al terreno. La potenza del trattore da accoppiare varia di conseguenza, da un minimo di 50-60 kW per i modelli a 4 file sino a 170-220 kW per i modelli più grandi e completi, appannaggio soprattutto delle aziende agromeccaniche, ove la disponibilità di trattori di alta potenza è senza dubbio più agevole rispetto alle aziende agricole tradizionali.