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Reportage

Lovol Arbos Group: base in Italia, obiettivi "globali"

Conclusi con un bilancio positivo i primi due anni di attività del gruppo cinese, che si prepara a lanciare una full line a marchio Arbos. Insediamenti produttivi in Emilia Romagna e sguardo verso i mercati emergenti, con la prospettiva di acquisire anche in Italia quote di mercato crescenti

di Giovanni M. Losavio
dicembre 2016 | Back

Innovazione, distribuzione e sostenibilità del ciclo agronomico sono gli elementi su cui si è sviluppata, nel 2016, l’attività di Lovol Arbos Group, uno dei player emergenti sui mercati globali, che a dispetto della sua giovane età – l’azienda è presente nel comparto agromeccanico da appena due anni – ha comunque saputo mettersi in luce in un settore nel quale sono presenti grandi marchi storici. «Lovol Arbos Group è una società partecipata al 100% dalla cinese Lovol Heavy Industry Ltd di Weifang, realtà attiva non solo nel settore delle macchine agricole, ma anche nelle macchine per costruzioni, nei veicoli off road e nella componentistica», ha spiegato Andrea Bedosti, amministratore delegato di Lovol Arbos, che in occasione di EIMA International ha incontrato la stampa per tracciare un bilancio su questi due anni di attività dell’azienda e per illustrare le strategie di mercato per il prossimo futuro. Un bilancio che, come ha sottolineato Bedosti, non può non essere positivo visti i forti investimenti nel marchio Goldoni – finalista tra l’altro al Tractor of the Year 2017 – il lancio delle serie Arbos 5000, 6000 e 7000 e il potenziamento della MaterMacc (acquisita a fine 2014) con una nuova area industriale e con la ridefinizione del layout del sito produttivo. Ed è stato proprio questo sito a produrre uno dei dispositivi premiati come Novità Tecnica ad Eima International. Si tratta del Recovery Energy Depressure (RED) un sistema firmato appunto MaterMacc, che sfrutta l’energia prodotta dai gas di scarico per creare la depressione necessaria al funzioname­nto del distributore pneu­matico della seminatrice. Il 2016 di Lovol Arbos, poi, ha visto il passaggio del quartier generale da Bologna a Carpi, dove sono stati trasferiti gli uffici amministrativi e dove presto avrà sede anche il centro R&D, incluso il moderno “testing center” per le prove di motori, trattori e trasmissioni. «Oggi – ha spiegato Bedosti – disponiamo di 285 mila metri quadrati di superficie industriale, la terza, per importanza, in Italia. Nei prossimi 12-18 mesi verranno apportate importanti modifiche non solo al layout dello stabilimento produttivo, ma anche al sistema di progettazione». L’obiettivo del Gruppo è infatti quello di sviluppare le nuove macchine in funzione delle esigenze del processo agronomico, quindi con una maggiore attenzione ai costi di esercizio, un minor impatto sull’ambiente, un dispendio energetico ridotto e un’ottimizzazione nell’uso di sementi, concimi e agrofarmaci. Il progetto, che dovrebbe vedere la luce entro due/tre anni, è quello di creare una full line completa a marchio Arbos (le altre firme del Gruppo non scompariranno del tutto ma «saranno utilizzate in maniera tattica», precisa Bedosti) con una particolare attenzione per gli specializzati e le macchine per il campo aperto (di media e alta potenza), nel segmento delle trattrici; e per le seminatrici, le irroratrici e la lavorazione del terreno nel comparto delle attrezzature. «Puntiamo a un’organizzazione snella e produttiva, presente localmente ma – ha proseguito l’AD del Gruppo – con un occhio rivolto ai mercati più dinamici per i quali il “vecchio continente” rappresenterà un hub mondiale». Riflettori puntati, anzitutto, sui Paesi Europei, sul Nord e Sud America, Sud Africa, Egitto e Algeria, senza però dimenticare Croazia, Spagna e soprattutto Russia, Turchia e Iran, realtà nelle quali il marchio MaterMacc può già vantare una buona presenza. Se le previsioni del management saranno rispettate, entro tre anni l’Arbos Lovol Group dovrebbe raggiungere in Italia una quota di mercato complessiva pari al 5%, con il settore specializzati attestato sul 12-15%.

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