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Speciale

Le bioenergie e la sfida della "economia circolare"

Dal riscaldamento atmosferico ai flussi di migranti provenienti dalle regioni più povere, i grandi temi di attualità richiedono un approccio sempre più globale. Trovare le strategie e i criteri per ripristinare gli equilibri ambientali e sociali è la sfida del futuro. Il contributo decisivo non può che venire da una revisione profonda dell'economia, e dalla promozione di modelli che individuino nella gestione efficiente delle risorse, nella drastica riduzione dei rifiuti, nel contenimento delle emissioni di gas climalteranti le priorità da perseguire

di Matteo Monni
ottobre 2015 | Back

Le questioni complesse si possono risolvere con una molteplicità di iniziative semplici, a condizione che queste aderiscano in modo coerente ad una visione d’insieme. La necessità di agire con questo tipo di approccio è stata espressa in modo lampante da Papa Francesco nella recente enciclica “ambientalista” dedicata alla cura della casa comune (ovvero alla tutela del Pianeta Terra) affermando il concetto dell’ecologia integrale. “Non si può parlare di una crisi ambientale senza considerare quella sociale” e viceversa. Dunque, per affrontare temi di tale portata e così profondamente interconnessi, occorrono consapevolezza e impegno da parte di tutti, nessuno escluso. Il miglioramento dello stato delle cose potrà avvenire, sia con scelte e comportamenti quotidiani dei singoli, sia attraverso la definizione di strategie di ampio respiro da parte dei decisori politici.

In tale ottica anche il settore primario, di cui la meccanizzazione è una componete importante, può giocare un ruolo centrale producendo in modo sostenibile non solo alimenti, ma anche servizi e prodotti ad alto valore aggiunto.           

L’auspicato sviluppo della multifunzionalità in agricoltura, costituisce oggi una valida opportunità d’integrazione del reddito aziendale con iniziative rispettose delle risorse e del territorio, come ad esempio le filiere legate alle bioraffinerie ovvero quei sistemi agro-industriali che processano le biomasse per ottenere bioenergia, biocombustibili, prodotti della chimica verde e biomateriali.

In occasione della fiera Agrilevante verranno trattati i principali argomenti legati ai temi ambientali ed energetici per illustrare il livello di sviluppo delle tecnologie e della ricerca nel campo delle bioenergie. Molteplici sono i settori scientifici e disciplinari coinvolti nella valutazione delle ricadute su economia e ambiente delle diverse “filiere” per la produzione di bioenergia e delle relative tecnologie. Ingegneria, scienze agrarie, chimiche, biologiche, ed economiche sono le principali. Il dibattito in corso, i comitati “contro”, un’informazione giornalistica troppo spesso approssimativa e sensazionalistica, sono indicatori della necessità di trattare le questioni energetiche ed ambientali con maggiore rigore. Cosa può fare la ricerca in tal senso? Quali sono le tecnologie disponibili per rendere la valorizzazione delle biomasse pienamente sostenibile secondo lo sviluppo di modelli legati al territorio ed alle sue specificità? In Agrilevante verranno trattate alcune delle principali questioni ancora aperte e le soluzioni dal punto di vista tecnologico e metodologico investigate nei programmi di ricerca in cui sono impegnati i principali enti preposti (ENEA, CNR, Università, ecc.) facendo il punto sulle innovazioni tecnologiche più recenti: dalla produzione di energia da biomasse con cicli termodinamici non convenzionali per incrementare le rese energetiche, allo sviluppo di nuovi processi al fine di ottenere biocombustibili gassosi a più alto valore energetico, dai nuovi dispositivi per ridurre le emissioni prodotte dalla combustione delle biomasse, all’importanza dei modelli di pianificazione, degli strumenti di valutazione delle disponibilità e dei fabbisogni, dei modelli per la valutazione degli impatti e delle analisi di scenario.

L’attività d’informazione di Agrilevante punterà a chiarire al pubblico i risultati degli studi e analisi svolti e le possibili ricadute sulla vita quotidiana dei singoli e della collettività. Per esempio, sulla base di valutazioni effettuate a livello nazionale, risulta che in Italia il potenziale di biomasse residuali derivanti dal comparto agricolo e destinabili alla conversione energetica ammonta a circa trenta milioni di tonnellate annue. Per il cittadino comune, in assenza di un termine di paragone, il dato potrebbe risultare privo d’interesse. Queste biomasse sono tante o poche? La risposta diventa scontata se si fa notare che un simile quantitativo equivale – in termini di contenuto energetico – a quanto viene trasportato da 100 superpetroliere. E ancora, il settore del biogas con i suoi circa 1.300 “piccoli” impianti distribuiti sul territorio nazionale, registra una potenza complessiva installata prossima ad 1 GWe. Si può parlare di un traguardo valido? Certamente, visto che tale valore corrisponde alla taglia media di una moderna centrale nucleare, ma ancora di più se si pensa che questo settore dà lavoro a più di 12.000 persone e costituisce un’importante fonte di reddito per la nostra agricoltura. Il programma delle iniziative che presenteranno insieme FederUnacoma e Itabia - Italian Biomass Association prevede sei brevi seminari tematici (della durata di circa un’ora ciascuno) ed un workshop, di questi segue una sintetica descrizione.

 

 

I seminari

 

Il Biometano: come le aziende agricole possono produrre e commercializzare un carburante ecologico

Nei nostri campi è disponibile un vero e proprio giacimento di risorse rinnovabili da cui attingere per produrre in modo sostenibile il biometeno, il più verde dei carburanti. La valorizzazione di un’ampia gamma di residui colturali e l’introduzione di specifiche colture d’integrazione può costituire oggi una valida opportunità di reddito per molte imprese agricole e zootecniche orientate all’ammodernamento e alla multifunzionalità aziendale.

 

Dal legno cippato alla sintesi di gas ad uso energetico,

piccoli impianti e grandi vantaggi

Lo sviluppo di sistemi tecnologici ideati per la gassificazione delle biomasse solide sta raggiungendo un elevato livello di affidabilità che desta un crescente interesse nel segmento di mercato relativo alla cogenerazione di piccola taglia adattabili alle aziende agricole. Gli impianti in questione raggiungono ottimi rendimenti solo se alimentati con cippato di qualità eccellente. Diventa quindi di fondamentale importanza la programmazione di adeguati piani di approvvigionamento della biomassa che rispetti gli standard  necessari.

 

L’agricoltura e la Chimica Verde, stato dell’arte

e opportunità di sviluppo in Puglia

La green economy costituisce oggi una realtà concreta che interessa innumerevoli settori produttivi creando utili sinergie tra il comparto industriale e quello agricolo, con un forte e necessario coinvolgimento del mondo della ricerca e della politica. Secondo i dati di Unioncamere, negli ultimi anni in Italia, circa il 20% delle imprese più vitali hanno creduto e investito in vario modo sulla componente “verde” dell’economia, generando circa tre milioni di posti di lavoro e più di cento miliardi di Euro di valore aggiunto. Il seminario tratterà in particolare i modelli made in Italy di economia circolare nel comparto agro-industriale portando casi studio virtuosi in Italia e in Puglia con il loro potenziale di penetrazione all’estero.

 

La valorizzazione delle biomasse residuali

nei cicli produttivi del comparto agroalimentare 

Il Gruppo d’Azione Locale GAL Terra d’Otranto con il supporto tecnico scientifico dell’ENEA di Brindisi  ha realizzato in Puglia il progetto “BE&SAVE” (ambito PON) orientato alla valorizzazione in cascata dei residui agroalimentari con un uso energetico finale. In tale ambito, al fine di coinvolgere anche le piccole e medie imprese del settore agroalimentare, sono stati messi a punto dei sistemi compatti e trasportabili che utilizzano le tecnologie a membrana, per la separazione di reflui liquidi derivanti dalle produzioni agroalimentari e per la successiva separazione di molecole ad alto valore aggiunto. 

 

Il miscanto, una coltura preziosa per il ripristino

di suoli degradati e la produzione di bioenergia

Oltre alla produzione di biomassa destinabile ad uso energetico, il miscanto può svolgere un’azione importante di fito-estrazione di elementi inquinanti dai suoli agricoli. La coltura del miscanto non richiede cure particolarmente impegnative e per queste è possibile fare ricorso a macchinari che costituiscono la normale dotazione delle aziende agricole. Con il “Progetto Miscanthus” è stata condotta una sperimentale in Abruzzo (fondi del PSR), che ha permesso la definizione di un modello di filiera agroenergetica replicabile su scala nazionale (vedi Mondo Macchina 7/9).

 

Bandi e fondi EU per supportare

lo sviluppo delle FER in agricoltura

L’introduzione delle FER in agricoltura e lo sviluppo di sistemi produttivi a basso impatto ambientale sono questioni di grande interesse per l’Unione Europea per uscire dalla crisi climatica ed economica. A tal fine è possibile attivare delle azioni accedendo a specifici bandi EU di prossima pubblicazione nell’ambito di diversi programmi come ad esempio il MED o HORIZON 2020. Il seminario sarà rivolto a soggetti pubblici e privati locali, nazionali ed esteri per fornire informazioni e creare partnership internazionali.       



Il workshop

“La risorsa biomassa e la chimica verde, filiere produttive promettenti per l’agricoltura mediterranea”

Con questa iniziativa si intende esprimere, attraverso le testimonianze di una serie di esperti, il potenziale di sviluppo della bioeconomia in ambito mediterraneo con particolare riferimento alla Puglia. Partendo da una descrizione della  risorsa biomassa si fornirà un quadro dei suoi molteplici impieghi in relazione alla specificità dei contesti territoriali, alla relativa disponibilità e alle buone pratiche in essere. I campi di applicazione, tutti strettamente legati al comparto agricolo, riguardano il tessile (fibre da canapa), la chimica verde (prodotti da camelina, brassicacee, lino, ecc.), bioenergia (agripellet, biogas e biometano, ecc.), bioraffinerie. I contributi alla giornata di lavoro verranno dal mondo della ricerca, dell’industria e delle associazioni di settore interessate tra cui Legambiente.

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