La gestione attiva dei boschi italiani
Nel contesto del Salone delle bioenergie EIMA Energy si sono svolti incontri di approfondimento sulla gestione produttiva ed ecosostenibile delle foreste. In primo piano un progetto del Ministero dell’Agricoltura italiano nell’ambito del fondo sviluppo e coesione
In Italia abbiamo un patrimonio forestale di valore inestimabile distribuito su più di 11 milioni di ettari di superficie ovvero il 35% del territorio nazionale. è risaputo che per le asperità geografiche delle aree, la carenza di infrastrutture (in primis la viabilità) e l’inadeguatezza della governance, il potenziale produttivo dei nostri boschi è oggi enormemente sottoutilizzato.
Tuttavia fa ben sperare il cambio di marcia del Ministero dell’Agricoltura italiano - MiPAAF, che con una serie di misure ha dato linfa alla nuova Strategia Forestale Nazionale dove si promuove la gestione attiva dei boschi. La selvicoltura è una pratica millenaria che, dove applicata razionalmente, ha consentito non solo di conservare, ma anche di incrementare le risorse forestali e la biodiversità. Questa dinamica è il risultato conseguito con il lavoro quotidiano e la competenza di un’intera filiera, di cui i boscaioli sono l’autentico motore. Le imprese stesse si sono evolute, nella dotazione di macchine e nelle procedure di lavoro.
Nella percezione dei più, che poco sanno del mondo forestale – questo osserva Itabia, l’Italian Biomass Association che è parte attiva nell’organizzazione di EIMA Energy svoltasi a Bologna nel novembre scorso – un taglio ceduo viene percepito come un disboscamento, una pista forestale viene interpretato come un danno irreversibile per il patrimonio boschivo, mentre i veri danni sono quelli generati dall’abbandono e dall’incuria. Proprio nel contesto dell’EIMA, l’Itabia ha voluto dare voce al settore con un workshop dedicato all’ascolto degli operatori e al loro confronto con tecnici di comprovata esperienza come Raffaele Spinelli del CNR IBE (Istituto per la Bioeconomia), Lorenzo Vagaggini dello Studio STAR (Servizi Territorio Ambiente Rurale) e Antonello Liberatore, Vice Presidente dell’Associazione GESTA (Gestione Sostenibile del Territorio in Abruzzo), un’associazione che riunisce soggetti pubblici e privati per stimolare una gestione attiva e sostenibile delle aree rurali (boschi, pascoli e superficie agricola) in Abruzzo. L’iniziativa è parte integrante di un progetto finanziato dal MiPAAF nell’ambito del Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020, Piano Operativo Agricoltura, Sottopiano 3 “Multifunzionalità della foresta e uso sostenibile delle risorse rinnovabili nelle aree rurali”.
GESTA riunisce 28 partecipanti – 4 comuni, 18 ASBUC e 6 privati – coinvolgendo un territorio di oltre 14.000 ettari, di cui circa 11.600 costituiti da boschi e 2.400 da pascoli, molti di proprietà collettiva e caratterizzati da formazioni di bosco spontaneo. In tale ottica è di fondamentale importanza focalizzare le problematiche e rimuovere gli ostacoli che impediscono di attuare una gestione attiva del bosco – sottolinea Itabia – per valorizzarne le tante risorse e preservare i servizi ecosistemici da questo generati. Il workshop, molto partecipato, ha stimolato uno scambio costruttivo di vedute tra stakeholders che operano in diverse regioni d’Italia, e ha anche attirato l’attenzione di alcuni membri della National Tematic Network costituita nell’ambito dell’EU BRANCHES finalizzato a diffondere buone pratiche nel settore della bioeconomia circolare.