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Tecnica

Il rateo variabile degli spandiconcime

L'obiettivo delle moderne tecniche non è più l'uniformità di distribuzione, ma dare concime solo dove serve, nella quantità strettamente necessaria. Possibili ora anche le rilevazioni del fabbisogno in tempo reale

di Davide Facchinetti
maggio - giugno 2017 | Back

Oltre al miglioramento quali-quantitativo delle produzioni, il margine di profitto in agricoltura viene massimizzato riducendo gli sprechi dei fattori di produzione. Uno studio della Commissione Europea ha quantificato in circa 1 milione di t/anno la quantità di azoto che viene persa a causa di modalità applicative inadeguate; si tratta quindi di un problema rilevante, non solo dal punto di vista economico, ma senza dubbio anche da quello ambientale.
In tema di distribuzione dei concimi (soprattutto quelli inorganici di sintesi) gli ormai vetusti spandiconcime centrifughi monodisco (ma anche i più moderni modelli a doppio disco) spesso non assicurano un soddisfacente livello di precisione, nonostante le accurate regolazioni. La perfetta uniformità di distribuzione è quasi sempre una chimera, e ci si deve giocoforza accontentare del miglior compromesso possibile.
D’altra parte, le più recenti innovazioni in merito hanno migliorato significativamente la capacità di lavoro degli spandiconcime centrifughi, grazie all’applicazione di dispositivi che hanno permesso di aumentare (controllandolo al contempo in tempo reale) il flusso del fertilizzante dalla tramoggia verso il distributore. Inoltre, gli sforzi si sono concentrati sull’ottimizzazione della caduta del fertilizzante sul disco rotante alettato.
In tal modo, grazie ad appositi sensori e all’immancabile centralina elettronica, ora è possibile regolare dal posto di guida sia la larghezza di lavoro che l’effettiva quantità di prodotto distribuita per unità di superficie. Il passo successivo è stato quello di mettere a punto macchine in grado di operare in modalità DPA (Distribuzione Proporzionale all’Avanzamento) cioè in grado di mantenere costante la dose (in kg/ha) anche al variare della velocità di avanzamento.

La dose diventa variabile
Ma il progresso non si è fermato qui: ulteriori obiettivi hanno riguardato la diminuzione del prodotto non a bersaglio (ad esempio curando maggiormente la distribuzione sui bordi degli appezzamenti), ma soprattutto l’adozione di tecniche di distribuzione a rateo variabile.
Inizialmente, la dose veniva determinata sulla base della produttività georeferenziata tramite GPS della coltura dell’anno precedente, desunta in fase di raccolta tramite mietitrebbiatrici dotate di sensori di resa. Il risultato era costituito da mappe grafiche di produttività differenziata, che permettevano di intervenire in modo sito specifico con il successivo piano di concimazione, ovvero aumentando o diminuendo la dose di concime in base alle indicazioni agronomiche generali. Infatti, la resa più bassa di una determinata zona potrebbe non essere (esclusivamente) dovuta ad un deficit di concimazione, ma ad esempio anche (o solamente) alle caratteristiche del suolo.
Per la distribuzione di concime a rateo variabile è fondamentale che il cantiere disponga di un sistema di navigazione satellitare e che parimenti lo spandiconcime sia adeguatamente predisposto. Da questo punto di vista, si prestano bene i trattori e le attrezzature ISOBUS compatibili, che permettono di semplificare il controllo e la gestione dello spandiconcime con un unico terminale a bordo del trattore, senza essere costretti ad installare centraline aggiuntive.
Grazie alla progressiva diminuzione dei costi dei dati telerilevati (via satellite o con aerei, droni o elicotteri) la distribuzione “di precisione” dei concimi è ormai diventata una realtà consolidata; sul mercato sono disponibili da qualche tempo diversi modelli di spandiconcime che lavorano a rateo variabile in relazione alla rilevazione della produttività della coltura precedente.

Rilevazioni in tempo reale
Ma oggi si va oltre: la distribuzione differenziata ora si basa su dati rilevati in tempo reale, valutando lo “stato di salute” della coltura in atto, a partire dagli aspetti nutrizionali, i fabbisogni idrici, lo stato sanitario. Grazie all’analisi della radiazione solare riflessa dalla coltura nella gamma dell’infrarosso, è possibile risalire ai reali fabbisogni delle piante anche su minime zone dell’appezzamento, rilevando i dati necessari sia con sorvoli a bassa quota (con aerei, elicotteri o droni dotati di GPS e fotocamere dedicate), sia con rilevamenti satellitari specifici (con dispositivi che sorvolano la Terra a qualche centinaio di chilometri di altezza, contro i 30-40.000 di quelli della rete GPS), che sono in grado di misurare ad esempio il fabbisogno di azoto su superfici anche di pochi metri quadrati. Un’ulteriore opzione in tema riguarda l’analisi spettrale in tempo reale, con appositi sensori ottici collocati sulla parte anteriore del trattore: per mezzo della rilevazione della riflettanza sulla coltura, una centralina dedicata pilota lo spandiconcime a lavorare a rateo variabile. Si tratta di una notevole semplificazione operativa, poiché prescinde dalla preparazione preventiva delle mappe di prescrizione.
Un problema comune a tutti gli spandiconcime a doppio disco controllati elettronicamente (e non) è il mantenimento di una buona uniformità di distribuzione trasversale al variare della gittata; si tratta di una questione importante nella distribuzione a rateo variabile, specie quando bisogna spargere il fertilizzante sui bordi di zone che necessitano di apporti differenziati per unità di superficie. In questi casi, è opportuno che la distribuzione venga effettuata principalmente su uno dei due lati e si riduca (o addirittura si interrompa del tutto) sull’altro. È un risultato difficile da ottenere, specie se si vuole assicurare una buona uniformità operativa. Per la variazione della gittata, alcuni costruttori hanno previsto la modifica del punto di caduta dei granuli sul disco rotante alettato, in particolare avvicinandolo o allontanandolo dal centro del piatto, in modo da poter gestire l’accelerazione impressa ai granuli con l’impatto contro le palette; una soluzione alternativa è viceversa la modulazione del regime di rotazione dei piattelli, ricorrendo a motori idraulici, facili da pilotare per ciò che concerne la velocità di lavoro.
Quasi tutte le aziende leader di mercato offrono modelli di spandiconcime centrifughi a rateo variabile, tra cui Kverneland-Vicon (che è anche tra le aziende pioniere del protocollo ISOBUS), Kuhn, Amazone, Bogballe e Sulky.
Ovviamente, anche i costruttori nazionali non sono rimasti a guardare: spandiconcime a rateo variabile sono commercializzati tra gli altri, da Damax di Gottolengo (BS) (seppur per spandiconcime dotati di calate), da Tecnovict di Pianello Val Tidone (PC) e da Casella di Carpaneto Piacentino (PC), questi ultimi con soluzioni dedicate all’ambito viticolo e frutticolo.

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