Distribuzione evoluta per gli spandiconcime centrifughi
Oltre ad un controllo ottimale della distribuzione con le modalità tradizionali, le nuove tecnologie relative agli spandiconcime permettono una proficua applicazione anche in regime di rateo variabile, uno dei capisaldi dell'agricoltura di precisione. Sui modelli più completi sono disponibili diverse modalità di controllo della dose distribuita, che si avvalgono o meno di alcuni sensori a corredo
La fertilizzazione delle colture agricole può essere organica o inorganica. Nel primo caso, vengono comunemente impiegate matrici quali letame, compost, e le frazioni solida e liquida del digestato. Nel secondo, i concimi sono prevalentemente di origine minerale, ottenuti tramite sintesi chimica in forma granulosa o polverulenta.
Le finalità delle due alternative sono differenti, poiché la concimazione organica in molti casi migliora non solo il potenziale nutrizionale del terreno, ma anche la sua struttura, e trova proficua (e talvolta unica) applicazione nelle coltivazioni biologiche. Viceversa, la fertilizzazione cosiddetta “chimica” si limita ad apportare una determinata quantità di elementi (di base: azoto, fosforo e potassio) utili alle piante tramite la soluzione circolante, dopo essersi trasformati in forme assorbibili e assimilabili.
Non c’è dubbio che i concimi minerali siano tuttora molto più frequentemente usati rispetto a quelli organici, e quindi che le corrispondenti macchine per la loro distribuzione, nella gran parte dei casi di tipo centrifugo, siano state oggetto in questi ultimi anni di una notevole evoluzione tecnica, orientata ad un’operatività sempre più rispettosa dell’ambiente e ad un impiego razionale del prodotto in un’ottica di agricoltura di precisione, con la relativa implementazione orientata alla distribuzione sito-specifica, tramite la cosiddetta “tecnica a rateo variabile” (VRT, Variable Rate Technique).
Le macchine
In estrema sintesi, il principio di funzionamento degli spandiconcime per i fertilizzanti minerali si basa sulla forza centrifuga impressa ai granuli che, lasciati cadere su uno o più dischi rotanti ad alta velocità, vengono a contatto con alcune palette montate radialmente su ogni disco, in modo che l’impatto conferisca loro una forte accelerazione tangenziale (e quindi una notevole velocità) sufficiente per essere lanciati a determinate distanze dal punto di impatto con la paletta, finendo a terra per gravità dopo aver percorso una traiettoria parabolica, trasversale alla direzione di avanzamento dell’attrezzatura.
Gli obiettivi dell’esecuzione convenzionale dell’operazione sono sostanzialmente due, cioè un apporto di principio nutriente sull’unità di superficie (ad es. unità di azoto per ettaro) conforme alla prescrizione agronomica e una distribuzione il più possibile uniforme sull’intera superficie trattata.
Nel primo caso il risultato viene raggiunto tradizionalmente consultando apposite tabelle specifiche messe a punto per ogni modello, tramite le quali in funzione della velocità di avanzamento si regola in pratica l’apertura della luce libera di caduta del concime sul disco, mentre nel secondo è necessario effettuare una determinata sovrapposizione della passate, dato che con l’operatività descritta il diagramma di distribuzione del prodotto ha un andamento tipicamente triangolare.
La regolazione della dose
Non c’è dubbio che la regolazione della dose sia il parametro-chiave di una buona concimazione minerale. A tale proposito, per gestire l’ampiezza della luce libera di caduta, Maschio Gaspardo sul suo modello Primo ha adottato un’avanzata soluzione a due paratie sovrapposte, gestite da attuatori lineari (a richiesta movimentati da motorini elettrici comandati da una centralina elettronica) che consente notevoli vantaggi operativi. In pratica, la paratia inferiore regola la dose variando l’area della luce libera di caduta, mentre quella superiore agisce da chiusura rapida, in modo da evitare sprechi dove il prodotto non deve essere distribuito (tipicamente in capezzagna). Inoltre, il concime è convogliato dalla tramoggia verso il punto di caduta per mezzo di una testina rotante dalla conformazione ottimizzata, per un’azione delicata ma costante sul prodotto, senza una sua eccessiva rotazione che porterebbe ad una marcata frantumazione dei granuli e in definitiva ad una distribuzione disuniforme.
Il regime di rotazione del disco, nonché la posizione e la lunghezza delle palette montate su di esso determinano le caratteristiche di lancio dei granuli. Sugli spandiconcime Amazone distribuiti in Italia dalla SAVE di Agrate Brianza è stato implementato l’SBS (Soft Ballistic System), basato su un disco in acciaio inox (a richiesta anche con rivestimento in metallo duro, per aumentarne la durata utile) dotato di pale spargitrici ad angolo di incidenza e lunghezza adattabili, per ottenere una distribuzione precisa in ogni settore. Inoltre, il disco ruota ad una velocità relativamente bassa (720 giri/min) in modo da garantire un “riempimento” uniforme e costante di ogni paletta.
Per una regolazione della dose più precisa anche in condizioni operative difficili, i modelli più evoluti si avvalgono di alcuni interessanti accorgimenti, tra i quali quello della pesatura automatica ha ormai trovato ampia applicazione. In pratica, una o più (di solito sino a 4) celle di carico estensimetriche collocate tra il telaio dello spandiconcime e la tramoggia soprastante (oppure su uno dei punti di collegamento al trattore, per i modelli portati all’attacco a 3 punti) sono in grado di misurare il rateo di distribuzione, inviando all’immancabile centralina elettronica le variazioni di peso nel tempo, ovvero la dose di concime distribuito.
Ad esempio, su alcuni modelli a marchio Vicon, la Kverneland Group (che ha la filiale italiana a Castiglione delle Stiviere) monta 4 celle di carico integrate con un inclinometro, a realizzare un sistema di pesatura con correzione automatica della pendenza, utile in caso di lavorazioni su terreni collinari e/o a profilo irregolare e con frequenti variazioni di velocità.
Evitare sprechi e inquinamenti
In tal senso, uno degli aspetti più importanti riguarda la limitazione di distribuzione nei confini (verso strade, piste ciclabili, corsi d’acqua, ecc.) e nei bordi dell’appezzamento. A tale scopo, sui modelli più recenti vengono montati dispositivi che permettono di parzializzare la larghezza di spargimento.
Il limitatore è basato su un blocco lamellare che scorre su un apposito telaio entro un campo di brandeggio molto ampio, facendo variare la direzione di lancio di una parte del flusso di concime.
La gestione elettronica
Sui modelli più completi, sono disponibili diverse modalità di controllo della dose distribuita, che si avvalgono o meno di alcuni sensori a corredo. In sintesi: manuale, l’operatore imposta prima dell’intervento in campo i parametri di distribuzione, escludendo completamente (se del caso) i controlli elettronici; memorizzata, la dose distribuita è regolata da una curva di distribuzione predefinita, e come nella precedente situazione non si fa alcun ricorso ai sensori eventualmente disponibili sulla macchina. è una modalità adatta alla lavorazione su terreni con forti pendenze e dal profilo irregolare; semi-automatica: dopo aver impostato la dose voluta, la regolazione della portata viene automaticamente adeguata in funzione della velocità, misurata con il GPS. Se il terreno è molto sconnesso (ad esempio dopo l’aratura), il rateo viene fissato con lo spandiconcime fermo; automatica: oltre al monitoraggio della velocità, la quantità di prodotto distribuita viene controllata in base al peso rilevato. La centralina esegue in continuo la calibrazione della dose in funzione della tipologia del fertilizzante in uso.
Elettronica + informatica = agricoltura 4.0
L’evoluzione più recente riguarda ovviamente la gestione completamente automatica e sito specifica (ovvero a rateo variabile) sfruttando a dovere anche le nuove tecnologie in tema, come l’ISOBus, che permette un proficuo “dialogo” tra il trattore e l’attrezzatura (e ora anche viceversa).
Sugli spandiconcime Kuhn della gamma Axis le centraline di controllo Quantron regolano la posizione di apertura delle bocchette dosatrici e di conseguenza il volume di flusso in base alla velocità di avanzamento, mentre il Varispread Dynamic adatta completamente in automatico e in maniera graduale sia la larghezza di lavoro che il dosaggio, in funzione della conformazione dell’appezzamento. Gli attuatori ad azionamento elettrico garantiscono un’elevata reattività al mutamento delle condizioni operative. La versione “Pro” del dispositivo dispone infatti di 4 motori elettrici, che agiscono in modo 2,5-5 volte più rapido rispetto all’azionamento idraulico, per ottenere una modulazione pressoché istantanea della dose, una maggiore prontezza alle variazioni della velocità di avanzamento e un’apertura/chiusura ancora più precisa a fine campo. L’evoluzione più recente ha visto la comparsa di terminali del tutto simili ai tablet (anche nelle dimensioni) sui quali è possibile gestire in modo completo la macchina, anche tramite un joystick ad esso collegabile.