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Club of Bologna: evoluzione e prospettive della meccanizzazione agricola nel mondo

L'assise internazionale degli esperti di meccanizzazione agricola ha svolto i propri lavori nel novembre scorso, nell'ambito di EIMA International. I numerosi contributi scientifici hanno offerto una retrospettiva storica sull'evoluzione della meccanica di settore e fornito un quadro aggiornato sulle tematiche salienti per le diverse regioni del Pianeta

di Luigi Bodria e Marco Fiala
marzo - aprile 2017 | Back

La 26a riunione del Club of Bologna, tenutasi il 12-13 novembre a Bologna, in occasione di EIMA International 2016, è stata dedicata alla celebrazione del 25° anniversario del Club. Per sottolineare questo importante traguardo, FederUnacoma e Accademia dei Georgofili hanno pubblicato il volume “I 25 anni del Club of Bologna: evoluzione e prospettive della meccanizzazione agricola nel mondo”, che offre una panoramica completa ed esauriente della situazione della meccanizzazione nelle diverse aree del mondo.

L’intervento introduttivo “I 25 anni del Club of Bologna” di Luigi Bodria, Marco Fiala (Università di Milano) e Karl T. Renius (Politecnico di Monaco di Baviera), ha ricordato l’origine e lo sviluppo del Club, dalla prima riunione preparatoria del comitato fondatore fino all’Open Meeting svoltosi in occasione dell’Expo 2015 di Milano. Dopo questa introduzione, la riunione è proseguita con la presentazione dello stato della meccanizzazione nelle aree industrializzate del mondo. La relazione di Karl T. Renius, dal titolo “La meccanizzazione agricola e il ruolo dei trattori”, ha messo in rilievo il ruolo chiave del trattore nello sviluppo della meccanizzazione agricola nelle sue diverse funzioni: classica, per la produzione alimentare; ambientale, per la salvaguardia del paesaggio; strategica, per liberare forza lavoro da altri settori economici, individuando strategie e metodi per lo sviluppo del trattore nel mondo. Renius ha poi descritto le principali strategie per lo sviluppo del trattore a livello globale, introducendo contestualmente idee innovative per i trattori di prossima generazione. Con la loro relazione “Meccanizzazione agricola in Europa”, Peter Schulze Lammers (Università di Bonn), Milan Martinov (Università di Novi Sad in Serbia), Emmanuel Hugo (Irstea in Francia), David Tinker (EurAgEng, Regno Unito) e Stefan Böttinger (Università di Stoccarda), hanno poi offerto una panoramica completa dell’agricoltura europea, che nel 2015 ha fatto registrare il rilevante fatturato economico di 211,9 miliardi di euro. La standardizzazione ha confermato il proprio ruolo importante nel settore delle macchine agricole in Europa. La ricerca attuale e lo sviluppo futuro si incentreranno principalmente sulle colture di precisione e sull’allevamento del bestiame per meglio adattare l’intervento della macchina alle esigenze delle colture/degli animali e alle condizioni locali. Il prossimo passo sarà in direzione delle macchine autonome, ma sul futuro della robotica in agricoltura si pongono ancora molte domande, da cui si delineano opinioni diverse fra gli autori.

L’intervento programmatico “Meccanizzazione agricola negli Stati Uniti d’America” ​​di John K. Schueller (Università della Florida) ha presentato lo stato della meccanizzazione nel paese più grande del mondo, con una superficie di quasi 10 milioni di chilometri quadrati.

Sebbene l’impiego dei trattori compatti nella gamma di potenza 40-100 Cv sia la soluzione più diffusa negli USA, si riscontra un crescente sviluppo di trattori articolati di circa 300-600 Cv per le aziende agricole più grandi. L’uso dell’elettronica si è ampiamente sviluppato, le “isole di automazione” originali si sono evolute e vari sistemi elettronici sono ora collegati in rete. Negli USA, la tempestività delle operazioni sul terreno è un elemento molto importante in molte situazioni ed è pertanto prassi comune eseguire operazioni multiple sul terreno in una singola passata sul campo dietro un unico trattore, per esempio per quanto riguarda l’aratura, la concimazione, l’applicazione di pesticidi e la semina, allo scopo di aumentare la produttività e ridurre il costo della manodopera.

Nella seconda parte della sessione è stato analizzato lo stato della meccanizzazione nelle zone meno industrializzate. Ettore Gasparetto (Università di Milano) e Luis Marquez (Universitad Politecnica de Madrid) hanno presentato la relazione “Meccanizzazione in America Latina”, che ha offerto una dettagliatissima panoramica dei paesi del Sudamerica, con particolare attenzione all’Argentina, al Brasile e al Messico. Dopo un’introduzione generale riguardante i diversi dati socio-economici, le risorse e gli impieghi disponibili per l’agricoltura locale (acqua, terra, uso di fertilizzanti), la relazione ha descritto i vari ambienti agricoli presenti in America Latina, il livello di fertilità dei terreni, e ha definito la superficie di terreno adatta alle diverse colture alimentari.

Infine, dopo una breve panoramica sugli ultimi contributi al tema della meccanizzazione dell’America Latina, i due autori hanno messo in luce lo stato di sviluppo della ricerca attuale e le prospettive future.

L’intervento “Meccanizzazione agricola in India” di Gajendra Singh (Università di Doon) e Surendra Singh (Agricultural Machinery Manufacturers Association, India) è iniziato con un’introduzione generale sugli indicatori di base dell’agricoltura locale. La dotazione di trattori in India è cresciuta dagli 0,037 milioni nel 1960-61 ai 5,946 milioni di unità nell’anno 2014-15; nello stesso periodo, di conseguenza, la disponibilità di potenza agricola da trattori è passata da 0,007 a 1,09 kW/ha, con un tasso di crescita complessiva del 10% nel corso degli ultimi 55 anni. La disponibilità media di potenza agricola dovrà essere aumentata ad un minimo di 2,5 kW/ha entro il 2020 per garantire la tempestività e la qualità delle operazioni sul terreno e per implementare interventi pesanti come ripuntatura, estirpatura, aratura profonda e solcatura estiva. Infine, la relazione ha analizzato lo stato del mercato, considerando sia le vendite dei trattori sia quelle di attrezzi e utensili agricoli.

L’ultima relazione “Meccanizzazione agricola in Africa: sviluppo e prospettive”, elaborata congiuntamente da Bassam Snobar (Università di Amman, Giordania), Brian Sims (Engineering for Development, Regno Unito), Josef Kienzle e Joseph Mpagalile (FAO), ha presentato la situazione in atto nel continente africano, in genere caratterizzata da uno stato socio-economico molto povero e da un basso livello di fattori d’intervento nella produzione agricola.

Anche se il continente è potenzialmente ricco di terreni ad uso agricolo, lo stato di degrado del suolo è considerato una delle cause principali della stagnazione e del declino della produttività agricola. L’uso delle macchine agricole è a un livello basso rispetto a quello delle altre aree del mondo, anche se l’agricoltura dell’area nord-africana (NA) è più meccanizzata di quella dell’area sub-sahariana (SSA): il numero di trattori per 1000 ettari in SSA è 28, e la crescita tra il 1961 e il 2000 in SSA è stata del 28% rispetto al 500% in Asia, al 469% in America Latina e nei Caraibi, e al 1350% nel Vicino Oriente e in NA. La necessità di una migliore fornitura di meccanizzazione agricola è stata discussa in dettaglio. I principali vantaggi della meccanizzazione includono l’aumento della produttività del terreno e della manodopera, il miglioramento della tempestività e la riduzione della fatica fisica.

Considerando il sempre più rapido sviluppo della scienza negli ultimi anni, nella terza parte della riunione si è discusso sul tema “Convergenze di scienza e tecnologie in ingegneria agricola”.

L’argomento è stato introdotto da una relazione prospettiva di Fedro Zazueta (Università della Florida), dal titolo “Convergenza e innovazione delle tecnologie”, basata su due principi fondamentali: il primo attesta che è stato fornito un valore molto più elevato tramite l’innovazione che non tramite incrementi ed efficienza marginali, il secondo afferma che le opportunità di innovazione si creano quando la nuova scienza e le nuove tecnologie convergono l’una nelle altre, in modo da ottenere un ritorno ottimale di valore.

L’esempio più significativo è lo sviluppo delle Tecnologie dell’informazione (IT), che derivano dalla convergenza di tre tecnologie, ovvero energia elettrica, rete telefonica e telecomunicazioni, e che hanno portato alla nascita della rete di PC. Così, la convergenza di queste tecnologie ha rivoluzionato il nostro accesso alle informazioni che si sono evolute in risorse di conoscenza, e quando ciò si verifica, le cose cambiano profondamente. Occorre pertanto prestare grande attenzione alla formazione, che costituisce il fattore singolo più importante per affrontare con successo la rapida evoluzione delle nuove tecnologie. La nuova sfida consisterà nell’individuare come tutte queste nuove tecnologie potranno convergere nella filiera agroalimentare e nell’identificazione del ruolo delle macchine nella filiera agroalimentare del XXI secolo. Sono poi stati presentati quattro documenti di posizione, focalizzati su aspetti specifici. Il primo documento, a cura di Gerhard Schiefer (Università di Bonn) e dal titolo “La prospettiva economica”, ha sottolineato come l’economia possa costituire un ostacolo o un motore per l’innovazione. Tecnologia ed economia devono convergere nelle diverse fasi del processo di innovazione: scoperta; prodotto commerciabile; adozione da parte delle imprese. Senza corrispettivo economico, la tecnologia non può dirsi innovativa.

Il secondo documento di posizione, a cura di Cesare Zanasi (Università di Bologna) e dal titolo “Considerazioni etiche e sociali”, ha chiarito come la meccanizzazione agricola, in sé, non sia né buona né cattiva, ma dipenda da due parole chiave – contesto e sostenibilità – direttamente correlate agli aspetti sociali ed etici. La meccanizzazione del lavoro dovrebbe potenziare l’accesso e le condizioni della manodopera, migliorare la nutrizione e la sicurezza alimentare, sostenere le piccole famiglie di agricoltori e lo sviluppo rurale integrato, ed essere correlata a sistemi di alimentazione sostenibili.

Il documento dal titolo “La relazione uomo-macchina”, è stato presentato poi da Yoshisuke Kishida (Shin-Norinsha Co. Ltd, Giappone), e ha analizzato l’evoluzione dello stato della meccanizzazione agricola, tenendo in considerazione il fatto che l’era futura sarà caratterizzata dalla meccanizzazione del cervello umano. Ciò richiederà lo sviluppo di nuove macchine, con una presenza sempre più importante delle risorse di Intelligenza Artificiale (AI). Secondo la “Legge dei ritorni acceleranti” di Ray Kurzweil, il tasso di cambiamento dei sistemi evolutivi tende ad aumentare in modo esponenziale e le implicazioni includono la fusione dell’intelligenza biologica con quella non-biologica. Se le previsioni di Kurzweil si riveleranno corrette, dovremo ripensare il rapporto tra i robot e l’essere umano.

L’ultimo documento di posizione, a cura di Karl T. Renius e dal titolo “Sviluppo della produzione”, ha messo in rilievo la considerazione secondo cui l’intervento più adeguato per migliorare il livello economico e sociale di qualsiasi comunità è alzare il livello dell’istruzione. Una seconda questione chiave ha riguardato gli aspetti etici, soprattutto nei paesi africani, dove la corruzione costituisce un grave ostacolo allo sviluppo. La creazione di un Istituto Africano di Tecnologia, proposta già lanciata diversi anni fa, e mai realizzata, potrebbe trovare oggi un nuovo interesse sotto la pressione dei movimenti di rifugiati che coinvolgono pesantemente le economie dei paesi europei (è possibile leggere il volume e le relazioni su: www .clubofbologna.org). Nel corso del meeting è stato poi presentato, il nuovo presidente del Club of Bologna: Paolo Balzari dell’Università di Torino.


Accordo FederUnacoma - Accademia dei Georgofili

In occasione della riunione del Club of Bologna 2016 è stato firmato un accordo di cooperazione tra FerderUnacoma e Accademia dei Georgofili. L’accordo è stato presentato dal presidente di FederUnacoma, Massimo Goldoni, e dal vicepresidente dell’Accademia dei Georgofili, Pietro Piccarolo. I due relatori hanno ricordato la lunga tradizione di cooperazione scientifica tra le due organizzazioni e il loro comune impegno per lo sviluppo dell’agricoltura e per un’innovazione tecnologica pertinente. A nome delle rispettive organizzazioni, i due relatori hanno firmato un memorandum d’intesa per la promozione di attività congiunte indirizzate all’avanzamento della meccanizzazione, della tutela dell’ambiente e della qualità e sicurezza alimentare.


Premio Giuseppe Pellizzi e Premio UNASA-Club of Bologna

Durante la 26a riunione del Club of Bologna si sono svolte le cerimonie di aggiudicazione di due premi.

Il “Premio Giuseppe Pellizzi 2016” – giunto ora alla sua seconda edizione – è un premio internazionale dedicato alle migliori tesi di dottorato su macchine agricole e meccanizzazione.

I tre vincitori, che hanno ricevuto il premio dal Presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni, sono stati:

• ‑1° classificato: Alireza Pourreza (USA), tesi di dottorato: “Identificazione della malattia Citrus Huanglongbing con computer vision e apprendimento automatico”;

• ‑2° classificato: Marco Ramm (Germania), tesi di dottorato: “Sviluppo sistematico e analisi delle trasmissioni a variazione continua con ripartizione della potenza interna per macchine mobili”;

• ‑3° classificato: Suray Amatya (USA), tesi di dottorato: “Rilevamento dei rami degli alberi di ciliegio e localizzazione delle posizioni di scuotimento per la raccolta automatizzata di ciliegie dolci”.

“UNASA-Club of Bologna” ha premiato il miglior lavoro scientifico pubblicato da un ricercatore italiano di età inferiore ai 38 anni su una rivista internazionale di riferimento. Il vincitore di questa prima edizione, che ha ricevuto il premio e le congratulazioni dal Presidente UNASCA, Michele Stanca, è risultato:

• ‑Valentina Giovenzana (Italia), articolo scientifico: “Sperimentazione di un sistema vis/NIR semplificato basato su LED per una valutazione rapida della maturazione di uva bianca per il vino Franciacorta”, pubblicato sulla rivista Elsevier Talanta-The International Journal of Pure and Applied Analytical Chemistry .

 

 

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