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Tecnica

Trinciatrici e fresatrici, tecnologia per le foreste

Progettate per eseguire operazioni di sistemazione e manutenzione dei territori boschivi, le trinciatrici e fresatrici rappresentano un segmento particolarmente interessante nell'ambito della meccanica agricola. La differenza tra una trinciatrice forestale e una fresatrice forestale è riconducibile al fatto che, mentre le prime sono impiegate per la triturazione di alberi, cespugli, scarti di taglio e mucchi di ramaglie, con le seconde è possibile operare anche la fresatura e la frantumazione in profondità di radici e ceppi

di Davide Facchinetti
giugno 2018 | Back

Quando si tratta di dover effettuare la trinciatura di materiali talmente coriacei che non sarebbero altrimenti processabili, nemmeno con le trinciatrici a martelli più pesanti tra quelle comunemente impiegate in ambito agricolo, diventa necessario l’impiego di macchinari espressamente concepiti per operare in condizioni nelle quali si riscontra anche la presenza di sassi e di ceppaie. Questo risultato è ottenibile con macchine similari a quelle comunemente impiegate in agricoltura, ma dotate di organi lavoranti particolarmente robusti e resistenti, che peraltro nella maggior parte dei casi risultano essere fissi, e non montati su perni. Sovente queste macchine consentono di operare contemporaneamente anche sullo strato superficiale del terreno, e questo permette di favorire un certo rimescolamento tra terreno e materiale triturato, che risulta poi molto utile per la trasformazione del materiale vegetale triturato in fertile humus.

Le trinciatrici e le fresatrici forestali sono progettate per adattarsi a numerosi e variegati impieghi o applicazioni, che possono essere ricondotti alle seguenti situazioni: creare passaggi o corridoi nella vegetazione per la posa di oleodotti, acquedotti o linee elettriche; creare sentieri escursionistici e strade bianche; manutenzionare terreni agricoli in genere con triturazione di ramaglie; riconvertire ad arabili terreni ove è necessario trinciare arbusti, piccoli alberi, ceppi, frantumare sassi e lavorare il terreno anche in profondità; migliorare l’accessibilità nelle aree destinate alla caccia; pulire gli argini di fiumi o canali; effettuare lavori di manutenzione di aree verdi e sottobosco in genere; aprire nuove vie di accesso in bosco; effettuare la manutenzione di aree naturali, parchi e pascoli; ripulire il suolo boschivo da materiale vegetale infiammabile e creare corridoi forestali e vie tagliafuoco; curare e pulire le banchine stradali; triturare potature e scarti verdi o effettuare la triturazione di ceppi e radici da rimescolare con il terreno dopo le operazioni di esbosco.

Entrando nello specifico degli aspetti costruttivi, le macchine possono essere suddivise nei seguenti componenti principali: telaio e struttura portante, trasmissione di potenza, rullo trinciatore e organi ausiliari. La differenza tra una trinciatrice forestale e una fresatrice forestale è riconducibile al fatto che, mentre le prime sono impiegate per la triturazione di alberi, cespugli, scarti di taglio e mucchi di ramaglie, con le seconde è possibile operare anche la fresatura e la frantumazione in profondità (fino a 50 cm), di radici e ceppi. È chiaro che in base al tipo di applicazione da svolgere, struttura e organi lavoranti sono adeguatamente dimensionati per sopportare le diverse sollecitazioni indotte durante il lavoro; inoltre, alcuni modelli riuniscono le caratteristiche di entrambe le tipologie per avere la massima versatilità.

 

Telaio e struttura macchina

L’operatrice è formata da un corpo macchina principale in acciaio al quale nella parte anteriore è collegato l’attacco a tre punti, superiormente trova alloggiamento una scatola ingranaggi per la trasmissione, sui fianchi i supporti per il rotore collocato all’interno del corpo macchina ovvero nella camera di trinciatura e posteriormente un cofano ad apertura idraulica. Il corpo macchina appoggia durante il lavoro su slitte con zoccolo antiusura che consentono di effettuare la regolazione dell’altezza di lavoro. Per migliorare l’operatività della macchina, su alcuni modelli dedicati ai lavori più leggeri, tra l’attacco a tre punti e la parte operatrice può essere installato un dispositivo di traslazione idraulico, di norma montato su slitta. In alternativa è disponibile la funzione di inclinazione laterale idraulica del corpo macchina, per un migliore adattamento al profilo del terreno. La conformazione del corpo portante della macchina aiuta a migliorare l’efficienza operativa ottimizzando la capacità di lavorazione del materiale evitando trascinamenti e offrendo anche una maggiore protezione di organi meccanici e linee idrauliche più protette.

 

Trasmissione

Il moto, derivato dal trattore tramite albero cardanico, provvede all’azionamento di una scatola ad ingranaggi (disponibile di norma sia con rotazione oraria che antioraria) provvista di ruota libera e rinvio angolare, che a sua volta è poi collegata all’albero di trinciatura tramite un ulteriore albero e una trasmissione a cinghie (fino a 12 unità). Nei modelli con trasmissione idraulica, di solito concepiti per il collegamento a macchine movimento terra, al posto della scatola a rinvio angolare viene flangiato un motore idraulico che agisce direttamente sulla puleggia di trasmissione finale a cinghie. Sulle operatrici equipaggiate come fresa è disponibile anche una trasmissione laterale a cascata di ingranaggi al posto delle cinghie. Se le condizioni sono particolarmente gravose con picchi di carico e potenza elevati, per l’azionamento del rotore si ricorre ad una doppia trasmissione. Sui modelli dalle più alte prestazioni, la trasmissione meccanica prevede anche il raffreddamento dell’olio ed eventuali giunti idrodinamici di protezione.

 

Rullo trinciatore e organi ausiliari

Il rullo di trinciatura è di conformazione tubolare, imperniato ai lati tramite supporti a cuscinetto montato sul corpo macchina e direttamente collegato alla trasmissione. Su fresatrici e trinciatrici per lavori gravosi si installa di norma un rotore più grande e pesante, ovvero che offre più inerzia oltre che robustezza. In base al tipo di lavoro e al risultato che si vuole ottenere gli utensili di lavoro hanno un profilo appositamente adattato (profilo dritto, a doppia lama, a dente singolo o multi dente, ecc) mentre il materiale consiste in acciaio ad alta resistenza meccanica come l’hardox o il carburo di tungsteno. L’equipaggiamento è completato da contro coltelli avvitati o saldati, che migliorano l’effetto degli utensili, da alette convogliatrici, rastrelli posteriori, griglie di regolazione della granulometria del materiale in uscita sul cofano posteriore (su frese). Per contenere il lancio di schegge e sassi, nella parte posteriore ed eventualmente anche sull’anteriore del corpo macchina è collegata una barriera formata da spezzoni di catene e/o palette. Le caratteristiche in sintesi dei modelli disponibili sul mercato possono essere riassunte come nell’elenco di seguito riportato, in cui sono indicati i range dei principali parametri di impiego dei mezzi commercializzati (NB: ogni parametro è indipendente dagli altri): massa operatrice: da 750 a 6320 kg; dimensioni (larghezza x profondità x altezza totale): da 1580 x 1150 x 960 mm a 3450 x 1600 x 1080 mm; larghezza di lavoro: da 1290 a 3100 mm; potenza assorbita: da 44 a 368 kW; tipo di PDP: attacco centrale 540/1000 o solo 1000 giri/min; numero di elementi: da 22 a 108 unità (dipende dalle dimensioni dell’elemento e dalla larghezza di lavoro della macchina); diametro materiale legnoso: da 180 a 600 mm; diametro rotore: fino a 520 mm; velocità di avanzamento: fino a 5 km/h; attacco a tre punti: cat I, II, III e IV, (in base al livello di potenza).

La combinazione attualmente disponibile di modelli è elevata, e comprende sia modelli compatti ad alte prestazioni che modelli di grande capacità di lavoro ma per lavori più leggeri.

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