Trattrici: "boom" di vendite in India
Il colosso asiatico supera nel 2021 il milione di unità immatricolate, imponendosi come il Paese di gran lunga più attivo nel mercato delle macchine agricole. I dati – diffusi nel corso di EIMA Agrimach India – descrivono un mercato più che raddoppiato nel decennio 2009-2019, ed oggi in netto vantaggio rispetto a quelli, pure molto consistenti, di Cina, Stati Uniti ed Europa
La rassegna di EIMA Agrimach – che dal 1° al 3 settembre si è svolta presso il Campus dell’Università di Scienze Agrarie di Bangalore – costituisce il principale evento fieristico nel Subcontinente Indiano nel campo della meccanizzazione agricola.
La rassegna, organizzata dalla Federazione delle Camere di Commercio e Industria dell’India FICCI e dalla Federazione italiana dei costruttori FederUnacoma, è una piattaforma promozionale e commerciale di supporto ad un mercato – quello del Subcontinente – che si è imposto in questi anni come il maggiore al mondo in quanto a volumi di vendita.
Nel 2009 – l’anno in cui si è svolta la prima edizione di EIMA Agrimach India – il mercato indiano assorbiva già 340 mila trattrici, un numero che lo collocava tra i più consistenti a livello mondiale; ma negli anni successivi i volumi di vendita sono cresciuti ulteriormente raggiungendo livelli impensabili. Secondo le statistiche fornite da Agrievolution, l’associazione dei Paesi produttori di macchine agricole della quale fa parte l’associazione dei costruttori indiani FICCI, negli anni 2018-2019 le vendite sono pressoché raddoppiate rispetto al 2009, toccando la quota rispettivamente di 800 mila e 724 mila, per superare il milione di unità nel 2021. L’attuale livello di vendite supera di gran lunga tutti i maggiori mercati del mondo, se si pensa che la Cina nello stesso 2021 ha raggiunto le 470 mila trattrici vendute, gli Stati Uniti si sono attestati a quota 318 mila e l’Unione Europea a quota 180 mila. Il livello di meccanizzazione del Paese – avvertono gli analisti del settore agromeccanico – deve essere valutato in base ai quantitativi venduti, ma anche in base alla qualità delle tecnologie acquisite.
L’agricoltura indiana punta ad incrementare le produzioni ortofrutticole e le colture specializzate, e a meccanizzare tutte le principali filiere produttive, non ultima quella delle bioenergie, che possono, attraverso lo sfruttamento dei residui forestali, dei sottoprodotti delle lavorazioni agroindustriali e dei liquami zootecnici, fornire importanti quantitativi di energia, necessari per le attività produttive e per i fabbisogni quotidiani soprattutto delle aree e delle comunità rurali. Per tutte queste necessità occorrono trattrici, attrezzature e macchinari più specializzati ed efficienti, e questo promette ulteriori sviluppi per il mercato indiano, e un’offerta di tecnologie sempre più ampia e diversificata.