Transfarm: il digitale conquista le giovani imprese
L’agricoltura di precisione e i sistemi 4.0 si fanno sempre più strada tra i giovani imprenditori ma le piccole aziende non sempre riescono ad assorbire il costo delle tecnologie. Il progetto europeo Transfarm 4.0 vede coinvolti cinque Paesi e ha lo scopo di evidenziare i punti di forza e le criticità del processo di innovazione delle imprese agricole
Vanta un’ottima e capillare rete di produttori e un buon network di punti vendita, ma paga il prezzo dell’età media elevata degli imprenditori, in netta prevalenza legati a metodi di coltivazione tradizionali. Con una indagine che ha coinvolto 220 imprenditori agricoli, il programma interregionale Transfarm 4.0, finanziato dall’Unione Europea, fa il punto sull’espansione dell’agricoltura di precisione in vari paesi europei. Se il settore cattura sempre di più le nuove generazioni, il sistema italiano sconta la debolezza di essere ancora molto frammentato, caratterizzato com’è da aziende di piccole dimensioni che sovente non riescono ad affrontare il costo delle nuove tecnologie per innovare i metodi di coltivazione. Un altro punto di debolezza è costituito dal fatto che spesso le aziende non dispongono al loro interno delle competenze necessarie a sviluppare l’agricoltura di precisione e che non sempre i coltivatori riescono a intercettare le risorse europee messe a disposizione per stimolare gli investimenti; mentre un freno alla crescita potrebbe essere rappresentato dalla mancata disponibilità delle tecnologie. Il programma Transfarm 4.0 è stato presentato ad EIMA, il salone internazionale di Bologna dedicato delle macchine per l’agricoltura e il giardinaggio. Presentazione con più tappe di un programma basato su tre pilastri fondamentali: l’utilizzo dei big data, della sensoristica e di Isobus, il sistema di comunicazione tra macchine operatrici e trattrici. In Italia il programma, che si concluderà nel giugno del prossimo anno, coinvolge Crea, Council for agricultural research and economics e FederUnacoma, l’associazione italiana di costruttori di macchine per l’agricoltura. Oltre ai partner italiani, il progetto Transfarm vede coinvolti enti di ricerca di altri quattro Paesi: Austria, Polonia, Slovenia e Ungheria.
«Il nostro obiettivo è di trovare dei metodi per ridurre i consumi di acqua e di prodotti chimici con ricadute positive sia economiche che ambientali, utilizzando le nuove tecnologie. Ma pensavamo di arrivare a un risparmio del 30% mentre in alcuni contesti abbiamo già superato il 50%». Così Davide Bòscaro, ricercatore del Crea, centro ricerche in agricoltura, ha descritto le finalità del Progetto, dinnanzi ai rappresentanti degli enti esteri che partecipano all’iniziativa. «Con questo progetto vogliamo contribuire alla diffusione dell’agricoltura di precisione – ha spiegato Diego Tomasi, primo ricercatore del Crea e coordinatore del progetto – e dopo aver condotto il sondaggio fra le aziende agricole abbiamo dato vita a tre applicazioni sperimentali: l’uso di un protocollo ISOBUS, una sorta di linguaggio informatico per far dialogare i trattori con le attrezzature prodotte dai differenti marchi; l’uso di sensori con i quali si riduce la dispersione di prodotti irrorati in campo aperto, e infine l’uso dell’intelligenza artificiale per ricavare informazioni utili all’agricoltore, dalla mole di informazioni che arrivano proprio grazie ai sensori e ad altre fonti». Il progetto Transfarm dovrà dare le indicazioni su come consentire alle aziende europee di adottare queste pratiche innovative. «Quando presenteremo i risultati di tutto questo lavoro – ha aggiunto Tomasi – vedremo anche come gli organi regionali dei diversi Paesi, avranno recepito l’importanza dell’agricoltura di precisione. Perché l’innovazione tecnologica si basa prevalentemente su fondi europei e, quindi, i nostri rappresentanti devono avere le idee ben chiare su come utilizzare questi fondi».