Tecnologie per l'agricoltura, crescono le vendite negli USA
Le trattrici chiudono il 2020 con un incremento del 17,7%, le mietitrebbie del 5,5%. Il mercato beneficia dell’effetto volano indotto dall’incremento degli aiuti federali che hanno toccato la quota record di 37 miliardi di dollari. Positive le prime stime per il 2021
Gli Stati Uniti archiviano il 2020 con una robusta crescita nel comparto della meccanica agricola. In un anno comunque difficile per l’economia USA, colpita dalla pandemia di Covid 19, il settore agromeccanico statunitense è andato in decisa controtendenza, registrando incrementi a doppia cifra per le vendite di trattrici (+17,7% rispetto allo stesso periodo del 2019, in ragione di oltre 288 mila macchine immatricolate) e aumenti più contenuti, ma comunque considerevoli, per le mietitrebbie che, con 5.056 immatricolazioni hanno messo a segno un +5,5%. Lo rende noto il report di fine anno diffuso a gennaio 2021 dall’AEM, l’associazione americana dei costruttori di macchine agricole. Nel segmento delle trattrici, a trarre beneficio da questa crescita sono state soprattutto le basse (fino a 40 cavalli) e le medie potenze (da 40 a 100 cavalli) che hanno visto, rispettivamente, incrementi pari al 21% e all’13,8%. Crescono, sia pure leggermente (+3,2%), anche le classi di potenza superiori ai 100 cavalli, che vedono un totale di 19.165 immatricolazioni (erano state 18.562 nel 2019). Come si può evincere dal report dell’AEM, il trend espansivo per il comparto delle trattrici e delle mietitrebbie è iniziato a marzo ed è proseguito ininterrottamente anche nei mesi successivi, attestandosi su volumi sensibilmente superiori tanto a quelli del 2019 quanto a quelli riferiti alla media degli ultimi 5 anni, vale a dire al periodo compreso tra il 2015 e il 2019. Un quinquennio, questo, caratterizzato da un andamento altalenante dei valori di mercato che hanno visto succedersi fasi di crescita e di contrazione, su livelli comunque assai distanti dai record toccati nel triennio 2012-2014 (17 miliardi di euro l’anno).
Il volano dei fondi federali
A trainare le vendite dello scorso anno ha contribuito un consistente pacchetto di aiuti federali, varato all’indomani della pandemia. Secondo un’analisi del mercato USA realizzata dall’ufficio di Houston (Texas) dell’ICE Agenzia e presentata lo scorso novembre in occasione di EIMA Digital Preview, nel 2020 gli incentivi del governo federale a favore degli agricoltori hanno toccato la soglia dei 37 miliardi di dollari, lo stanziamento più consistente dal 2010 ad oggi. Nel 2021 – riporta sempre lo studio dell’ICE Agenzia – le vendite di trattrici e mietitrebbie non dovrebbero vedere scostamenti significativi dalla linea di tendenza emersa nei mesi passati. A questo proposito viene citata un’analisi di clima condotta tra i dealer statunitensi di macchine agricole, il cui sentiment di mercato è considerato come un importante indicatore circa i trend del comparto nel breve e nel medio termine. Secondo tale analisi, il 50% dei concessionari USA si aspetta che l’anno appena iniziato si mantenga sugli stessi valori di fatturato del 2020 mentre una quota altrettanto consistente – il 40% – prevede una crescita del business superiore al 2%. “Vede nero”, soltanto l’11% dei dealer, per i quali il giro d’affari potrebbe ridursi tra il 2% e il 7%. Se raffrontate con quelle del 2020, le previsioni del comparto per il 2021 evidenziano un significativo miglioramento di clima, con una consistente riduzione dei “pessimisti” (nel 2020 erano il 21% dei concessionari americani). Il dato trova una conferma anche nell’andamento dei preordini (relativi al trimestre agosto-ottobre 2020), al top dal 2015, con un terzo dei dealer che prevede incrementi superiori all’1%. Sempre secondo i concessionari, i caricatori, i sistemi di precision farming e le tecnologie per il giardinaggio si candidano ad essere le categorie di prodotto bestseller per il 2021.
Trattori e macchine semoventi: la geografia del mercato USA
Con oltre 2 milioni di aziende attive, che vantano un’estensione media di 180 ettari (per una superficie agricola totale pari a 364 milioni di ettari), il settore primario americano – 370 miliardi di euro il fatturato del 2019 comprensivo dell’allevamento – ha il suo cuore produttivo nel Midwest. Sei dei nove Stati Usa a più alta vocazione agricola (Iowa, Nebraska, Kansas, Minnesota, Illinois, Wisconsin) sono infatti localizzati nelle regioni centro-settentrionali del Paese. A questi si affiancano la California (ospita il 50% di tutte le vigne USA), al primo posto per ricavi, il Texas (terzo produttore statunitense) e, in posizione più defilata, la Carolina del Nord. Prendendo in considerazione sempre il dato del fatturato, mais, soia, frutta e verdure sono state le coltivazioni più redditizie del 2019, seguite da frumento, fieno e cotone. Ovviamente, gli Stati “agricoli” sono anche quelli che, come si legge nel rapporto dell’ICE Agenzia, tendono ad investire di più in mezzi meccanici e in tecnologie per l’agricoltura. Il 42% di tutti gli investimenti disposti nel 2019 – la spesa complessiva è stata pari a 19 miliardi di dollari (11,9 a valere sulle trattrici e 5,1 sulle macchine agricole) – risulta infatti concentrata in soli dieci Stati, la maggior parte dei quali figura appunto tra i principali produttori del Paese. A guidare la “classifica” degli investitori sono Texas (1.3 miliardi), Iowa (1.1 miliardi) e Illinois (1 miliardo) seguiti da Minnesota e Missouri. La produzione nazionale di macchine agricole invece è focalizzata prevalentemente sulle trattrici, i mezzi da raccolta, le attrezzature per gli allevamenti e le macchine per la semina, che in termini di fatturato, secondo i dati 2020 riportati dall’ICE Agenzia, rappresentano il 40% del mercato. Di primaria importanza per i costruttori americani è anche il segmento del giardinaggio, che vanta una quota di fatturato pari a circa il 24% del totale. Rilevante è anche il peso delle importazioni, che nel 2019 hanno toccato i 7,8 miliardi di dollari nel 2019 (i primi 9 mesi del 2020 registrano un calo dell’1%). Il ranking dei fornitori Usa, relativo al triennio 2017-2019, vede ai primi posti Canada, Germania e Giappone. In settima posizione l’Italia, con il made in Italy che nel periodo esaminato ha visto crescere la propria quota di mercato (il 6% per un valore totale dell’export verso gli Usa pari a 472 milioni di dollari). Per le aziende italiane della meccanica agricola – ha ricordato FederUnacoma in occasione della presentazione del rapporto dell’ICE Agenzia – quello statunitense rappresenta il terzo mercato estero dopo Francia e Germania. A trainare la domanda sono soprattutto le macchine per la raccolta, i trattori, le attrezzature per la semina, la concimazione e il trapianto, le macchine per gli allevamenti. Da valutare con particolare attenzione l’andamento dell’export nei primi 7 sette mesi dell’anno, caratterizzati da una flessione in valore pari al 7,5%. Resta infatti da chiarire quanto tale contrazione sia imputabile a una modifica della domanda statunitense di macchinari italiani e quanto non sia attribuibile al blocco delle attività produttive deciso dal governo italiano la scorsa primavera per contrastare la diffusione della pandemia da Covid 19.