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Tecnica

Sistemi e componenti antinfortunistici per i trattori

I dati relativi agli infortuni in agricoltura indicano per gli ultimi anni una significativa tendenza alla riduzione degli eventi che, tuttavia, continuano ad essere ancora in numero elevato. La riduzione si fa apprezzare soprattutto nel settore dell’agricoltura professionale dove vengono impiegati macchinari di ultima generazione con avanzati sistemi di sicurezza

di Ottavio Repetti
ottobre - novembre 2022 | Back

Partiamo dalle buone notizie: il numero di infortuni in agricoltura è in costante diminuzione, ormai da sette anni. I dati del quinquennio 2016-2020 indicano una riduzione del 26,3% (da 36.199 casi nel 2016 a 26.696 di due anni fa). Se non consideriamo l’anno della pandemia, il calo è meno netto, ma comunque presente con un -8,6%. Tendenza al momento confermata anche per l’anno in corso: nel primo semestre – stiamo pubblicando dati Inail naturalmente – si è registrato un’ulteriore discesa delle denunce del 2,6% (da 12.950 del 2021 a 12.612 di quest’anno). Rallentano, per finire, anche le malattie professionali, che sono per la maggior parte a carico di colonna vertebrale, ossa, tessuti molli e sistema nervoso (tipicamente per la sindrome del tunnel carpale). Restano però quei circa 25 mila casi – stima per il 2022 – che rappresentano comunque un numero troppo alto, soprattutto considerando che molti degli infortuni sono purtroppo gravi, quando non mortali. A maggior ragione quelli che coinvolgono l’uso di macchine agricole, certamente ai primi posti per serietà dei danni provocati. Al riguardo – e con questo chiudiamo il capitolo statistico – è interessante un altro dato: il numero degli in­fortuni diminuisce più nel settore dell’agromeccanica professionale (altrimenti detto: tra i contoterzisti e i loro dipendenti) che tra gli agricoltori. Dal mo­mento che gli agromeccanici lavorano, per definizione, soprattutto sul­le mac­­chine agrico-
le, questa apparente incongruenza si spie­ga soltanto in un modo: l’impiego di mezzi più recenti e con un turn-over molto più rapido, tipico del contoterzismo, ha un ruolo fondamentale nel ridurre il numero di infortuni.

 

 

Questione di turn-over. È un dato di fatto che il parco macchine nel comparto agromeccanico sia mediamente meno datato e di livello qualitativo superiore rispetto a quello dell’agricoltore che lavora in proprio o che è titolare di una piccola azienda. Questo sia per ragioni di budget, sia anche di ore annuali di lavoro, che nel caso degli agromeccanici superano sovente quota mille. Trattori e attrezzature, di conseguenza, si usurano più rapidamente. Ne deriva che il parco macchine medio di un contoterzista ha un’età sicuramente inferiore ai dieci anni (per i trattori e le macchine da raccolta) ed è dunque dotato non soltanto degli accorgimenti anti-infortunistici previsti dalla legge, ma anche di una serie di ritrovati di ultima generazione ormai comuni sui trattori ad alta tecnologia, ma assenti dalle macchine più datate. È proprio su questi ultimi che vogliamo concentrarci in questa rapida analisi dei progressi fatti in materia di prevenzione degli infortuni.

Sicurezza strutturale. Come sappiamo i requisiti minimi di sicurezza per le trattrici agricole prevedono di tutelare il conducente contro il pericolo di schiacciamento dovuto a ribaltamento del mezzo (Rops) o a caduta di corpi dall’alto (Fops). D’obbligo anche la presenza di sistemi di ritenzione. Per il primo punto, va citata la presenza di cabina a quattro o più montanti o di un arco di protezione nel caso di trattrici prive di abitacolo (tipicamente quelle destinate a colture specialistiche e che operando sotto alla vegetazione devono forzatamente ridurre l’altezza massima). I sistemi di ritenzione più tipici – nonché, purtroppo, meno usati – sono invece le cinture di sicurezza, presenti su tutti i trattori moderni e prescritte anche per il rinnovo dell’omologazione sui mezzi più datati. Si possono inoltre considerare sistemi di sicurezza strutturale le protezioni – anch’esse previste dalle normative – per tutte le parti in rapida rotazione o che presentino temperature estreme (superiori agli 80 gradi, se si tratta di temperature positive). Sono dunque indispensabili, sulla trattrice, griglie a protezione delle ventole, delle cinghie o altre parti rotanti, oltre che dei radiatori e degli scarichi, nonché dei sistemi di post-trattamento dei gas (Egr, in sigla). Generalmente si tratta di elementi che si trovano sotto al cofano, fatta eccezione per le prese di potenza anteriore e posteriore e per i relativi alberi cardanici. Che, come noto, devono obbligatoriamente avere coperture non rotanti, solitamente trattenute da un fermo a catena, da fissare a un elemento stabile del mezzo. Dal momento che questo tipo di protezioni e in particolare la catenella di fissaggio sono soggetti a rotture, alcuni costruttori di alberi cardanici hanno studiato, negli ultimi anni, protezioni fisse prive di catena, in modo da aumentare la sicurezza di uno dei dispositivi più a rischio di infortuni. Per quanto riguarda ventole e cinghie, il cofano del trattore costituisce di per sé una protezione efficace, soprattutto ora che la sua apertura, un tempo possibile agendo su una semplice leva o tasto, è vincolata all’uso di una chiave speciale, che solitamente coincide con la chiave di avvio. Dovrebbe in questo modo essere impossibile accedere alle parti in movimento quando la macchina è in funzione. Un altro elemento di recente introduzione è il sistema di disconnessione della batteria, che ha lo scopo di evitare rischi di incendio durante lo stazionamento, ma è utile anche come misura di prevenzione del folgoramento. Ricordiamo infine la presenza di comandi esterni per azionare servizi idraulici, attacco a tre punti e presa di potenza: sono solitamente posti sul parafanghi, in posizione tale che non possano essere azionati dall’operatore mentre si trova in zona di pericolo.

 

Il ruolo dell’elettronica. Il fortissimo aumento di componenti elettroniche e digitali sui mezzi agricoli ha certamente contribuito a migliorare la loro sicurezza, mettendo a disposizione una serie di automatismi grazie ai quali scongiurare o ridurre il pericolo di infortuni. Molti di questi sistemi fanno parte delle leve di comando (ne parliamo più avanti). In questa sede citiamo però, doverosamente, i dispositivi di "uomo presente", che bloccano il funzionamento della trattrice e delle sue funzioni – dalla Pto al sollevatore, senza dimenticare ovviamente la trasmissione – nel momento in cui non vi è un operatore alla postazione di guida. Grazie a un semplice sensore di peso installato sul sedile si è resa indispensabile la presenza di un uomo a bordo, rendendo di fatto impossibili operazioni ad alto rischio come l’aggancio di attrezzi senza che qualcuno controlli il mezzo in movimento. Concetto simile per l’allarme del freno di stazionamento, che si attiva non appena l’operatore si alza dal sedile senza aver innestato il freno di parcheggio. In alcuni modelli, soprattutto se dotati di trasmissione a variazione continua, il blocco del mezzo si attiva automaticamente con l’abbandono della postazione di lavoro. Le macchine con cambio cvt dispongono inoltre di un ulteriore livello di sicurezza, dovuto alle caratteristiche di questa trasmissione: è infatti sufficiente fermare la macchina (oppure lasciare il pedale dell’acceleratore, a seconda della modalità di guida che si sta usando) perché le ruote rimangano bloccate anche se il trattore si trova in pendenza. Si evitano così i rischi di avanzamento o arretramento involontari in salita, a tutto vantaggio della sicurezza di chi opera attorno al mezzo e anche degli automobilisti, qualora ci si trovi su strada. Altri automatismi legati alla trasmissione e all’elettronica con positiva ricaduta sulla sicurezza dei lavoratori sono i sistemi di compensazione degli sbilanciamenti su strada, che siano provocati da un attrezzo portato sul sollevatore o dalla forza centrifuga in curva. Le macchine di fascia premium, dotate di sospensioni attive a controllo elettronico, sono infatti in grado di compensare il rollio in curva aumentando la risposta della sospensione sulla ruota esterna. Ne deriva una maggior stabilità. Per ridurre l’effetto di beccheggio dovuto a un carico trasportato sull’attacco a tre punti è invece presente, ormai da diversi anni, un dispositivo di compensazione delle oscillazioni: un vero ammortizzatore idraulico integrato nei bracci del sollevatore che riduce le forze ondulatorie trasmesse dall’attrezzo, soprattutto se di peso elevato e forte sbalzo, alla trattrice. Chiudiamo con due sistemi automatici di sicurezza legati a funzioni non comuni su un trattore e pertanto presenti su un numero limitato di modelli e marchi. Il primo riguarda la sterzata sulle quattro ruote: questa funzione, che aumenta fortemente la manovrabilità in campo, si disinserisce automaticamente quando si supera una determinata velocità (solitamente i 20 km orari) per evitare rischi di perdita di controllo del trattore. Allo scopo di mantenere la stabilità su strada, infine, i modelli dotati di sistema di regolazione automatica della pressione degli pneumatici dispongono di un sistema che dopo aver ridotto la medesima in campo, per aumentare il galleggiamento, la riporta a livelli di sicurezza quando si viaggia su strada. Un ulteriore contributo che l’elettronica dà alla sicurezza del lavoro in agricoltura.


Protezioni aggiuntive per attività speciali

Il trattore è una macchina multifunzionale per definizione, ma vi sono alcune attività che esulano fortemente dalla normale routine e per le quali sono stati quindi previsti sistemi di sicurezza opzionali, specifici per quei campi di applicazione. Tra esse, ricordiamo in primo luogo la forestazione, per la quale solitamente si montano protezioni aggiuntive sul tetto della cabina, visto il concreto pericolo di caduta di tronchi che questo lavoro comporta. Molto utilizzate anche le schermature per parabrezza e vetri laterali, soprattutto quando si effettuano lavori come la trinciatura di ceppi o simili. Griglie sul parabrezza ma anche sul fianco destro per le macchine destinate a fare lavori municipali come la pulizia degli argini, infine. Per esse, molti costruttori offrono, a richiesta, anche la sostituzione del vetro anteriore o laterale con pannelli in policarbonato, trasparenti come il classico parabrezza ma insensibili ai colpi dei sassi.

 

 

 

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