Officina Meccanica B e G, un successo di gamma
Presente nel tessuto produttivo umbro dal 1990, l'azienda di Città di Castello inizia a progettare e costruire macchine agricole una decina di anni fa, con i primi modelli per la potatura meccanica. Ed è proprio grazie alle tecnologie per l'agricoltura che l'azienda ha conquistato una posizione importante sui mercati esteri
Dai componenti per macchine industriali di altissima qualità alle tecnologie per l’agricoltura. Il percorso imprenditoriale dell’Officina Meccanica B e G descrive la storia di un’azienda che si ritaglia un ruolo di primo piano nel tessuto economico italiano e umbro (la sede è a Città di Castello, nel perugino) grazie ad un’accorta politica di diversificazione produttiva. Sul mercato, la ditta perugina inizia ad operare nel 1990 con la realizzazione di componenti per motoriduttori e per lavatrici industriali. In breve tempo l’impresa riesce a guadagnarsi uno spazio importante.
A fare la differenza, per l’Officina Meccanica B e G, sono anche gli impianti produttivi di ultima generazione. Centri di lavoro verticali a 4 assi, torni cnc a 5 assi, e una sala collaudo con strumenti di misura tridimensionali, sono una vera garanzia per l’efficienza dei processi produttivi ma, soprattutto, per la qualità e l’affidabilità delle lavorazioni. Anno dopo anno l’azienda cresce ed è proprio questa crescita a gettare le basi per una diversificazione produttiva nel comparto agromeccanico. Tuttavia, la produzione di tecnologie per l’agricoltura non si sostituisce alla tradizionale attività di officina meccanica; anzi, l’azienda perugina sfrutta il know how e le competenze maturate in quel settore per presentarsi sul mercato con un prodotto innovativo.
Si tratta delle macchine per la potatura meccanica di alberi da frutto e di oliveti, equipaggiate con una barra di taglio a doppia lama. «Il grande punto di forza della nostra barra di taglio – spiega con una nota tecnica il costruttore – è rappresentato dalla capacità di lavorare in un range compreso tra un minimo di 0/0 mm e un massimo di 0/90 mm».
La doppia lama si dimostra vantaggiosa perché, oltre a non danneggiare i rami tagliati e a non produrre segatura (che può ingolfare il sistema di areazione dei trattori) evita che gli agenti patogeni si trasmettano da pianta a pianta, realizza un taglio netto, simile a quello delle forbici. «Inoltre, con la nostra barra di taglio l’operatore non si vede costretto a lavorare su un trattore “blindato”, dal momento che i residui vegetali vengono deposti ai lati della motrice. Da considerare poi – prosegue l’azienda di Città di Castello – che le nostre potatrici consumano poco carburante e, se utilizzate in modo corretto, non richiedono impegnativi interventi di manutenzione». Una tappa importante in questo percorso di crescita è la segnalazione al concorso “Novità Tecniche” di EIMA International 2018. Ad aggiudicarsela è il modello BGP Green Serie F, una trinciatrice frontale interfilare progettata per contrastare le erbe infestanti nei frutteti e negli uliveti. Equipaggiata con un serbatoio idraulico indipendente, l’applicazione viene proposta anche nella versione con tastatore idraulico automatico (che permette alla trincia di spostarsi lateralmente).
La testata trinciante, a sua volta, è disponibile sia nella configurazione con due rulli di protezione (per lavorare in presenza di impianti di irrigazione a terra, con una distanza di 3 o 4 cm), sia in quella con singolo rullo che consente alla testata trinciante BGP Green Serie F di intervenire a “fil di suolo”.
Sulla sua trinciatrice, la ditta perugina ha previsto sia una versione accoppiata frontalmente alla trattrice (BGP Green Serie F), sia una accoppiata posteriormente. Non cambiano invece le dimensioni della testata che partono da 60 centimetri per arrivare a 1,2 metri. Con le potatrici, le trinciatrici e le barre di taglio, l’Officina Meccanica B e G non è soltanto entrata in un nuovo comparto produttivo ma si è anche vista aprire le porte dei mercati esteri: Europa (Spagna, Francia, Belgio, Austria, Germania, Svizzera), Usa, Turchia, Corea del Sud, Argentina, Cile e Australia. «Nel 2018 – conclude l’azienda – la quota estera del nostro fatturato ha raggiunto il 35%. Ma puntiamo ad incrementarla nel breve e, soprattutto, nel medio periodo».