Mercato internazionale: uno scenario complesso
I dati sulle vendite di trattrici, relativi ai mesi di agosto e settembre, indicano andamenti differenti da Paese a Paese. Se gli Stati Uniti registrano una flessione rispetto allo scorso anno, l’India si mostra ancora in crescita, mentre l’Europa nel suo insieme segna un andamento calante che potrebbe accentuarsi negli ultimi mesi dell’anno. Incertezza economica e tensioni geopolitiche ancora legate all’inflazione e alla guerra in Ucraina, aggravate dal nuovo conflitto esploso in Medioriente
Mai come in questo momento è difficile analizzare il mercato delle macchine agricole e prevederne l’evoluzione a breve termine. Dopo aver vissuto una fase espansiva nel 2021, con la fine dell’emergenza Covid, confermata nel 2022 con alti volumi di vendita a livello globale, il mercato delle trattrici si presenta oggi come una realtà molto differenziata da Paese a Paese.
Il maggiore mercato in termini quantitativi, quello indiano, continua a crescere, e dopo aver raggiunto la quota record di 912 mila trattrici vendute nel 2022, a settembre 2023 segna un parziale di 680 mila unità (+2,3%) che fa presagire un nuovo possibile record a fine anno. Sul mercato indiano sembrano non pesare fattori quali il costo delle materie prime, il costo dell’energia, l’incertezza economica e le tensioni geopolitiche. All’opposto il mercato USA – che aveva chiuso il 2022 con un calo del 14,8% rispetto all’anno precedente, sia pure con un volume di mezzi venduti molto consistente (271 mila trattrici, rispetto alla media di 228 mila che aveva caratterizzato i quattro anni precedenti la pandemia Covid) – registra un’ulteriore flessione (-8%) negli nove mesi da gennaio a settembre di quest’anno. Per gli Stati Uniti – mercato leader in termini di qualità delle tecnologie e di valore del macchinario venduto – pesa il clima di incertezza legato alla crisi militare in Ucraina e alle tensioni con la Cina che comunque incidono sugli assetti economici e commerciali di un Paese che è nello stesso tempo grande importatore ed esportatore di mezzi meccanici per l’agricoltura. Se il Giappone mostra una sostanziale tenuta sui livelli degli ultimi anni, la Turchia prosegue la propria corsa all’acquisto di trattrici agricole, avendo avuto un incremento del 5,4% nel 2022 e segnando anche nei primi otto mesi di quest’anno un attivo del 34,6%.
Il mercato europeo infine – monitorato dal Comitato dei costruttori CEMA – registra un calo complessivo, nei nove mesi da gennaio a settembre, pari al 4,5%, in ragione di 117.300 trattrici agricole immatricolate. Sia pure con performance differenti da Paese a Paese – dovute talvolta alla presenza o meno di incentivi pubblici all’acquisto – il calo complessivo delle vendite nel “vecchio continente” è da mettere in relazione con l’aumento del costo dalle macchine dovuto all’inflazione, e promette evoluzioni non positive a fronte dell’aumento dei tassi d’interesse che rende meno conveniente l’accesso al credito. Se in alcuni mercati si notano andamenti nettamente positivi – vedi ad esempio quelli della Gran Bretagna (+4,7%), dei Paesi balcanici (Croazia, Serbia e Montenegro, Bosnia Erzegovina) e scandinavi (Finlandia e Svezia) – in alcuni importanti mercati le vendite risultano allineate con quelle dello scorso anno (nei nove mesi la Francia segna un attivo dell’1,1% per le trattrici e la Germania dell’1,3%); mentre in netto calo sono l’Italia (-11,3%), la Spagna (-17,3%) e l’Austria (-6,5%).
Fare una previsione per fine anno è dunque complicato, giacché i fattori che influenzano il costo delle matrie prime sono ancora persistenti, peraltro in uno scenario che vede l’accendersi di un nuovo conflitto in Medioriente intorno alla questione israelo-palestinese, che rischia di scuotere un assetto geopolitico e un sistema di scambi economici e commerciali, e di partnership, che in più occasioni ha già mostrato la sua fragilità.