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Tecnica

Meccanizzazione dei vigneti, tante novità per gli agricoltori

L'investimento per l'acquisto di macchine specifiche per le lavorazioni del vigneto può rivelarsi molto vantaggioso quando consente di migliorare la tempestività degli interventi e ridurre il costo della manodopera. Una ricca gamma di mezzi meccanici è oggi offerta dalle industrie costruttrici, alcune delle quali premiate al concorso per le "novità tecniche" e le "segnalazioni", svoltosi a novembre nell'ambito di EIMA International

di Francesco Marinello e Luigi Sartori
Dicembre 2014 | Back

Parlare di investimenti in meccanizzazione può sembrare discutibile in un’annata come quella 2014 caratterizzata da piogge insistenti e basse insolazioni, che ha visto secondo le stime Coldiretti un calo della produzione del 7% rispetto agli ultimi cinque anni e addirittura del 14% su base annua. Tuttavia, gli effetti positivi indotti da una meccanizzazione intelligente dei vigneti si possono fare sentire in modo più decisivo proprio nei periodi difficili, quando la tempestività diventa un elemento chiave negli interventi. L’aumento di produttività insieme alla scarsità e ai costi della manodopera hanno spinto già da anni molti viticoltori a sfruttare i vantaggi della meccanizzazione per rimanere competitivi non solo nel mercato nazionale ma anche in quello internazionale. Meccanizzazione che non è limitata alla sola raccolta o alla distribuzione di prodotti fitosanitari, ma ormai copre tutte le più importanti operazioni tipiche della gestione dei vigneti.

 

Irroratrici

Come descritto in un precedente articolo (si veda C. Baldoin, Evoluzione tecnica delle irroratrici, Mondo Macchina, Luglio-Settembre 2014), spinti da normative europee sempre più strette (2009/128/CE), i vari costruttori si stanno orientando verso soluzioni che limitando i fenomeni di deriva contribuiscano attivamente alla salvaguardia ambientale.

Fattore chiave di questi sistemi è la dinamica dell’aria tra la macchina e la vegetazione, per cui le più recenti evoluzioni riguardano proprio il sistema di ventilazione e di diffusione dell’aria. In particolare hanno ricevuto un’importante accelerazione le irroratrici a tunnel, macchine di tipo scavallante che consentono il recupero del prodotto non trattenuto dalla vegetazione.

Tra le novità tecniche premiate a EIMA 2014 interessante è la Duo Wing Jet Collina di Martignani, una irroratrice pneumatica a basso volume con funzione elettrostatica e dotata di uno schermo soffiante in verso opposto a quello di irrorazione, che crea un cuscinetto d’aria che respinge il prodotto non andato a bersaglio verso la chioma. La macchina semi portata è predisposta per lavorare anche su terreni declivi.

Segnalata come New Technology 2014 a Enovitis in campo è stata Drift Recovery 2000, di Agricolmeccanica del gruppo Maschio Gaspardo. Interessante in particolare la presenza del Computer Spray Control che consente la gestione elettronica dei principali parametri operativi (quantità di prodotto in cisterna, velocità di avanzamento, litri erogati, temperatura ambiente, etc.) oltre al controllo delle operazioni di apertura e chiusura.

Nonostante si tratti di macchine relativamente recenti, la scelta è comunque già ampia nel mercato, a partire dalla linea Bertoni che per prima si è proposta: a dieci anni di distanza dal lancio di L’Arcobaleno, presenta oggi una serie di 8 modelli che vanno incontro alle più diverse esigenze in termini di forme di allevamento, giacitura dei vigneti e sesto d’impianto; ma modelli di nuova concezione sono stati presentati anche da Ideal srl, Caffini spa, Ricosma snc, …

L’elettronica può fare la differenza anche in macchine tradizionali. Ne è un esempio l’atomizzatore pneumatico a dose variabile VRT segnalato a EIMA 2014, in cui la presenza di sensori a ultrasuoni permette di gestire l’erogazione in modo proporzionale rispetto alla velocità ed al vigore della vegetazione.

 

Gestione della chioma e del sottochioma

La potatura, dopo la vendemmia, rappresenta la fase del ciclo produttivo che assorbe la maggiore quantità di manodopera. Attualmente le potatrici più diffuse utilizzano per il taglio barre falcianti e dischi singoli o sovrapposti. Alle macchine più semplici si affiancano quelle sensorizzate, capaci di effettuare tagli molto radenti al cordone permanente (sistemi ottici della Pellenc) e alle strutture di sostegno (barre scavallatrici azionate da fotocellule della Tanesini Technology). Permane però l’esigenza di una corretta meccanizzazione della potatura, in quanto l’intervento solo meccanico appare tutt’oggi non generalizzabile.

Per quanto riguarda le pre-potatrici, le più utilizzate sono a barre falcianti e a dischi rotanti.

Entrambe sono attrezzi di tipo portato, scavallante o non, installate in posizione anteriore o laterale per consentire il massimo controllo da parte del conducente. Le potatrici a barre falcianti sono macchine complesse sia dal punto di vista costruttivo che di manutenzione ma si rivelano adatte per la potatura secca e per quella estiva. La possibilità di montare e posizionare in maniera adeguata più barre falcianti e l’impiego di accessori specifici, come gli stralciatori o le barre scavallanti, rende queste apparecchiature adatte a tutte le principali forme d’allevamento. Il sistema di potatura a dischi esegue una buona qualità del taglio se viene adattata in modo corretto la velocità di rotazione dei dischi di taglio con la velocità d’avanzamento della trattrice, inoltre richiede una corretta realizzazione e gestione dell’impianto per evitare il danneggiamento dei fili di sostegno.

Negli ultimi anni, per entrambe le tipologie di potatrici sono state presentate diverse innovazioni basate su fotocellule o altri tipi di sensori, finalizzate principalmente a migliorare la regolarità del taglio, anche per speronature molto raccorciate, o per intervenire adeguatamente in prossimità dei pali o di altre strutture di sostegno del filare.

L’operazione successiva al taglio viene denominata stralciatura e consiste nell’asportazione dei capi a frutto dell’anno precedente, dei tralci con cui sono stati formati gli speroni e dei polloni in eccesso. I sarmenti che si asportano dalla pianta vengono posti al centro del filare per poi essere raccolti o triturati sul posto.

L’operazione è onerosa dal punto di vista economico e fisico, specie quando si opera con varietà molto vigorose a potatura lunga, dove la pianta presenta un carico di gemme molto elevato. In questi casi notevole è la fatica degli operatori che può compromettere la precisione dell’intervento e causare infortuni sul lavoro. Il danno economico si manifesta a causa della lentezza dell’operazione.

Interessante è la prepotatrice ERO, progettata per interventi invernali su vigneti allevati a spalliera, in particolare su cordone speronato, casarsa o guyot semplice.

L’attrezzatura, posta anteriormente, costituita da una bi-lama che taglia i tralci all’altezza desiderata e da uno stralciatore costituito da dei battenti cilindrici lunghi e fini, è composta da un telaio a T che permette di regolarne l’altezza, lo spostamento laterale e l’inclinazione direttamente in cabina grazie agli spostamenti idraulici.

Per la gestione della chioma il mercato offre una gamma molto variegata di mezzi che consentono operazioni di cimatura, sfogliatura e spollonatura, e il miglioramento della capacità di controllo ha portato a interessanti passi in avanti anche per questi tipi di macchina. L’attenzione è rivolta sempre ad aumentare la precisione esecutiva e ad incrementare progressivamente la capacità operativa, ma con un occhio alla minimizzazione dei danni per il rispetto della pianta. Questo è possibile nei vari tipi di macchine operando con macchine progettate con una maggiore flessibilità di movimento ed equipaggiate con sensori intelligenti.

Per quanto riguarda le cimatrici, la rimozione di apici vegetativi e foglie può essere eseguita sia con barre falcianti che con lame rotanti ad alta velocità, operando su uno o due filari contemporaneamente e lavorando una singola o entrambi le pareti vegetative.

Indipendentemente dal tipo di macchina, le novità più interessanti riguardano principalmente la possibilità di regolazione della posizione degli elementi di taglio, che consente di controllare il profilo cimato. Ne sono un esempio macchine come l’apparato di cimatura di FA.MA (segnalata a EIMA 2014), una macchina portata anteriormente con un elemento di lavoro a quattro barre falcianti regolabili in posizione e in profondità di lavoro che consente di realizzare una potatura selettiva. Un altro esempio in questa direzione è la ELITE Profi Line Simple Cordon proposta da ERO, che su allevamenti a cordone libero consente di regolare l’angolazione delle diverse barre di taglio, fino a 45° per le barre inferiori.

Novità anche in ambito sfogliatrici. Sia per le macchine completamente meccaniche che per quelle pneumatiche o termiche la tendenza è sempre verso una maggiore precisione e flessibilità di utilizzo per prolungarne e aumentarne le possibilità di impiego oltre che per migliorare la qualità della lavorazione. In questa direzione i sensori di contatto montati sulla sfogliatrice a regolazione automatica di Spezia Tecnovict consentono di determinare la presenza del grappolo imponendo alla testata defogliante una traiettoria tale da evitarli. Questa soluzione, premiata come novità tecnica a EIMA 2014, permette di estendere il periodo utile di ingresso in campo, consentendo la defogliazione anche in pre-vendemmia.

Altra soluzione interessante anche quella proposta da Pellenc, in cui una rete inox consente ai tamburi di adattarsi alla forma del vigneto senza creare abrasioni ai grappoli, mentre dei sensori interni ai tamburi stessi consentono di regolare costantemente la posizione dell’attrezzo.

I sensori hanno già fatto la loro presenza anche tra le spollonatrici. Sensori a contatto (tastatori) si trovano già in molte macchine che operano principalmente sfruttando l’azione meccanica per il trattamento della pianta o per il diserbo (come Clemens o Braun). Ma già due anni fa è stato segnalato all’EIMA da Tecnovict il primo attrezzo in cui l’utilizzo di dispositivi elettronici consente di irrorare esclusivamente le foglie dei polloni, permettendo rispetto al passato un risparmio in prodotto e una maggiore sostenibilità ambientale.

Interessanti sono le lame orizzontali interceppo che stanno avendo grande evidenza per il risparmio di prodotti chimici. Sono piccole attrezzature costruite per tagliare e smuovere il terreno sulla fila tra un tronco e l’altro, con un’azione leggera alla profondità di pochi centimetri. L’utensile è una lama orizzontale di 50 o di 60 cm su cui è montato un pettine che ha la funzione di rompere la crosta, sollevare il terreno tagliato, sbriciolarlo e lasciare in superficie a disseccarsi le infestanti tagliate. L’azione avviene grazie ad un tastatore particolarmente sensibile, che consente una risposta immediata e quindi velocità di lavoro maggiori, fino a 7-10 km/h, pur operando vicino alle piante.

Vendemmiatrici

Un grande interesse ruota certamente attorno alla vendemmia meccanizzata, come testimoniano le continue novità presentate sul mercato. Non è nuova l’idea di fare una raccolta selettiva delle uve sulla base della loro qualità partendo da mappe sito specifiche, ma ora questa possibilità si fa più accessibile grazie alla disponibilità di sensori ottici, come il Multiplex di Braud, che sono in grado di fornire in tempo reale la dotazione fenolica (e più precisamente la quantità di antociani e flavonoli) delle uve.

Migliore selezione delle uve dunque ma non solo. Sul mercato ci sono ora anche sistemi che garantiscono una riduzione più efficace dei materiali estranei ai grappoli durante la vendemmia. Al Selectiv Process di Pellenc, sul mercato già da qualche anno, si sono affiancati anche i sistemi Cleantech e Vario di Gregorie e Opti Grape di Braud capaci di fare una cernita dei grappoli già alla raccolta limitando la quantità di scarti verdi e anche di acini botrizzati.

Anche per le vendemmiatrici precisione e flessibilità. Interessante la soluzione proposta da Bargam, con la vendemmiatrice trainata e scarrabile V-Train segnalata a EIMA 2014. Una macchina modulare in cui la flessibilità è sia sull’apparato di raccolta, che può essere rimosso e sostituito con altre attrezzature, sia sul sistema di livellamento, che consente di operare anche su vigneti in collina e sulle aree declivi tipicamente off-limits per le vendemmiatrici semoventi.

 

Guida controllata

L’importante ingresso di sensori e di sistemi di accostamento automatico nelle macchine da vigneto è giustificato dalla necessità di precisione che si ha nelle lavorazioni in vigneti in cui la guida è spesso resa poco agevole a causa di vari fattori quali la pendenza del terreno, la ridotta larghezza dei filari, la lunghezza del cantiere di lavoro.

Per questo motivo trova sempre più interesse l’utilizzo di sistemi di guida assistita. Tali sistemi, grazie all’ausilio della navigazione satellitare GNSS (Global Navigation Satellite Systems) con correzione in tempo reale (sistemi RTK, Real Time Kinematic), permettono di avere un posizionamento di trattore e macchina con una precisione che può arrivare fino ad un paio di centimetri. Questo non è interessante solo per la piantumazione delle barbatelle o dei pali, o per la realizzazione o l’utilizzo di mappe di prescrizione, ma anche per assistere e agevolare l’operatore soprattutto quando la guida risulta resa più difficile da più operazioni combinate. È a questo proposito indicativo il Technological Innovation Award riconosciuto a Enovitis 2014 a Spektra-Agri in collaborazione con Fendt per il suo sistema di guida assistita AutoCombiGuide che assiste nella guida e controlla automaticamente le sequenze operative in campo con la possibilità di comandare le attrezzature durante il funzionamento. Questo rende dunque possibile l’esecuzione di più operazioni combinate, permettendo così una riduzione dei tempi di lavoro e degli ingressi in campo, con conseguente minore stress per l’operatore e per il suolo.

Tanta tecnologia dunque e tante soluzioni, per migliorare la qualità delle operazioni. E se è vero che la diffusione della meccanizzazione agricola nel vigneto interessa già in vario modo quasi il 30% dei vigneti per la sola vendemmia meccanizzata per un totale di circa 2600 macchine e quasi 15 mila ettari raccolti è importante che la ricerca industriale prosegua in questa direzione per dare all’agricoltura soluzioni sempre più competitive e convincenti. 

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