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Mercati

Meccanica Agricola in Cina: il peso del made in Italy

Dopo un triennio di crescita a pieno ritmo, nel 2014 il mercato cinese delle trattrici "tira il fiato". Continua a crescere, invece, il peso delle aziende italiane nel settore agromeccanico cinese. Nei primi cinque mesi del 2015 le esportazioni italiane aumentano del 53%

di Giovanni M. Losavio
Luglio - Agosto - Settembre 2015 | Back

Pausa di riflessione per il mercato cinese dei trattori con potenza superiore a 18 cavalli. Infatti, dopo tre anni di crescita a pieno ritmo – tra il 2011 e il 2013 le vendite sono aumentate del 64%, passando da 320 mila unità a più di 524 mila, per un valore complessivo stimato dal VDMA  in 16 miliardi di euro (comprese le macchine operatrici) – nel 2014 il settore ha “tirato il fiato”, fermandosi a quota 524.600 unità e rimanendo dunque sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente. Tuttavia, nonostante questa battuta d’arresto, la Cina si è confermata anche nel 2014 come il secondo “player” mondiale con una quota pari al 24,6% della domanda globale, subito dopo l’India (593mila unità per una quota pari al 27,8%).

 

Uno stop temporaneo

Secondo le previsioni di Agrievolution, associazione internazionale di cui fanno parte i costruttori di macchine agricole dei più importanti Paesi del mondo, la frenata dell’agromeccanica cinese dovrebbe proseguire nel corso del 2015, a causa di fattori contingenti legati alla redittività delle produzioni agricole nelle regioni settentrionali del Paese, e dovrebbe interessare soprattutto le gamme di potenza più basse. Allo stato attuale sembra che il rallentamento della crescita rappresenti uno stop temporaneo, una flessione congiunturale e non una linea di tendenza destinata a protrarsi nel tempo. Infatti, come evidenzia un rapporto FederUnacoma redatto all’indomani dell’edizione 2014 della fiera CIAME (la rassegna di riferimento in Cina per la meccanizzazione), il settore primario cinese, che pure ha compiuto importanti passi avanti sull’utilizzo sistematico dei mezzi meccanici nelle campagne (stando ai dati della VDMA, l’anno scorso il tasso globale di meccanizzazione è arrivato al 61%), continua a caratterizzarsi per una forte domanda di tecnologie. D’altro canto – spiega il Rapporto FederUnacoma – sebbene in questi anni Pechino abbia dato un forte impulso allo sviluppo industriale, il comparto agricolo continua ad avere un’importanza strategica per il Paese, e nelle campagne l’impiego di scienza e tecnologia è limitato con processi di innovazione che avanzano ad un ritmo ancora lento. Modernizzare  le attività agricole è un’esigenza tanto più stringente se si considera che una parte consistente dei terreni coltivabili nel Paese (il 16%)  risulta essere soggetto a gravi forme di inquinamento causate da sistemi di coltivazione errati e dai supporti tecnologici inadeguati adottati in passato. Inoltre, l’utilizzo sistematico e su ampia scala di mezzi meccanici appropriati permetterebbe non soltanto di incrementare produttività e rese del primario, ma di rendere coltivabili terreni attualmente improduttivi (specie quelli nelle regioni settentrionali del Paese).

 

Trattori

La Cina punta sul made in Italy. Per raggiungere tali obiettivi l’esecutivo cinese ha stanziato nel decennio 2004-2013 l’equivalente di oltre 13,4 miliardi di euro, tre miliardi dei quali a valere sul solo 2013, come sovvenzioni all’acquisto di mezzi agricoli. Una significativa iniezione di liquidità finalizzata a migliorare la fisionomia dell’agricoltura cinese, indirizzando le aziende agricole verso l’adozione di pratiche produttive sempre più professionali e specializzate. Come testimoniano, del resto, sia un parco macchine sempre orientato verso i trattori di medie e grandi dimensioni con attrezzature agricole abbinate (cresciuto, rispettivamente, del 9,5% e dell’8,2%, per una potenza lorda complessiva pari a 1,06 miliardi i kilowatt nel 2013), sia l’aumento del numero di cooperative di macchine agricole (41 mila) che forniscono servizi altamente specializzati e che stanno diventando un nuovo attore nello scenario agricolo cinese. In un panorama caratterizzato dunque da una crescente domanda di meccanizzazione e di tecnologie per l’agricoltura, i costruttori  italiani, alcuni dei quali già presenti in Cina con propri impianti produttivi, si candidano a svolgere un ruolo di primo piano nel comparto agromeccanico del colosso asiatico. Il comparto dei trattori e delle macchine agricole ha vissuto nel 2014 un andamento molto positivo, con le esportazioni italiane che hanno toccato il punto massimo negli ultimi dieci anni, in valore (65 milioni di euro) +23%. E i dati Istat relativi ai primi cinque mesi del 2015, lasciano intravedere un ulteriore miglioramento rispetto al primato raggiunto nel 2014 visto che le esportazioni complessive di macchinario agricolo sono cresciute del 53% (52,4 milioni di euro).

 

L’”incognita valutaria”

La Cina dunque continua ad essere un mercato al quale guardare con attenzione cercando di approfondire la percezione del cambiamento in atto; tuttavia  il peggioramento del quadro congiunturale, divenuto evidente nelle ultime settimane, potrebbe riflettersi sul comparto agromeccanico. In questo senso, la svalutazione della moneta locale fino ad ora ancorata al dollaro, e i pesanti e ripetuti cali di borsa, sono la conferma di un sostanziale rallentamento dell’economia cinese, la  cui crescita, secondo stime del FMI citate da fonti di stampa, dovrebbe rallentare al 6,8% nel 2015 e al 6.3% nel 2016, cioé al livello più basso mai toccato negli ultimi vent’anni. Se e come tale crisi si riverbererà sull’economia reale, e quindi sulla domanda di beni e servizi, non è ancora chiaro, così come non è chiaro quali settori potrebbero esserne colpiti e in quale misura potrebbe risentirne il mercato della meccanizzazione. Al momento, l’unico dato certo sembra essere proprio quello relativo alla svalutazione del renmimbi che, di fatto, ha reso meno competitive le importazioni di macchine agricole, non soltanto quelle dal nostro Paese. Nei prossimi mesi sarà possibile capire se e come cambierà la struttura della domanda di mezzi meccanici per l’agricoltura e quali player saranno in grado di raccogliere la sfida posta dai profondi cambiamenti in atto, puntando proprio su quella domanda di tecnologie d’avanguardia tanto necessarie al rafforzamento dell’agricoltura cinese.

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