Le sfide globali della meccanizzazione agricola
La domanda di beni alimentari è prevista in aumento nel prossimo futuro, a livello mondiale, non solo per la necessità di soddisfare i fabbisogni di una popolazione in crescita, ma anche per l'esigenza di assecondare un'evoluzione qualitativa delle diete alimentari, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. L'introduzione di tecnologie innovative rappresenta il passaggio obbligato per tutte le economie agricole, e per questo il tasso di crescita della domanda di macchinario costituisce un indicatore importante dello sviluppo dell'economia primaria
Nel ventunesimo secolo l’agricoltura rappresenta sempre di più un settore essenziale per lo sviluppo sostenibile del pianeta ma si trova ad affrontare grandi sfide che mettono alla prova la capacità dell’offerta agricola mondiale di soddisfare la crescente domanda alimentare. In tale contesto, è evidente come la meccanizzazione agricola, in quanto fattore produttivo ormai indispensabile per qualsiasi tipologia di agricoltura e principale vettore di innovazione, rappresenti un elemento cruciale per rispondere a tali sfide. Quali sono quindi i fattori che determinano l’evoluzione della domanda alimentare e della produzione agricola globale e che guideranno l’evoluzione del ruolo dalla meccanizzazione agricola nei prossimi anni?
Per rispondere a questa domanda è importante avere ben chiaro come il valore dei consumi alimentari, nonostante il recente rallentamento dell’economia mondiale, sia in costante crescita e continuerà a salire anche nei prossimi anni. In particolare, secondo le stime dei principali istituti internazionali, questa crescita riguarderà sia Paesi sviluppati che economie emergenti.
Le ragioni che giustificano un tale incremento sono sostanzialmente di ordine economico e demografico. Da un lato il crescente benessere economico e l’aumento del numero di famiglie appartenenti da una fascia di reddito “occidentale”, dall’altro la crescita della popolazione globale e il processo di urbanizzazione porteranno ad un incremento sia quantitativo che qualitativo (più carne, latticini e prodotti ad elevato contenuto di servizio) della domanda alimentare.
Di certo, uno scenario di questo tipo apre spazi di sviluppo per tutta la filiera agroalimentare – dai produttori di mezzi tecnici alle imprese di trasformazione e distribuzione – che si trova di fronte a grandi opportunità di crescita non solo nel lungo periodo ma ancor più nel breve e medio periodo. Tuttavia, una siffatta crescita della domanda alimentare può essere soddisfatta a patto che anche l’offerta sia in grado di tenere il passo, per evitare che, a causa di deficit produttivi congiunturali o strutturali, si ripresentino le condizioni di volatilità dei mercati registrate nel corso degli ultimi quindici anni.
Per fare questo, il sistema produttivo agricolo internazionale deve essere in grado di incrementare la produzione superando quelli che oggi appaiono limiti allo sviluppo del settore: 1) gli effetti del cambiamento climatico; 2) la limitatezza delle risorse naturali; 3) il limitato tasso di incremento della produttività.
Nello specifico, i dati ci mostrano come sia in costante crescita il numero di eventi calamitosi che, oltre a provocare effetti diretti su popolazioni e ambiente, ha effetti dannosi sui raccolti e, quando si verificano in importanti bacini produttivi, possono condizionare l’andamento dei mercati internazionali.
Oltre a ciò, si denota anche una progressiva riduzione delle risorse naturali – terra e acqua – disponibili per la coltivazione. È evidente quindi come sia necessario trovare la strada per utilizzare tali risorse con maggiore efficienza riuscendo, ad esempio, ad innalzare il livello medio di produttività dei fattori produttivi.
Sino ad oggi, la produzione agricola è stata in grado di soddisfare la domanda alimentare grazie ad incrementi medi annui della produttività particolarmente elevati in alcune economie emergenti. Nell’ultimo periodo registrato (2001-2013) quando in Europa la produttività cresceva ad un ritmo dell’1,5% annuo e in Nord America dell’1,8%, in Asia questo valore superava il 2,6% mentre in Africa rimaneva al di sotto dello 0,6%. Attualmente, il valore di crescita medio a livello globale è dell’1,7%. Secondo i principali istituti internazionali, se vogliamo raggiungere l’obiettivo di soddisfare la domanda alimentare al 2050, questo tasso di crescita annuale deve essere maggiore o uguale all’1,75%.
Maggiore produttività in agricoltura significa in sostanza produrre di più utilizzando meno input produttivi, ma come perseguire questo obiettivo? Certamente una risposta a questa domanda può derivare da investimenti in capacità manageriali, in progresso tecnico, economie di scala e migliore distribuzione della terra. Tuttavia, è evidente come la meccanizzazione agricola rappresenti uno degli strumenti più efficaci in questo senso tanto più in quei Paesi dove esistono grandi margini di miglioramento e dove si sta assistendo ad un graduale calo della forza lavoro in agricoltura.
Sarà anche per questi motivi che tra i primi 15 Paesi al mondo per tasso di crescita (2015/10) del valore delle importazioni di trattrici e macchine agricole si trovano Paesi in via di sviluppo e economie di transizione dove in molti casi non esistono costruttori locali di macchine per l’agricoltura ma dove la domanda di meccanizzazione agricola è in forte crescita. Ad ulteriore supporto di quanto detto sulle aree dove la produttività agricola è aumentata maggiormente, anche in questo caso i Paesi asiatici giocano un ruolo di primo piano seguiti da alcuni Paesi africani e dell’Est Europa.
Si tratta di un trend ormai consolidato e che, alla luce delle prospettive di incremento della domanda alimentare, proseguirà anche nei prossimi anni. Secondo un’indagine realizzata nel 2013, nei prossimi dieci anni la richiesta di trattrici e macchine agricole continuerà ad aumentare sia nelle economie emergenti che nei Paesi sviluppati. La differenza tra questi due macro-segmenti di consumo risiede nel livello di meccanizzazione che, su una scala da 1 a 12, va da un livello 1 dove predomina il lavoro manuale ad un livello 12 dove è forte la presenza di veicoli autonomi. Mentre nei Paesi sviluppati le imprese agricole richiederanno trattrici e macchine agricole con un livello tecnologico sempre più avanzato (tra un livello 10 e 12), in Paesi come Cina e Sudafrica è lecito attendersi domanda per veicoli di livello 9 mentre in India, ad esempio, la domanda si concentrerà soprattutto su macchine di livello 5.
In definitiva, già oggi abbiamo molti elementi non solo per capire cosa e come sta cambiando l’equilibrio domanda-offerta mondiale ma per anticipare i cambiamenti ed elaborare una strategia che permetta alle imprese di farsi trovare pronte a rispondere alle sfide globali.
In particolare, una delle principali sfide per chi costruisce macchine agricole è quella di fornire strumenti sempre più efficienti, precisi e che siano in grado di incrementare la produzione con minore utilizzo di input e impatto sull’ambiente.
In quest’ottica, l’agricoltura di precisione è senz’altro una prima risposta a queste sfide in quanto in grado di incrementare la produttività, con un approccio sempre più sostenibile e con impatti positivi sul reddito dell’agricoltore e di conseguenza sulle sue potenzialità di investimento futuro.