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Giardinaggio

Irroratrici e atomizzatori a spalla e portati: applicazioni nel giardinaggio

I trattamenti diserbanti, antiparassitari e di fertilizzazione eseguiti su superfici di dimensioni ridotte, come nel caso di giardini ed aree verdi attrezzate, richiedono attrezzature portate a mano dagli operatori. Dalle pompe irroratrici agli atomizzatori, numerosi sono i modelli oggi disponibili e adatti ad ogni esigenza, spesso dotati di strumentazioni ed elementi di comando che consentono una effettuazione ottimale degli interventi. La maggiore precisione e calibratura dei sistemi si deve abbinare a dispositivi di protezione individuale che salvaguardino l'operatore dal rischio di contatto con le sostanze utilizzate

di Pietro Piccarolo
dicembre 2017 | Back

L’obiettivo principale di irroratrici e di atomizzatori per il giardinaggio, costruiti per essere portati dall’uomo o anche da piccoli trattori, è quello di effettuare trattamenti antiparassitari e diserbanti, o anche di fertilizzazione, su superfici di dimensioni ridotte o di difficile accesso. Queste macchine hanno in comune un serbatoio di capacità variabile a seconda dei modelli, però sempre contenuta, nel quale viene caricato il prodotto commerciale da distribuire diluito in acqua. Costante è la presenza di un filtro alla bocca di carico, che serve per trattenere le impurità. Vi è poi una pompa, avente lo scopo di mandare in pressione la miscela, che può essere azionata manualmente oppure da motore a scoppio. Si hanno anche modelli con elettropompa alimentata a batteria. La miscelazione all’interno del serbatoio è di tipo idraulico. Gli atomizzatori portati dall’attacco a tre punti di piccoli trattori, hanno serbatoi con capacità da 10 a 50 volte superiore rispetto ai modelli portati a spalla. La miscelazione in quelli con serbatoi di alta capacità, può essere anche di tipo meccanico. L’erogazione avviene attraverso uno o più ugelli.

Pompe irroratrici

Le pompe irroratrici a pressione portate a spalla possono essere a tracolla oppure a zaino. In quelle a tracolla l’azionamento della pompa è manuale. Il serbatoio, generalmente in polietilene, ha capacità da 5 a 10 litri. Operano a pressione sino a 3 bar, mentre la distribuzione avviene tramite un tubo flessibile (1-1,5 metri di lunghezza), che porta una lancia con ugello in ottone. La presenza di un regolatore di pressione consente di mantenere stabile la pressione di uscita dall’ugello, evitando così gli sbalzi prodotti dal pompaggio manuale. La pressione può essere regolata a 1,2 o 3 bar. In questo modo oltre ad ottenere una pressione costante, vengono erogate gocce di dimensioni uniformi.

Le pompe irroratrici a zaino possono essere azionate manualmente, oppure dotate di elettropompa alimentata a batteria. La capacità del serbatoio in polietilene varia dai 10 ai 20 litri. La pompa è in plastica o anche in ottone, con agitatore idraulico della miscela. Il peso a vuoto, a seconda dei modelli, va da 3,5 a 4,5 kg. Operano a pressione sino a 6 bar. Il tubo per la distribuzione ha una lunghezza di 1,2-1,5 metri e porta una lancia, con ugello in ottone, provvista di regolatori di pressione. Nell’impugnatura si può avere un manometro in essa integrato in modo da avere una facile lettura della pressione impostata. Nei modelli dotati di elettropompa, a membrana o a pistone, l’alimentazione è attuata con batteria ricaricabile a controllo elettronico. Il sistema di agitazione idraulico può essere avviato dall’esterno con uno switch. La lancia con ugello in ottone è a comando elettrico. La portata raggiunge il valore di un litro/min alla pressione massima di esercizio. L’altezza di spruzzo arriva a 6-7 metri, mentre la lunghezza raggiunge i 10-12 metri. I modelli più innovativi sono dotati di un display che indica il livello di pressione e quello di carico della batteria. Un segnale di allerta avvisa che la batteria si sta per scaricare. Altra possibilità è quella determinata dalla presenza di un indicatore dei passi che aiuta l’operatore a mantenere costante la velocità di camminamento. Una variante è rappresentata dai micronizzatori elettrici da diserbo alimentati a batteria, che vengono utilizzati per distribuire erbicidi puri o a basso volume d’acqua. Sono costituiti da un serbatoio in polietilene (capacità 10-12 litri), e dal micronizzatore, alimentato per caduta, che produce gocce con diametro da 200-250 micron. Il micronizzatore può anche avere una campana per diserbo, che ha lo scopo di limitare l’area di copertura e di ridurre l’effetto deriva.

Atomizzatori

Gli atomizzatori producono gocce di diametro inferiore ai 100 micron. Quelli portati a spalla sono azionati con motore a scoppio o a batteria. I propulsori endotermici impiegati sono normalmente a due tempi e hanno cilindrata variabile, a seconda dell’utilizzo, da 40 a 75 cm3. La capacità del serbatoio varia dai 12 ai 20 litri mentre il peso a vuoto è intorno ai 12 kg. Il ricorso a elettropompe di tipo booster, cioè pompe per aumento della pressione, ha lo scopo di consentire, durante l’erogazione, un incremento della gittata in modo da permettere di fare i trattamenti a certe altezze. La portata dell’aria è compresa tra 15 e 30 m3/min, mentre la velocità supera anche i 100 m/s. La gittata orizzontale arriva a 15 metri e l’angolo di apertura del getto è regolabile. Alcuni atomizzatori hanno il kit ULV di serie, che permette una forte nebulizzazione del liquido in uscita, consentendo così di fare un trattamento mirato e di evitare inutili e dannosi sprechi. In altri modelli il kit ULV è un accessorio che viene consigliato in abbinamento alla pompa tipo booster. Il livello di pressione acustica è piuttosto elevato in quanto compreso tra i 90 e i 100 dB (A), mentre il valore delle vibrazioni è compreso tra 1,4 e 2,4 m/s2. Sull’impugnatura si trovano gli elementi di comando per il controllo del motore e per le valvole che regolano l’afflusso della miscela da erogare (da 0,5 a 5 litri/min), con la possibilità di avviare e di interrompere l’erogazione.

In alcuni modelli è possibile la conversione da erogatore di liquido a erogatore di polvere. Altra possibilità che viene offerta è quella di dotarli di un kit che consente il passaggio da atomizzatore a soffiatore. Nei modelli a batteria ricaricabile le prestazioni sono pressoché le stesse. Sono più leggeri e l’operatore lavora in condizioni di miglior confort, grazie ai più bassi livelli di rumore e vibrazione. Negli atomizzatori portatili dall’attacco a tre punti di piccoli trattori, le capacità del serbatoio sono decisamente più elevate in quanto si va dai 100 ai 600 litri e anche più. Le pompe, a pistone o a membrana, possono anche essere elettriche a batteria. Sono dotati di ventilatore che crea la corrente d’aria per portare le gocce a bersaglio. Quando il ventilatore è di tipo centrifugo, si parla più propriamente di nebulizzatori. Le pressioni vanno da 5 a oltre 10 bar, mentre le portate superano in genere i 20 litri/min e l’erogazione avviene con più ugelli.

Sicurezza per l’operatore

L’uso di prodotti fitosanitari comporta per l’operatore il rischio di intossicazione attraverso la pelle e le vie respiratorie. Questo rischio è chiaramente maggiore per le macchine portate dall’operatore. L’intossicazione attraverso la pelle può essere diretta, dovuta al contatto fisico con il fitofarmaco, o indiretta, attraverso un abbigliamento non adatto. Occorre quindi indossare guanti e tute e anche calzari resistenti alla permeazione. Per quanto riguarda l’intossicazione attraverso le vie respiratorie, si ricorda che le normali maschere di tessuto filtrante, non garantiscono la protezione, per cui occorre indossare maschere specifiche all’uso. Altro rischio è quello acustico, ovviamente maggiore per gli atomizzatori con motore a scoppio in quanto, come indicato, il livello di pressione acustica è molto elevato. Da qui la necessità di adottare le prescritte prevenzioni per l’uso di queste attrezzature.

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