Giovani in agricoltura: un "focus" sulla formazione
Agia e FederUnacoma mettono in luce i punti deboli di un sistema didattico e formativo che dovrebbe invece supportare le nuove tecnologie e definire nuovi profili professionali
Il tema dell’istruzione e della formazione per i tecnici del settore e per gli agricoltori del futuro è stato in grande evidenza ad EIMA. L’evoluzione delle competenze in campo agromeccanico richiede infatti una nuova generazione di tecnici che, a seconda delle funzioni che andranno ad assolvere, dovranno provenire da percorsi scolastici e formativi molto più specializzati rispetto a quelli attuali.
La questione è stata affrontata in occasione del convegno intitolato “La riforma della scuola superiore ad indirizzo agrario in funzione dei nuovi bisogni” promosso in collaborazione con FederUnacoma dall’Agia, l’organismo che in seno alla Cia rappresenta i giovani imprenditori agricoli. All’incontro sono intervenuti Valeria Villano, presidente Agia Emilia-Romagna; Rudy Marranchelli, vicepresidente nazionale Agia; Lorenzo Iuliano, servizio tecnico FederUnacoma; Paola Adami, Coordinatrice ITA – Istituti Tecnici Agrari Senza Frontiere; Alessandro Malavolti, presidente FederUnacoma; Stéphane Cornec, referente per la formazione Jeunes Agriculteurs; Stefano Francia, presidente nazionale Agia; e Dino Scanavino, presidente nazionale Cia-Agricoltori Italiani. Uno degli aspetti critici della formazione agraria – è stato sottolineato durante l’incontro – riguarda proprio l’insegnamento della meccanica agricola negli Istituti Agrari, dove da anni l’insegnamento è stato abolito e genericamente incorporato all’interno della agronomia.
Lo sviluppo delle tecnologie, con il fortissimo impulso alla digitalizzazione e i primi passi verso la robotizzazione richiederebbero invece una trattazione molto più approfondita, anche per offrire ai diplomati opportunità di lavoro non soltanto nelle aziende agricole ma anche nelle reti di assistenza tecnica. In questa prospettiva la formazione nella meccanica agricola non riguarda solamente le persone che debbono lavorare presso le aziende agricole, ma anche il personale che opera all’interno delle case costruttrici di macchine e attrezzature, che proprio per rispondere alla domanda crescente di tecnologie hanno necessità di quadri tecnici aggiornati.
Di fatto, ancora oggi la formazione professionale avviene in larga misura presso le aziende stesse, con seminari e stage formativi esterni. L’agricoltura – è stato sottolineato nel corso del convegno – sta vivendo una trasformazione radicale che, oltre a presentare evidenti vantaggi in termini di produttività, sostenibilità, impatto ambientale delle coltivazioni, pone anche delle sfide, che possono essere vinte proprio a partire dai percorsi scolastici e formativi.