Gestione dell'acqua: gli scavafossi
Nell’attuale situazione di cambiamento climatico, un’accorta regimazione delle acque irrigue è fondamentale per la miglior resa delle coltivazioni. Canali e scoline devono essere attentamente pianificati e realizzati: a tale scopo si provvede solitamente con gli scavafossi, macchine estremamente solide, in grado di lavorare efficacemente in tutti i tipi di suolo
Sia che essi siano naturali o che siano realizzati artificialmente ad hoc, i fossi sono destinati a convogliare convenientemente le acque meteoriche, irrigue e di drenaggio. Più in dettaglio, se realizzati sui bordi degli appezzamenti, i fossi sono integrati da una serie di punti di prelievo delle acque per gli adacquamenti, effettuati con varie tecniche. Per creare e mantenere in efficienza i fossi e le scoline, soprattutto in relazione alla loro sezione originaria, si adottano solitamente specifiche attrezzature, note come “scavafossi”.
Caratteristiche generali
Si tratta di operatrici versatili, di possibile accoppiamento con trattori sia a cingoli che a ruote.
A prescindere dalla sezione trasversale dello scavo lineare creato (o rimodellato), tutti gli scavafossi sono dotati di un telaio rigido sul quale sono fissati gli elementi della macchina. In generale, sono portati collegati all’attacco a 3 punti del trattore e azionati mediante la presa di potenza. In funzione dell’ampiezza della sezione di scavo, la potenza richiesta alla pdp varia tra 25-30 fino a più di 200 Cv, per i modelli di maggiori dimensioni. Nonostante le elevate potenze in gioco, per una buona qualità di lavorazione la velocità di avanzamento deve essere comunque molto ridotta, inferiore a 1 km/h. Ciò comporta quindi l’impiego di trattori con trasmissioni dotate di microriduttore, in grado di far viaggiare la motrice a velocità molto ridotte, ma con un regime motore elevato, prossimo a quello di potenza massima. Gli scavafossi si differenziano in due macrocategorie, ovvero i modelli noti come “a ruota” e quelli “verticali”, detti anche “fessuratori”.
Scavafossi a ruota
I modelli di questo categoria creano e rimodellano fossi e canali a sezione tipicamente trapezoidale. Le macchine sono caratterizzate da una massa variabile tra 500 e 2.000 kg, logicamente in funzione delle dimensioni dello scavo da realizzare; si basano su un robusto telaio, che supporta un rotore a disco di elevato diametro, dotato di coltelli variamente conformati sulla circonferenza periferica e sulla parte esterna della ruota, che tagliano e allontanano il terreno smosso tramite il suo impatto su alcuni pannelli deflettori. Come suggerisce il nome, i modelli monoruota sono dotati di un unico rotore e di un solo deflettore. Il rotore è parallelo alla direzione di avanzamento, con un’inclinazione di circa 30° rispetto alla verticale; la terra così smossa è lanciata lateralmente grazie alla forza centrifuga impressa dalla rotazione e per l’impatto del materiale su deflettori opportunamente orientati. Si tratta di attrezzature adatte alla creazione di fossi di dimensioni relativamente ridotte. Il posizionamento rispetto al trattore può essere centrale, laterale, oppure anche all’estremità di un braccio estensibile o bilaterale. Nel primo caso la macchina è solidale al trattore mediante l’attacco a 3 punti, e in tal modo scava un solco centrale rispetto alla traiettoria percorsa dalla motrice. Viceversa, i modelli con braccio articolato permettono di creare fossi distanti anche diversi metri dal trattore, e si rivelano utili per lavorare in situazioni dove la percorrenza del macchinario può non essere ottimale. Infine, sono disponibili anche scavafossi bilaterali, che grazie alla conformazione del telaio portante permettono la realizzazione e la manutenzione dei solchi posteriormente agli pneumatici del trattore, sempre comunque all’interno della sua sagoma.
Scavafossi biruota
La struttura generale è analoga a quella dei modelli monoruota, ma in questo caso gli organi di scavo e sminuzzamento della terra, e di conseguenza i deflettori, sono doppi. Ci sono infatti due rotori simmetrici, che lavorano solitamente con un’inclinazione opposta di circa 30° rispetto alla verticale, completati da due gruppi di deflettori per l’allontanamento del materiale smosso. Se la sezione del fosso da creare deve essere limitata, l’inclinazione dei rotori è ridotta ad un angolo tra 18° e 23°, ma all’opposto sono disponibili anche modelli a sezione trapezoidale allargata, che a parità di profondità creano sezioni più larghe alla sommità, con angoli delle pareti laterali fino a 40-42°. Tra gli scavafossi biruota sono compresi anche i modelli definiti “super” o “big” che, come suggerisce la denominazione, sono in grado di scavare fossi di elevate dimensioni.
Scavafossi mono-biruota
Come, anche in questo caso, suggerisce la denominazione, hanno caratteristiche intermedie rispetto a quelli già illustrati. In pratica, si basano sull’architettura dei monoruota, ma in aggiunta è installato in posizione speculare un rotore più piccolo, che agisce da disco di pulizia per meglio profilare il bordo del fosso sul quale agisce. Si tratta di una soluzione particolarmente utile per la realizzazione di scoline di piccole dimensioni.
Scavafossi verticali (fessuratori) fisso o bilaterale
Sono impiegati soprattutto per una migliore regimazione delle acque superficiali in eccesso e per la posa di tubazioni drenanti (oppure all’opposto per l’interramento di condotte destinate alla subirrigazione) grazie alla creazione di profonde fessure nel terreno
di pochi centimetri di larghezza. Questa macchina si basa su un rotore che lavora parallelamente all’avanzamento, equipaggiato con coltelli e/o zappette in grado di intercettare ed espellere il terreno dal solco. Spesso sul telaio portante, è integrata una serie di organi complementari per la posa diretta e contestuale delle tubazioni. Si tratta in genere di modelli di ingombro e massa piuttosto ridotti; è una peculiarità importante per il proficuo impiego in alcune colture, come per esempio il frutteto ed il vigneto, dove l’eccessiva larghezza può diventare un fattore limitante a causa del ridotto sesto di impianto, mentre l’eventuale massa elevata potrebbe provocare un compattamento tale da ostacolare il corretto sviluppo degli apparati radicali delle colture.
Gli impieghi complementari degli scavafossi
Oltre a creare fossi e canali ed eseguire la loro manutenzione (ordinaria e straordinaria), gli scavafossi si rivelano utili in fase di installazione di tunnel e serre fredde: lavorando a profondità relativamente ridotte (30-40 cm) sono usati per rincalzare il film plastico di copertura sui lati lunghi di questi apprestamenti protetti. Infatti, la terra smossa dallo scavo ricopre il bordo terminale della copertura, garantendo la tenuta dell’ambiente interno rispetto all’esterno, e creando uno strato di terra sopra il film in modo da non danneggiare quest’ultimo in caso di passaggio di mezzi pesanti.
Gli scavafossi biruota a sezione speciale
Per scavi di elevate dimensioni sono stati costruiti modelli biruota, specialmente destinati ai contoterzisti, che spesso dispongono anche di trattori di potenza estremamente elevata, adatti ad operare con carichi gravosi e continuativi. A tale proposito, la Cosmeco di Ostiglia (MN) propone il modello Big Storm, di 2.000 kg di massa, con il quale è possibile creare canali fino a 1,45 m di profondità, con una larghezza di oltre 2 m al piano di campagna. In analogia, la Dondi di Bastia Umbra (PG) offre la serie Super, che apre canali di profondità superiore ad un metro con un’ampiezza in superficie che supera i due metri.
Per poter pilotare adeguatamente queste attrezzature sono necessari trattori da 250-300 Cv e più, ovviamente con la pdp a 1.000 giri/min, per poter contenere le coppie in gioco, in ogni caso estremamente elevate.
La sicurezza in fase di lavoro
Per le caratteristiche tipiche della loro operatività, gli scavafossi sono attrezzature pericolose soprattutto per il lancio di pietre e zolle di terra compatte a distanze considerevoli dal punto di lavoro.
Pertanto, i deflettori che orientano i flussi di terreno smosso, trasversali alla direzione di avanzamento, devono essere attentamente gestiti, in modo da evitare di far ricadere terra nel solco creato, ma contestualmente impedire una proiezione a distanze eccessive. Per questo, sia sul libretto di istruzioni, sia direttamente sull’attrezzatura sono posti chiari ed evidenti avvisi di pericolo, che impongono ad eventuali soggetti terzi di stazionare a non meno di 50 m dalla zona di lavoro della macchina. è inoltre del tutto evidente che, per la piena sicurezza anche nei confronti del conducente del trattore, è necessario impiegare modelli dotati di cabina, che deve logicamente essere mantenuta accuratamente chiusa durante il lavoro.