Curare e prevenire i mali del territorio
Si è svolto a Bari, nel contesto di Agrilevante, un convegno dedicato all'analisi dei fenomeni che più minacciano il territorio e l'ambiente. Incendi, dissesto e siccità interessano una parte enorme del territorio italiano, e spetta alle imprese agricole multifunzionali svolgere attività di presidio. Fondamentale il ruolo della meccanica agricola, in grado di offrire tecnologie adattabili o appositamente progettate per le manutenzioni
Mai come quest’anno il rischio ambientale è apparso in tutta la sua gravità. Siccità prolungata, carenza di risorse idriche non soltanto per l’agricoltura ma anche per
gli usi industriali e civili, diffusione di incendi boschivi, ma anche improvvise e violente alluvioni hanno caratterizzato la stagione primaverile ed estiva portando l’attenzione su problematiche che rappresentano una costante per l’Italia. A questo tema è stato dedicato il convegno dal titolo “Dissesto, incendi, siccità: l’emergenza e le strategie” – tenutosi alla Fiera di Bari nella cornice di Agrilevante, la rassegna internazionale di macchine e tecnologie per l’agricoltura – che ha visto la partecipazione di alcuni fra i più autorevoli esperti nel mondo universitario e della ricerca. «Gli incendi distruggono in media ogni anno 90 mila ettari di vegetazione – ha spiegato nel proprio intervento Danilo Monarca dell’Università della Tuscia – e il fenomeno rischia di peggiorare per le nuove interazioni che si sono stabilite tra ambiente, clima e società». «A causa dell’abbandono di vaste aree agricole e pastorali – ha spiegato Monarca – i boschi italiani si stanno espandendo in modo spontaneo ad un ritmo di circa 30 mila ettari all’anno, configurando formazioni pre-forestali e coperture boschive recenti che risultano particolarmente predisposte agli incendi». L’abbandono delle aree agricole e la conseguente mancanza di manutenzione del territorio incide anche sul verificarsi di fenomeni franosi. Il 20% circa della superficie totale italiana – è stato detto nel corso del convegno – è classificata come esposta al rischio di frane, e ben 7.145 Comuni, pari all’88% del totale, si trovano in “zona rossa”, nei territori dove l’allarme idrogeologico è più elevato. Ma sul rischio ambientale pesa anche il consumo di suolo, che, con la progressiva perdita di terreni agricoli, ha privato il nostro territorio di un importante presidio. Nel solo 2016 – ha sottolineato Monarca – il fenomeno ha interessato ben 2,3 milioni di ettari, pari al 7,6% della superficie totale del Paese. Sono la Lombardia, il Veneto e la Campania le regioni maggiormente colpite. La perdita di terreni agricoli si riverbera anche sul clima, soprattutto ai livelli microclimatici. Ben noto – ad esempio – è il fenomeno dell’isola di calore urbano, che determina scarti significativi di temperatura tra città di campagna, spesso nel giro di pochi chilometri, e che contribuisce a creare situazioni di caldo particolarmente accentuato nei centri urbani. «L’estate 2017 – ha spiegato Francesco Gentile, dell’Università di Bari – passerà alla storia come una delle più siccitose di sempre. Il mese di giugno ha visto una riduzione del 50% delle precipitazioni rispetto alla media di riferimento. E non si tratta di un dato isolato ma di un trend, caratterizzato da primavere decisamente più secche della media». L’Italia si trova dunque in situazione di particolare sofferenza, anche per l’evidente difficoltà ad ottimizzare le risorse idriche disponibili. In questo scenario, l’agricoltura si conferma come l’unico settore che può presidiare il territorio svolgendo funzioni non soltanto produttive ma anche di servizio. Il concetto di “agricoltura multifunzionale” diventa dunque un fattore chiave. «Del resto – ha ricordato Roberto Fanfani dell’Università di Bologna – nel giro di soli 15 anni, tra il 2000 e il 2015, il valore della attività multifunzionali è quasi raddoppiato, arrivando a ben 10,7 miliardi di euro, pari cioè al 21% del valore dell’intera produzione agricola. E nel novero delle attività multifunzionali, la manutenzione del territorio – arrivata nel 2015 a un valore di 540 milioni di euro – sta guadagnando un peso e un rilievo crescenti». «Spetta infatti all’azienda multifunzionale – ha spiegato Francesco Sartori dell’università di Padova – eseguire tutte quelle operazioni di manutenzione e di sistemazione territoriale che sono l’unico presidio contro i rischi ambientali, ma questo è possibile grazie all’impiego di tecnologie e mezzi meccanici adattati o appositamente progettati». «L’industria della meccanica – ha sostenuto Sartori – può oggi offrire una rosa estremamente ampia di mezzi specifici per la pulizia dei fossi, dei canali e dei cigli stradali, e per la realizzazione di interventi di manutenzione nei boschi, utili anche a garantire un approvvigionamento di biomasse utilizzabili nel settore energetico». Suggestiva e interessante, in tema di tecnologie meccaniche per gli interventi sul territorio, la mostra allestita in modo scenografico nell’area del M.i.A., il Salone della multifunzionalità in agricoltura che costituisce un’area specializzata all’interno dell’esposizione.
Un focus sulla Puglia
Le politiche di difesa del suolo per la regione Puglia e, in particolare, le strategie d’intervento per prevenire e fronteggiare il dissesto idrogeologico sono state al centro di un convegno organizzato da Fondazione Biohabitat e Studio Tecnico EuD
Engineering. «Al fine di contrastare il dissesto – ha rilevato Nicola Scattarelli del Consorzio di Bonifica della Capitanata, presentando i progetti in fase di realizzazione e di prossima cantierizzazione nel territorio da esso servito – fondamentali sono gli interventi corretti e puntuali di regimentazione, bonifica e pulizia dei corsi d’acqua».