Conflitto in Ucraina: i nuovi assetti dell'agricoltura
Si è tenuto a Bologna, nel contesto dell’Assemblea annuale FederUnacoma, un dibattito sulle ricadute che la crisi militare sta avendo sulla geografia delle produzioni agricole e sul mercato delle macchine. Con il messaggio del Ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli si è aperto un confronto che ha visto la partecipazione di Carlo Cottarelli, Dario Fabbri, Paolo De Castro, oltre che del presidente dei costruttori di macchine agricole Alessandro Malavolti
La crisi economica determinata dalla guerra in Ucraina minaccia anche il settore della meccanica agricola e rischia di frenare un mercato in fase di espansione. Le vendite di trattrici a livello mondiale hanno raggiunto nel 2021 un totale di 2 milioni 485 mila unità, con una crescita del 13,2% rispetto all’anno precedente e con indici particolarmente positivi per mercati quali quello indiano (+28% a fronte di oltre un milione di unità immatricolate), quello statunitense (+10,5% in ragione di 317 mila unità) e quello dell’Europa comunitaria (+16% con 215 mila unità). Sulla spinta di una buona domanda potenziale, il commercio mondiale delle macchine agricole era previsto in crescita del 7,1% (in valore) nei quattro anni dal 2022 al 2025.
La guerra in Ucraina ha modificato drasticamente lo scenario, determinando cambiamenti nell’economia agricola, nella geografia delle produzioni, nella catena delle forniture per l’industria a partire da quelle energetiche. Dei nuovi assetti si è parlato a Bologna, nell’ambito dell’Assemblea Generale FederUnacoma tenutasi lo scorso giugno, in un dibattito che ha visto relatori l’economista Carlo Cottarelli, l’analista geopolitico Dario Fabbri, l’europarlamentare già Ministro dell’Agricoltura Paolo De Castro e il presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti.
I dati FAO diffusi nel mese di giugno indicano, per l’anno in corso, un calo della produzione agricola a livello globale, determinato proprio dalla riduzione delle derrate da Ucraina e Russia, Paesi che da soli coprono circa il 30% dell’export mondiale sia di grano che di orzo. La riduzione delle derrate da questi Paesi – ha ricordato Malavolti aprendo il dibattito – comporterà una nuova geografia della produzione di cereali e di oleaginose, assegnando probabilmente un ruolo maggiore a Paesi come Brasile, Australia ed India, e questo significa nuove rotte commerciali e nuova logistica nello scenario globale.
L’espansione della Russia in Ucraina – ha spiegato Dario Fabbri – rappresenta un elemento di pressione e in prospettiva una minaccia per l’intero sistema europeo, anche perché la situazione si è radicalizzata ed è difficile si possa tornare alle condizioni precedenti il conflitto. Del resto – ha aggiunto l’analista geopolitico – i territori attualmente occupati dalla Russia rivestono un’importanza strategica dal punto di vista economico poiché generano una quota consistente del PIL ucraino. Secondo Dario Fabbri, dunque, le conseguenze del conflitto in Ucraina saranno di lungo periodo ed è verosimile che determineranno una nuova geografia dell’agricoltura, la quale, a sua volta, porterà le aziende agromeccaniche italiane a cercare nuovi mercati di destinazione per la propria produzione.
Per l’economia italiana – ha detto l’economista Carlo Cottarelli – non c’è ancora il rischio concreto di una recessione, ma esiste una condizione di sicura incertezza legata all’inasprimento delle sanzioni economiche contro la Russia, alla crescita del costo delle commodity energetiche e quindi a un ulteriore aumento dei prezzi. L’inflazione – ha ricordato Cottarelli – è partita dagli USA nella primavera del 2021 ed è stata innescata dalle politiche espansive alimentate dal governo statunitense. In questa situazione si è innestato lo choc della guerra che ha causato un inasprimento delle pressioni inflattive. Tuttavia rispetto alla banca centrale statunitense, la BCE ha una minore libertà d’intervento sui tassi di interesse, giacché – ha aggiunto Cottarelli – una politica troppo restrittiva potrebbe innescare spinte politiche antieuropeiste.
Nell’attuale congiuntura si sommano le problematiche relative alla produzione agricola, e in particolare alla crescita dei costi, con quelle relative alla crisi energetica e alle forniture di materie prime, che gravano sull’industria.
Mai come in questa fase sono necessarie politiche lungimiranti, che possano traghettare l’economia verso una nuova stabilizzazione, e in questo l’Unione Europea può avere un ruolo molto importante. Paolo De Castro, europarlamentare e già ministro delle Politiche agricole, ha ricordato da Bruxelles che le esportazioni agroalimentari da Russia e Ucraina in Europa non incidono percentualmente sul bilancio di settore dell'Unione europea, che si conferma il primo grande esportatore mondiale di prodotti agroalimentari. Il conflitto in corso tra Russia e Ucraina preoccupa tutti e speriamo possa terminare a breve – ha aggiunto De Castro – ma insieme ad esso preoccupano moltissimo il problema della siccità e il tema delle emissioni gassose nell'atmosfera che minaccia effetti sempre più gravi per il Pianeta. A fronte delle sfide rappresentate dalla produttività e dalla sostenibilità ambientale – ha concluso De Castro – servono nuove tecnologie agromeccaniche, sistemi in molti casi altamente innovativi e già collaudati che debbono essere normati in tempi rapidi e che richiedono anche un sostegno sul piano economico.
L’industria della meccanica agricola si trova dunque a fronteggiare una fase difficile, essendo esposta tanto alle variabili agricole quanto a quelle industriali, ma assume un ruolo centrale in quanto necessaria per migliorare la produttività e insieme utilizzare le risorse naturali in modo sostenibile. Le vicende belliche stanno riportando in primo piano l’agricoltura quale elemento basilare di ogni sistema economico – ha detto nel suo video messaggio il Ministro dell’Agricoltura Patuanelli – ma l’agricoltura significa oggi alta tecnologia e quindi meccanizzazione agricola. L’industria italiana ha una leadership mondiale in questo settore, e molto importante è l’azione di sostegno che il Governo ha svolto per incentivare l’acquisto di mezzi di nuova generazione. Piani di Sviluppo Rurale, PNRR, Bando ISI e Legge Sabatini sono tutti strumenti efficaci – ha concluso Patuanelli – e particolarmente importante è il credito d’imposta per il 4.0 che serve a spingere l’agricoltura verso la piena transizione digitale.
Le nuove cariche FederUnacoma
Le votazioni svoltesi in occasione dell’assemblea annuale hanno sancito l’elezione dei 24 membri del Consiglio Generale FederUnacoma, in rappresentanza delle associazioni che storicamente la compongono (ASSOMAO, ASSOMASE, ASSOTRATTORI, COMACOMP e COMAGARDEN), ai quali si sono aggiunti i 7 consiglieri cosiddetti “trasversali” vale a dire rappresentanti che entrano direttamente in Consiglio Generale.
Questa tornata ha previsto la sola elezione dei consiglieri e non dei presidenti delle associazioni, che erano già stati eletti a giugno dello scorso anno e che restano in carica fino a giugno 2023.
Elezioni “ex novo” invece per i due nuovi soggetti associativi che sono stati costituiti e che entrano a far parte della Federazione: si tratta di ASSOIDROTECH (in rappresentanza delle industrie costruttrici di sistemi per l’irrigazione e la gestione dell’acqua) e AGRIDIGITAL (in rappresentanza delle industrie che realizzano tecnologie informatiche e sistemi digitali per l’agricoltura).
Per le due nuove associazioni sono stati eletti tanto i consiglieri quanto i presidenti e vicepresidenti.