Combustibili alternativi nelle macchine per il verde
I biocombustibili impiegati per la trazione sono sostanzialmente il bioetanolo, il biodiesel e il biometano. A differenza dei biocombustibili tradizionali, i combustibili alchilati sono prodotti per l’alimentazione di motori endotermici di potenza contenuta, sia con ciclo a 2 tempi, sia con ciclo a 4 tempi e risultano particolarmente idonei per macchine e attrezzi impiegati nella manutenzione del verde
Specie nelle zone urbane ad alta densità di popolazione è sempre più sentita l’esigenza di avere più aree a verde e più piante, in quanto i servizi ecosistemici da questi forniti migliorano la qualità della vita e riducono l’inquinamento atmosferico. Da qui gli interventi pubblici, ma anche privati, per trovare soluzioni rispondenti a tale esigenza, dal piantare più alberi alle foreste urbane, dal verde verticale alle terrazze verdi.
In coerenza con queste scelte anche la gestione e manutenzione del verde deve essere sostenibile. Questo risultato viene perseguito con l’introduzione di soluzioni poco impattanti con l’ambiente. Basti pensare al ricorso alla lotta alle erbe infestanti con mezzi meccanici, o comunque senza prodotti chimici, come quelli che ricorrono all’impiego del vapore o dell’acqua calda sotto pressione. Od anche ai sistemi di lotta biologica e di lotta integrata a difesa delle piante dai parassiti. In contrasto a queste scelte, vi è l’utilizzo di attrezzi e di macchine alimentati con combustibili fossili, le cui emissioni non sono solo inquinanti per l’ambiente ma anche dannose per la salute degli operatori. Soluzioni quindi che vanno in senso opposto a quanto auspicato e voluto.
In sostituzione dei combustibili fossili vi sono diverse alternative, quali l’alimentazione elettrica a batteria, e l’alimentazione con biocombustibili, o con combustibili alchilati.
Motorizzazione elettrica a batteria
Nel 2019 in Italia, secondo i dati del gruppo di rilevamento statistico Morgan ed elaborati dall’Associazione costruttori Comagarden/FederUnacoma, è continuato il trend di crescita degli ultimi anni delle macchine e degli attrezzi alimentati a batteria. Soprattutto ne sono stati interessati le motoseghe e i rasaerba con conducente a terra. Rispetto al 2018, per le motoseghe, a fronte di un decremento complessivo del 3,9% (da 335.108 a 322.196 unità), vi è stata una crescita del 30,3% di quelle alimentate a batteria, mentre per i rasaerba, anche essi in flessione dell’1,2% (da 278.149 a 274.844 unità), la propulsione a batteria ha registrato un incremento delle vendite del 44,5%.
Sempre nel 2019, è cresciuto anche il mercato dei rasaerba robotizzati, la vendita dei quali ha raggiunto le 26.000 unità, pari a ben il 10% circa dei rasaerba. Tale crescita apre prospettive molto interessanti per quanto attiene l’automazione di processo. Infatti, attraverso il ricorso a una flotta di robot, disposti in diverse aree verdi cittadine e connessi per GPS, è possibile attuare, utilizzando specifiche applicazioni informatiche, una gestione centralizzata in grado di operare simultaneamente sulle singole macchine, geolocalizzate e visibili su una Google map. Anche nella gestione del verde si va dunque verso una gestione 4.0.
Non mancano le soluzioni elettriche a batteria anche per i rasaerba con conducente a bordo. Un esempio è fornito dalla Bahia electric della società Etesia, un Rider con larghezza di taglio di 80 cm, equipaggiato con cesto di raccolta da 240 litri dotato di avvertimento sonoro del riempimento. La macchina può anche fungere da sorgente elettrica per attrezzi elettrici a filo, come decespugliatori e tagliasiepe. Per i rasaerba di maggiore capacità lavorativa il mercato offre soluzioni ad alimentazione ibrida (motore endotermico e motore elettrico a batteria).
Biocombustibili
I biocombustibili derivano da processi di trasformazione di natura chimica, biologica, fisica e meccanica di biomassa, costituita da semi, da piante, da scarti di prodotti agricoli, da residui organici ed anche da coltivazioni praticate ad hoc. Quelli impiegati per la trazione, sostanzialmente sono il bioetanolo, il biodiesel e il biometano.
Il bioetanolo deriva dalla fermentazione di prodotti agricoli ricchi di zuccheri e può sostituire la benzina od anche essere miscelato ad essa in percentuali intorno al 5%. In Brasile il bioetanolo è ottenuto dalla canna da zucchero. Il biodiesel è invece ricavato da prodotti agricoli ricchi di olii vegetali (semi di soia, di girasole…) e può sostituire il gasolio, od essere ad esso miscelato. Il biometano si ottiene raffinando il biogas generato dalla digestione anaerobica dei rifiuti organici ed ha le stesse proprietà del metano di origine fossile.
Si tratta quindi di combustibili ottenuti da fonti rinnovabili che si contrappongono a quelli derivati dal petrolio. Gli impieghi riguardano soprattutto la mobilità stradale ed anche le macchine agricole, mentre nel settore del verde mancano applicazioni significative.
Combustibili alchilati
A differenza dei biocombustibili, i combustibili alchilati sono stati prodotti per l’alimentazione di motori endotermici di potenza contenuta, sia con ciclo a 2 tempi, sia con ciclo a 4 tempi e, come tali, particolarmente idonei per macchine e attrezzi impiegati nella manutenzione del verde. Il nome deriva dal processo di alchilazione utilizzato per ottenerli. Si tratta di un processo chimico che ha come base di partenza la parte gassosa (prevalentemente isobutano e isobutene) derivante dalla raffinazione del petrolio grezzo. Un combustibile che non ha componenti dannosi per l’uomo e per l’ambiente. è infatti composto da pochi elementi e, soprattutto, con solo lo 0,01% di benzene e con solo lo 0,1 % di idrocarburi aromatici.
Il prodotto più diffuso è la benzina alchilata Aspen, sviluppata in Svezia negli anni ‘80. Nel 1988 è entrata sul mercato la benzina Aspen 2, destinata ai motori endotermici a 2 tempi, ancora oggi molto impiegati per decespugliatori, tagliasiepe e motoseghe. Un combustibile quindi in alternativa alla miscela benzina-olio, rispetto alla quale, oltre produrre emissioni non dannose per l’uomo e per l’ambiente, è anche più stabile e meglio preserva la funzionalità del motore a vantaggio della durata e dell’efficienza. Va poi aggiunto che la miscela benzina-olio è soggetta ad evaporazione e questo comporta, non solo una perdita economica, ma anche minore efficienza. Il combustibile alchilato invece, dopo l’apertura del contenitore ha una stabilità di ben 3 anni. A fronte di questi indubbi vantaggi il combustibile alchilato ha un prezzo unitario decisamente più elevato.
Per i motori endotermici a benzina a 4 tempi con potenza non elevata vi è sul mercato l’alchilato Aspen 4. Husqvarna, commercializza propri combustibili alchilati (2T e 4T) denominati XP Power 2. Per i motori a ciclo Diesel e per potenze fino a 20 kW il combustibile alchilato alternativo al gasolio è rappresentato da Aspen D, ottenuto da olii vegetali e da sotto-prodotti forestali. Con questi combustibili alchilati è quindi possibile alimentare una vasta gamma di attrezzi e di macchine per il verde, avendo presente vantaggi e costi.
Lubrificanti biodegradabili
Sempre nell’ottica di salvaguardare l’ambiente e preservare la funzionalità della macchina, per attrezzature come le motoseghe e i tagliasiepe, risulta utile impiegare, per la lubrificazione della catena delle motoseghe e per le lame dei tagliasiepe, un lubrificante biodegradabile. Basti pensare che l’olio per la lubrificazione della catena di una motosega, solo in piccola parte viene bruciato durante il taglio, mentre gran parte finisce assorbito dai truccioli derivanti dal taglio. Truccioli che, spesso, non vengono raccolti. Da qui l’importanza di un olio biodegradabile che si degrada nell’arco di sole due settimane.