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Censimento Istat, la fotografia dell'agricoltura italiana

L’ufficio di statistiche nazionali ha reso noti i primi dati relativi al censimento dell’agricoltura della penisola, che registra una diminuzione delle società attivele quali presentano però maggiori dimensioni. In diminuzione il numero complessivo di addetti, con molti titolari ancora sopra i 75 anni e un maggior ricorso alla manodopera non familiare. Cresce l’attenzione all’innovazione soprattutto in campo agromeccanico

di Patrizia Menicucci
luglio - agosto - settembre 2022 | Back

Divulgati a giugno i primi risultati del 7° censimento generale dell’agricoltura italiana condotto dall’Istat. Causa Covid, la rilevazione si è svolta dal 7 gennaio al 30 luglio 2021 avendo però come riferimento l’annata agraria 2019-2020. L’indagine ha avuto come le precedenti l’obiettivo di “fotografare” l’andamento del settore agricolo italiano che “seppure attività tradizionale, tende sempre di più all’innovazione e all’ampliamento del suo raggio di azione”.

Sono 1.133 mln le aziende agricole attive in Italia a ottobre 2020 con una SAU (superficie agricola utilizzata) di 12,5 mila ettari e una SAT (superfice agricola totale) di 16,5 mila ettari. Il numero delle aziende risulta in calo rispettivamente del 52,7 e del 30% rispetto ai censimenti del 2000 e del 2010. Diminuzione dell’ordine del 21,5% nel nord ovest, del 25,6 nel nord est, del 28,9 al centro, del 33 nel sud e del 32,4 nelle isole. La Campania registra il dato più alto con un calo del 42% e la Regione autonoma di Bolzano quello più basso, 1,1%.  

La SAU diminuisce a livello nazionale del 4,9% e la SAT del 2,5. Cresce la media aziendale di terreno utilizzato che passa dai 7,9 dell’ultima rilevazione e dai 5,5 ettari della precedente agli 11,1 dell’attuale. Nel 2020 poco più di 2 aziende agricole su 10 hanno meno di un ettaro di SAU mentre erano 3 su 10 nel 2010 e 4 su 10 nel 2000. Le attività con almeno 10 ettari di SAU e meno di 100 fra il 2000 e il 2020 sono raddoppiate crescendo dall’8,9 al 20%; invariato il numero di quelle con almeno 100 ettari di SAU (da 1,5 a 1,6%). Per quanto riguarda il profilo giuridico   delle attività censite, il 93,5% di queste sono aziende individuali o a conduzione familiare (formula in calo dello 2,6% sul 2010). Crescono invece, passando dal 2,9% al 4,8% e dallo 0,5 all’1%, quelle condotte da società di persone e di capitali. Le dimensioni aziendali su base giuridica vedono le prime attestarsi sugli 8,6 ha di SAU, le seconde sui 41,6 ha e le terze sui 41,5. Passano poi da 1,18 mln a 664 mila sul 2010 le aziende che coltivano terreni esclusivamente di proprietà. In crescita invece la formula proprietà più affitto che passa, nello stesso periodo, dal 9,8 al 12,5% delle attività oggetto del questionario.

Sono 2,8 mln gli addetti complessivi del settore (1,9 mln uomini e 0,8 donne), in calo del 28,8% sul 2010. I capi di azienda sono 1,14 mln (68,5% uomini e 31,5 donne), con un’età per il 13,4% sino ai 44 anni, per il 29% dai 45 ai 59 anni, per il 36,2% dai 60 ai 74 anni e del 23,1% oltre i 75 anni. La loro formazione vede il 59% senza titolo di studio o con la terza media (era di oltre il 70% nel 2010) e il 10% laureato: uno su tre ha partecipato ad almeno un corso di formazione di settore. La manodopera familiare si attesta su 1 mln di persone (-50,3%) e quella non familiare su 1,3 mln (+38,1%). Straniero un lavoratore su tre. Sul fronte coltivazioni si dedicano ai seminativi il 64,4% delle aziende, per 57,4 ha di SAU; alle coltivazioni legnose agrarie, prevalentemente olivo e vite, il 71,4% (17,4 di SAU); a prati e pascoli il 25,4 (25% SAU) e agli orti familiari il 14,4% (0,1 di SAU).

La voce allevamenti vede impegnate 214 mila aziende (dato al 1° dicembre 2020, in calo del 4,3% sul 2010) dedite per il 44,4% ai bovini; 26,7% agli avicoli; 26,4% agli ovini; il 17,8% ai suini e il 14,4% ai caprini per un totale di oltre 49 mln di capi.

Nel triennio 2018/2020 sono circa 125 mila le aziende che hanno apportato almeno un investimento innovativo per oltre 248 mila “interventi” che per il 28% hanno riguardato il comparto meccanizzazione.

La digitalizzazione riguarda il 15,8% delle aziende, che nel 2010 si fermava al 3,8%. Percentuale che sale al 61,7% nelle società che svolgono attività remunerative connesse a quella agricola. Queste ultime sono cresciute del 5,7% e coinvolgono oltre 126 mila attività, per il 37,8% nel campo agrituristico e delle attività ricettive e per il 16,8% nella produzione di energia rinnovabile (dato in crescita del 198%). Il contoterzismo viene praticato dal 18% delle società censite, ma risulta in calo del 49% rispetto alla precedente rilevazione. Questo censimento, il settimo dal 1961, sarà l’ultimo a cadenza decennale: verrà sostituito da censimenti permanenti e campionari.

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