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Tecnica

Carri trincia-miscelatori verticali

L'alimentazione di precisione riveste un ruolo sempre più importante nelle aziende zootecniche, supportando efficacemente gli allevatori per la distribuzione di razioni ottimali e costanti nel tempo, grazie al monitoraggio di qualità e quantità di ogni alimento, e successivamente della miscelazione e della distribuzione della razione in corsia di alimentazione

di Daniela Lovarelli
gennaio - febbraio 2019 | Back

Nell’alimentazione animale, e in special modo in quella dei bovini, l’attenzione a razioni ben bilanciate e ottimizzate risulta essere un fattore molto importante sotto numerosi punti di vista, in primis quelli nutrizionali, economici e ambientali. Nell’ambito dell’alimentazione della mandria, i carri (trincia) miscelatori svolgono un compito fondamentale: proprio per questo, negli ultimi tempi sono stati oggetto di notevoli miglioramenti sotto il profilo tecnologico. Per un allevatore sono difatti indispensabili la sicurezza e l’affidabilità, così come l’ottenimento di razioni ottimali, appetibili e omogenee.

Senza dubbio, sono ancora molto diffusi i carri trincia-miscelatori trainati dal trattore, ma è certo che una maggior agilità e maneggevolezza nelle fasi di carico e scarico viene evidenziata dai modelli semoventi, che tra l’altro “liberano” un trattore che diversamente sarebbe in pratica perennemente accoppiato all’operatrice.

Sono parecchi i costruttori presenti in questo settore di mercato, con macchine in grado di garantire un’ampia varietà di scelta, in modo da potersi proficuamente inserire nei contesti aziendali di qualsiasi dimensione. I modelli più diffusi sono però quelli con una capacità di carico della tramoggia compresa tra 10 e 30 m3, cha coniugano un’ottima produttività a spiccate doti di manovrabilità. Inoltre, sono ormai tutti dotati di motori evoluti, conformi alle limitazioni più restrittive per ciò che concerne le emissioni dei gas di scarico (Tier 4 final). Si tratta di propulsori che garantiscono ottime performance e ridotti consumi di combustibile, a tutto vantaggio della salvaguardia ambientale e della spesa economica.

In un tale contesto, è inevitabile che l’elettronica rivesta un ruolo fondamentale; tutti i costruttori hanno previsto soluzioni per regolare e gestire autonomamente le fasi più delicate nella preparazione dell’unifeed. Tra le componenti principali oggetto di miglioramento ci sono le frese per il prelievo del foraggio in trincea e per il caricamento dei concentrati, allo scopo di ridurre i residui inutilizzati e di rispettare la qualità della fibra, tramite la variazione della velocità di rotazione del rotore durante il taglio e con l’offerta di determinati optional per il massimo rendimento.

A valle, sono sempre più di frequente installati canali di carico lunghi e dalle dimensioni generose, capaci di trasferire sino a 10 m3 di prodotto al minuto, a tutto vantaggio della rapidità della routine di lavoro. La tramoggia è attrezzata con coclee per lo sminuzzamento degli ingredienti principali dotate di lame in acciaio antiusura, in modo da garantire una lunga durata del materiale.

Ogni costruttore fa scelte proprie circa le forme delle coclee e dei coltelli, ma risulta essere comunque una costante la presenza di un elevato numero di coltelli, combinati con contro-coltelli regolabili idraulicamente e programmabili elettronicamente nei loro movimenti, grazie ad una tecnologia dedicata e ad una conformazione tronco-conica delle tramogge di miscelazione, in grado di ottimizzare il rimescolamento dei singoli ingredienti, anche ricorrendo alla naturale gravità.

La programmazione della sequenza e la pesatura elettronica in tempo reale degli ingredienti in entrata sono ormai dei “must” sulle versioni più recenti di carro trincia-miscelatore. In più, alcuni modelli di Faresin Industries hanno un display a bordo che avvisa l’operatore del raggiungimento del livello ottimale di miscelazione prima della distribuzione in corsia di alimentazione e l’indicazione del potenziale rischio di selezione dell’alimento da parte degli animali (che dovrebbe essere auspicabilmente il più basso possibile). Il tutto è basato sull’impiego di sensori integrati ad alta precisione e da una comunicazione del risultato “user-friendly”, ovvero immediatamente e facilmente comprensibile dall’operatore in cabina.

Quando la miscelata è pronta, viene distribuita in trincea tramite nastri di scarico generalmente bilaterali, in acciaio inox e dotati di portelloni di ampie dimensioni. Spesso sulla bocca di uscita sono presenti dei magneti permanenti, per intercettare e bloccare eventuali impurità ferrose presenti, che possono danneggiare il carro ma soprattutto, se ingerite, provocare seri problemi sanitari agli animali. 

Poter distribuire quotidianamente razioni omogenee e bilanciate, rispettando il più possibile la qualità e il contenuto energetico e nutrizionale della dieta, permette di equilibrare l’intero sistema, mantenere una mandria produttiva ed efficiente nel tempo, ridurre i consumi di alimento e aumentare contestualmente la produttività dell’allevamento.


Il precision feeding

Poiché l’alimentazione del bestiame riveste un ruolo sempre più importante nell’economia aziendale (sostanzialmente per gli elevati costi di produzione), poter conoscere con esattezza la composizione nutritiva della dieta può rappresentare un vantaggio non indifferente. Questo passaggio diventa rilevante in regime di unifeed, in cui la variabilità della composizione può rivelarsi notevolmente diversa rispetto a quanto stabilito sulla carta dagli alimentaristi aziendali. Pertanto, diventa molto valida l’adozione di strumenti che consentano di analizzare i prodotti in entrata, che sfruttano l’ormai affermata tecnologia NIR (Near InfraRed), in grado di effettuare in tempo reale analisi facili e accurate, in modo da regolare al meglio la composizione della razione in funzione della variabilità degli ingredienti in entrata, adattando la razione direttamente in fase di preparazione. In pratica, per ogni componente viene misurato il contenuto in sostanza secca e quello dei principali parametri nutritivi (ad es. fibra, proteine, amido e ceneri), introducendo nella dieta l’apporto nutritivo esattamente voluto.

In effetti, nelle aziende a conduzione tradizionale l’analisi della razione viene eseguita una-due volte al mese circa, con il rischio di perduranti e consistenti variazioni della dieta rispetto all’optimum, con una negativa ricaduta sull’alimentazione animale. I sensori (e la relativa elettronica) per monitorare i parametri nutritivi possono essere montati direttamente sul carro miscelatore semovente, oppure più di rado sulle pale di carico dei foraggi, specie nel caso dei modelli trainati. In alternativa, possono essere impiegati specifici strumenti portatili.

Oltre ad un innegabile miglioramento della produttività degli animali, il precision feeding comporta ulteriori vantaggi, come ad esempio un minore spreco di alimenti e una riduzione degli acquisti sul mercato, con i conseguenti benefici ambientali. Il monitoraggio continuo permette inoltre una miglior individuazione delle singole criticità aziendali, potendo quindi intervenire in modo tempestivo e mirato.

L’accurata determinazione del contenuto di sostanza secca dei singoli ingredienti, in special modo di quelli più ricchi di acqua come gli insilati e i sottoprodotti umidi (che più spesso degli altri sono soggetti a variazioni del tasso di umidità), permette di adeguare in tempo reale la quantità di alimenti da includere nella razione. Tra l’altro, la strumentazione in questione è molto versatile, con un possibile impiego in molti altri contesti produttivi.

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